"A volte si usa troppa velocità e con la rapidità dei movimenti si perde contatto con il partner di allenamento così, mancando la giusta pressione, non si controlla la posizione. Non prestando attenzione ai dettagli, ai piccoli aggiustamenti che il corpo impiega per assicurarsi un buon controllo, il nostro partner avrà la possibilità di sfuggirci, ribaltarci o passarci la guardia. Viceversa se affronti la lotta in maniera troppo intensa ti stanchi subito, l'allenamento non è sciolto e puoi correre il rischio di farti male o fare male al tuo partner. Quindi penso che dovresti trovare il giusto equilibrio e quando riesci ad esprimerti al meglio in entrambe le situazione si può dire che stai facendo la cosa migliore". Questa è una libera traduzione tratta da un video della GB e che mette in luce una contraddizioni con cui tutti dobbiamo fare i conti quando lottiamo.
Per essere un buon sparring non bisognerebbe essere troppo concentrati sul fatto di essere ribaltati o finalizzati perché questo blocca la mente e il corpo, rendendo i nostri movimenti, nel momento in cui dovrebbero essere più fluidi, rigidi e impacciati. Un buon sparring cerca di testare le sue abilità e non ricerca a tutti i costi la vittoria, permette all'avversario di muoversi per provare nuove posizioni; è allo stesso tempo insegnante e allievo.
La lotta è un interazione tra due individui, mentre lotti non ti chiudere in te stesso, non ascoltare solo le tue sensazioni ma cerca di sentire cosa prova il tuo avversario, come reagisce ai tuoi movimenti, ascolta il suo respiro cerca di capire quanta energia serve per finalizzare e impara a dosare le tue forze.
Allenarsi al 100% non vuol dire chiedere al proprio fisico di superare sempre la soglia dell'esaurimento, ma sapere fin dove ci si può spingere. Il miglioramento è un processo di lungo periodo. Darsi dei limiti non è sinonimo di scarso impegno è una scelta intelligente, così come usare la giusta potenza e la tecnica, con controllo.
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