sabato 25 aprile 2015

Le conseguenze di un'educazione sportiva malata

Photos by Stefan Kocev

Ryan Lang terminato il college era uno dei wrestler  più ricercati se non il più ricercato, una promessa Olimpica. Le sue potenzialità come lottatore, non ebbero però la possibilità di esprimersi come tutti si sarebbero aspettati.

Finiti  gli studi entrò in una spirale senza via d'uscita: una discesa agli inferi nel tunnel della droga. Si trasforma in un senzatetto,  e con una forte depressione arriva ad un passo dal suicidio.

Il padre, sin da giovanissimo, gli  ha fatto provare tutti i tipi di sport nei quali doveva sempre eccellere. "Imparai da subito il significato del termine sacrificio ma anche l'aspetto antisociale che questo comporta. I premi e le conseguenze erano valutati solo in base alle mie performance".

 
Gli effetti di questo tipo di educazione sportiva malata  determinarono, nel giovane Ryan, un forte senso di inadeguatezza ogni volta che non riusciva a soddisfare le aspettative del genitore, e ogni sconfitta, da un punto di vista emozionale, era per lui sempre più traumatica. Per trovare un conforto a questo senso di sfiducia in sé stesso, e per riuscire a mantenersi sempre al top, ricorse ad ogni genere di droga.

Oggi con l'aiuto di un amico ha trovato nel  BJJ e nelle MMA un ancora di salvezza e uno stimolo a cambiare la sua vita.

"Il jiu Jitsu - dice -  ti costringe a vivere l'istante. Ti pulisce la mente e ti fa concentrare su cosa sta accadendo in quell'esatto momento. Le MMA sono uno sfogo per lo stress e la paura, fanno tabula rasa nella tua mente. La tossicodipendenza è una situazione di vita e di morte, e ho trovato un modo per essere completamente calmo nelle situazioni di pericolo, trovare un modo di pensare invece che reagire. Tutto sta a come affrontare quella sensazione di "annegamento". Ora come artista marziale mi rendo conto che posso essere sul punto di "annegare" e rimanere totalmente calmo, e questo mi da la forza di rimanere sobrio".

fonti 

Michael Hresko

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