lunedì 12 agosto 2013

Il Jiu-Jitsu invisibile tra mito e realtà

 


Si dice che che il Jiu-jitsu sia un gioco di centimetri e che muovere un arto, o spostare il peso del corpo di poco possa avere profonde influenze sull'effetto complessivo di una tecnica. Aspetti poco appariscenti, o per nulla visibili ad occhio nudo, ma che fanno la differenza in un incontro sportivo o in una situazione di autodifesa. Siamo parlando dell'Invisible Ju-Jitsu. L'invisibilità del jiu jitsu, hanno detto, non può essere insegnata in video e libri, ma deve essere sentita per essere compresa, altri hanno detto che si tratta solo di una trovata di marketing un modo di rivestire di alone di mistero concetti basilari e principi su cui si fonda il Jiu-Jitsu. Sfidando quello che sembra un dogma, proveremo a spiegare di cosa si tratta servendoci di alcune risorse scovate in rete, che ci aiuteranno a fare un po di chiarezza attorno a questo "mistero" del jiu jitsu.

E' difficile  vedere il tipo di pressione che i lottatori generano mentre lottano o fare caso al loro respiro a meno che non siano a corto di fiato. E' difficile da descrivere la differenza di come ci si sente quando qualcuno sta facendo pressione sul nostro diaframma o quando si sposta andando un po' più in basso mettendo pressione sullo stomaco. E' difficile vedere le "intenzioni", la concentrazione o la fiducia in se stessi quando due lottatori stanno combattendo. E' difficile vedere i punti deboli e quelli di forza o quando la base è debole.

Tutti  imparano allo stesso modo come  eseguire lo strangolamento che Roger utilizza dalla monta, ma ciò che non possono essere visti sono quei fattori che permettono di eseguire la tecnica in maniera perfetta. Corretta distribuzione del peso e tempismo sono variabili necessarie per il successo di una tecnica. Questi dettagli sono quello che viene definito come  Jiu-Jitsu invisibile.

L'Invisibile Jiu-Jitsu è il più alto livello della tecnica, ma non esiste un modo per velocizzare il lungo processo di apprendimento o bruciare le tappe. Renzo Gracie ha detto: "Più bravi si diventa, più il jiu-jitsu diventa semplice." Ecco perché lo strangolamento di Roger Gracie dalla monte è inarrestabile: si tratta di una semplice mossa ... ma i suoi dettagli sono invisibili.

Per sviluppare il Jiu-Jitsu Invisibile occorre ripetere molte volte le tecniche per costruire la memoria muscolare ed essere in grado di eseguirle senza dover pensare. Una volta radicati i movimenti di base ad un punto oltre il pensiero cosciente, occorre lottare con tutti i diversi tipi di corporature e livelli di abilità. Bisogna imparare ed essere familiari con le sensazioni che si provano quando si va oltre la stanchezza e continuare ad essere in grado di lottare.

 Se ogni volta che ci si allena, si utilizzano round di cinque  minuti, il vostro corpo diventerà condizionato a svolgere una lotta ad alta intensità seguita da un periodo di riposo. Ma in un giro di dieci, venti, o trenta minuti, non è possibile mantenere la stessa intensità. Questo è il punto in cui si sviluppa l'Invisibile Jiu-Jitsu. Quando non è più possibile contare sulla forza o la velocità per eseguire una tecnica, è necessario imparare a fare affidamento sul tempismo, momentum e gli altri aspetti della tecnica che no sono visibili.

Tutto si riassume nel modo in cui sviluppi il tuo corpo e come lo utilizzi. Contrarre alcuni gruppi muscolari per amplificare la pressione, collegarli  insieme, sviluppare quelli piccoli molto più a fondo di quanto comunemente si faccia e sviluppare un "intelligenza corporale", tutto questo è praticamente invisibile all'occhio di un osservatore, ma fa la differenza quando si lotta.


L'aspetto più interessante del jiu-jitsu è la sensibilità, il senso del tatto, il peso, il momentum, le transizioni da un movimento ad un altro. Ci si deve lasciare andare come col pilota automatico. Tu non sai esattamente dove stai andando, fino a quando il movimento avviene. Poiché non è possibile prevedere cosa  succederà, dovrete occupare il vostro punto zero, un punto neutro, rilassati, e connessi con le variazioni, quindi praticamente nel flusso della via.

Bisogna cercare di raggiungere il proprio  "punto zero", da dove si può reagire agli errori dei nostro avversario e finire la lotta. Il Punto zero è dove non ti esponi e sei perfettamente consapevole del tuo avversario. Ogni volta che uno attacca lascia il suo punto zero.  Il principio di base della difesa è restare chiuso e paziente ed attendere o indurre l'avversario a compiere un errore.

Essere equilibrato è una parte fondamentale del concetto di punto zero. Essere minimamente sbilanciati aumenta drammaticamente  la quantità di sforzo richiesto per eseguire qualsiasi tecnica e ti lascia  vulnerabili agli attacchi del tuo avversario.  Resta al sicuro, nel punto zero, fino a quando l'occasione arriva. Cosa succede quando si lotta con qualcuno che ha le nostre stesse abilità? Ci vuole molto tempo perché si crei la situazione per avere un vantaggio sull'avversario, e fino ad allora ci si dovrà mantenere al sicuro. Il "punto zero" non si riferisce solo alla mentalità difensiva, ma più al fatto di essere vigili, rilassati, ma pronti a tutto ciò che di inaspettato ci può capitare durante tutta la lotta.

Un ottimo drill  per migliorare la vostra sensibilità è  rollare con gli occhi chiusi. Senza essere in grado di vedere il vostro avversario si diventa più sensibili ai suoi spostamenti di peso. Quando ti alleni se spegni il cervello e "rolli" in modo fluido senza notare che è trascorso del tempo sei in grado di fluire con il movimento e raggiungi i migliori benefici psicologici dal BJJ. 

Rickson usa il termine "flusso di movimento". La sua frase, "flow with the go" è diventata un mantra dei grapplers che cercano di andare oltre l'obiettivo a breve termine su un particolare movimento verso uno stato in cui si è rilassati, consapevoli, e in grado di praticare davvero un bel jiu-jitsu.

Fabio Santos, cintura corallo 7° grau, in un'intervista ha detto che il più alto livello di Jiu-Jitsu è la capacità di "cucinare" un avversario: l'arte di farlo stancare in modo da essere in grado di finalizzarlo. "Cucinare un avversario" non è una questione di essere più in forma, ma riuscire a far spendere al vostro avversario più energie di quante non ne spendiate voi. Non forzando una tecnica, ma  fluendo con il movimento, si spende meno energia.

Per spiegare questo concetto usa l'analogia della macchina: "Tutti hanno sentito - Puoi avere la macchina più veloce del mondo, ma se non ha carburante, non andrà da nessuna parte.- Questo è assolutamente vero. Eppure non vi è una singola azienda automobilistica del mondo che dica- Come possiamo ottenere un serbatoio di carburante più grande sulle nostre auto?- semmai le case automobilistiche  lavorano per l'efficienza del carburante. La risposta non è quello di mettere un serbatoio più grande sulla vettura, la risposta è rendere la vettura nelle condizioni di consumare meno carburante. Questo dovrebbe essere il vostro obiettivo durante la lotta. Chiunque può mettersi in forma, ma il vostro obiettivo dovrebbe essere quello di utilizzare meno energia per eseguire le vostre tecniche.".

RESPIRAZIONE

C'è una ragione per cui la maggior parte delle arti marziali, sollevamento pesi, yoga e una serie di altre attività fisiche si concentrano su una sorta di respirazione coordinata al movimento. Se si utilizzano alcune tecniche per la respirazione mentre si fa il grappling, troverete che si può avere una maggiore capacità di resistenza durante la lotta, applicare una maggiore pressione durante certi movimenti o, essendo consapevoli del respiro del vostro avversari, si potrà iniziare a fiaccare la loro forza ed energia e renderli stanchi.

INTENZIONE

Quando si "rolla" con qualcuno che ha meno esperienza di noi,  si sviluppa un certo senso di fiducia che ci fa credere, ad esempio,che mentre si sta per passare la guardia  niente ci potrà  fermare  e ci fa credere completamente al movimento in modo che non vi è alcuna esitazione  o dubbi nella nostra mente. Queste sono le abilità mentali che sono  invisibili ad un osservatore esterno. Il miglior esempio  è Roger Gracie nel mondiale del 2009 prima  ogni match saliva sul tappeto silenzioso e immobile  e poi, quando iniziava l'incontro nessuno dubitava che egli avrebbe vinto, era solo una questione di quando (non era nemmeno una questione di "come" in quel torneo. Ha montato e strangolato tutti!). La sua volontà non ha mai vacillato. Pura intenzione.

FEELING

'Il Feeling' è un aspetto importante del BJJ in un numero di modi. L'aspetto più evidente del feeling è quando non si è in grado di vedere ciò che il tuo avversario sta facendo. Un aspetto meno evidente del "sentire" e che viene considerato meno spesso, ma non per questo è meno importante, è la capacità di determinare lo stato mentale ed emozionale del tuo avversario. Questo permette di lavorare bene sia che il vostro avversario sia teso o rilassato, equilibrato o instabile, forte o debole. Questo può essere fatto solo "sentendo" l'avversario.

 

THE CONNECTION

Un peso può essere spostato più facilmente se è affrontato dalla giusta angolazione. La leva è una parola che spesso viene usata nel jiu-jitsu e il concetto potrebbe essere familiare a molti di noi, ma forse non è profondamente compreso da tutti.

La leva è ciò che fa funzionare il Jiu Jitsu, maggiore è la leva più efficace sarà il vostro Jiu Jitsu. L'utilizzo della leva  determina quanto bene si può controllare e attaccare gli arti degli avversari, la quantità di forza necessaria per eseguire una tecnica e se si sarà in grado di sconfiggere un' avversario più grande e più forte.

Rickson fa notare che quando sei "connesso", c'è una certa tensione tra le braccia e le gambe, e ciò che fa scomparire questa tensione è quando si perde la connessione col proprio avversario.

Essere "connesso" consente alla vostra base di rimanere indipendente delle azioni del vostro avversario, mentre la  mancanza di connessione consente di manipolare il suo peso e la postura.

La connessione reale è spesso associata al concetto del jiu jitsu  che non si vede, ma solo si può sentire. E' la differenza che passa tra il concetto di capire una cosa e sentirla. Se la connessione si fa sentire, un allievo troverà i punti di leva nella posizione e sarà in grado di lavorare in modo più efficace con le tecniche invece che con la forza e la forza inutile.

Il principio della connessione è la capacità di collegarsi e di essere più forte dalla testa ai piedi al fine di raggiungere l'efficienza. E' un principio che si applica anche nella vita di tutti i giorni. Pensate a quando l'auto è in panne e la si deve spingere al lato della strada. Si fa presa con i piedi a terra assumendo una posizione forte e stabile, si stendono le braccia e si raddrizza la schiena. Mentre si preme sul terreno, vi è una connessione ininterrotta di forza da terra  attraverso la schiena e le braccia verso la macchina.

Ora immaginate che le ginocchia siano instabili o si abbia una spalla che ha bisogno di un intervento chirurgico. Quelli sono tutti anelli deboli di una catena di forza. Hanno effetto sulla postura, la vostra base e la forza che si è in grado di mettere in movimento. Se non ci sono punti deboli allora si dispone di una linea di forza ininterrotta in grado di mettere il potere coordinato di tutto il tuo corpo in un movimento, come spingere una macchina, o fare un double leg, o un arm lock.

A volte le interruzioni di quelle catene sono lesioni, a volte sono allineamenti impropri (come alzare il gomito quando  dovrebbe essere basso,  o mantenere il ginocchio oltre il centro del piede, ecc ...), a volte sono debolezze nella muscolatura che non sono alla pari con il resto dei muscoli in quella catena di movimento. Anello debole della catena = linea debole della forza = tecnica più debole. Anche questo potrebbe non essere immediatamente evidente per l'osservatore esterno.

Secondo Rickson è la comprensione dell'invisibilità del jiu -jitsu che ci mantiene efficienti anche quando si è stanchi, anche quando si è fuori forma o senza fiato. E' questo principio che aiuterà un atleta, un manager, una donna, o  bambino ad usare il Jiu-Jitsu per proteggersi contro un aggressore più grande. Questo è lo spirito del Jiu-Jitsu, non solo per le competizioni, ma per la vita in generale, in modo da imparare di più su  noi stessi  e scoprire le nostre possibilità.

C'è anche da dire che come tutte le cose anche il Jiu-Jitsu invisibile è un "marchio registrato"  non è una risorsa disponibile per tutti, i segreti di questa pratica esoterica sono custoditi gelosamente e rivelati solo a pochi fortunati adepti. Ai più sono state svelate solo alcune pillole di saggezza in video o nei seminari.

Che lo vogliate chiamare Jiu-Jitsu invisibile o con qualsiasi altro aggettivo resta il fatto che solo comprendendo a fondo e applicando in combattimento i principi che sono alla base di quest'arte marziale, che si è in grado di fare il JIU-JITSU, quello reale, efficace, in una parola... che funziona.


Fonti.

Queto post è stato realizzato facendo una sintesi dei seguenti studi apparsi su siti o blog Statunitensi.  Si tratta in buona parte di traduzioni dall'inglese.

txmma
fiskchronicles
mattsdailyjournal
From A Fighter's Perspective: Invisible Jiu-Jitsu - MMA For Real
Invisible Jiu-Jitsu | BJJ Engineer.com

3 commenti:

  1. Un articolo molto bello ed interessante, che fotografa reale passione per ciò di cui si parla. Complimenti.

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  2. Bhe i miei più sentiti complimenti per chi ha scritto questo articolo...è di uno spessore incredibile e descrive esattamente l'essenza e tutto ciò che realmente è il Bjj...questo va riletto più volte proprio come un mantra per chi pratica..grazie

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