mercoledì 24 novembre 2010

Segui la corrente


"La coscienza dell’io è il maggior ostacolo alla corretta esecuzione di ogni azione fisica". "Non pensare: "sto facendo la tal cosa", pensa invece "la tal cosa avviene attraverso me o per me".  "Non correre, cammina. Non cercare, quello che cerchi arriverà mentre meno te lo aspetti".

In altre parole: non cercare neppure di prevedere, perché ciò che vuoi prevedere capiterà imprevedibilmente. L'oggetto che cerchi, così come l'ostacolo che si frappon­e, si manifesta in maniera imprevedibile, casuale, mentre meno te lo aspetti.

La coscienza della necessità però ostacola, perché si illude di poter eliminare la casualità dell'imprevedibile, dell' inaspettato, perciò  si pone di fronte all' oggetto, o al fare, come necessità rigida di controllo o esecuzione mentre si tratta di controllare la situazione ed eseguire l’azione nel più breve tempo possibile, nella maniera più  spontanea ed economica e nel momento in cui l'evento si sta realizzando, sia che si tratti di un ostacolo da superare, sia di raggiungere l'oggetto voluto.

Allora, anche di fronte all'evento più drammatico, la calma e l'imperturbabilità non vengono a mancare perché è l'unica soluzione possibile: in quanto non c'è altra via, se non quella della “fantasia” che anticipa gli eventi ma soltanto nell'illusione. Nella realtà, non si può prevedere in assoluto come si manifesterà la cieca necessità. Invece, la calma e l'imperturbabilità permettono la soluzione per l'attimo fuggente, casuale.

In caso contrario, si avranno soltanto risposte stereo­tipe, sempre inadeguate. Bruce Lee chiama "disperazione organizzata" quel modo di affrontare la lotta che, invece di andare direttamente al cuore delle cose, esegue rituali, manovre fiorite e tecniche artificiose. Cioè, invece di lottare, si fanno delle cose che sono in qualche modo in rapporto alla lotta. Lo sono in termini, per così dire, programmisti, prefissati, secondo regole che per l'attimo fuggente non servono a niente. Ogni momento di qualsiasi confronto è diverso, perciò richiede libertà di giudizio e di azione.

Qui la contraddizione è che "Quando (si) agisce (si) traduce ogni momento vivo in un linguaggio del passato (morto)". In ogni confronto c'è questa perdita di tempo, dovuta alla necessità di ritradurre la novità casuale in qualcosa di vecchio, conosciuto, come quando si parla in una lingua diversa dalla propria e si deve mentalmente ritradurre i vocaboli.

“Non approvare e non disapprovare, non fare paragoni, e soprattutto, non partire da una conclusione”. Ogni confronto è un problema da risolvere, perciò partire dalle conclusioni è pretendere di risolvere il problema a priori, o meglio, di illudersi che non esista un problema.

Le citazioni sono tratte da: Jeet kune do il libro segreto di Bruce Lee

Nessun commento:

Posta un commento