Questa vignetta che recita: "Quando rinunci, qualcun altro ne approfitta" vuole far passare il messaggio volontaristico che quando si vuole qualcosa non ci si deve demoralizzare, ma occorre soffrire, faticare per ottenerla e farsi forza con la volontà. All'apparenza, una filosofia tanto semplice quanto ineccepibile, ma solo in apparenza
Nella vignetta si vede un uomo affranto che si ritira ad un passo dalla meta, mentre un altro scava con foga incurante della difficoltà che deve superare per raggiungere l'obiettivo.
Non sfuggirà che in questo caso, nella vignetta, il premio è una miniera di diamanti, non la conoscenza o la saggezza.
Cosa ci dice che dei due il più fortunato sia quello che non molla? Chissà, forse la rinuncia potrebbe essere l'occasione per altre e più proficue esperienze, magari l'aver abbandonato il sogno di arricchirsi, la sua monomania che lo aveva assorbito egoisticamente e che forse lo aveva anche portato a isolarsi da tutti, potrebbe essere la migliore scelta fatta in tutta la sua vita.
La parola d'ordine oggi è avere successo, essere il numero uno, avere degli obiettivi e raggiugerli senza lasciarsi scoraggiare dalle avversità. Che cosa vuoi essere: un vincente o un perdente? Sta a te la scelta! Questa è la morale della favola. Avere successo, fare carriera, essere un vincente: per pochi un traguardo raggiunto, per molti un miraggio irraggiungibile in grado di deprimere l'intera esistenza!
Sono stati scritti migliaia di libri per l'autostima, per essere vincenti, per migliorare se stessi: consigli a iosa su come avere il giusto atteggiamento mentale e le giuste strategie per raggiungere la felicità e il successo. Consigli che ti spiegano che vivere un'esistenza costellata di successi dipende dalla tua disposizione d'animo e dalla voglia, dall'ostinata, caparbia volontà di ottenere gli obiettivi prefissati.
Chi scrive questi libri sa che la maggior parte delle persone rientra nella categoria dei "perdenti" perché se è vero, come cantava Morandi, che statisticamente, uno su mille ce la fa, agli altri 999 chi ci pensa? Ci pensano tutti gli "esperti" motivazionali, personal trainer, life coach, guru, santoni, ecc. che vendono per gli "sfigati" libri, video corsi e seminari.
Per avere successo sono necessarie talmente tante circostanze favorevoli da farlo risultare un evento raro, una vera eccezione statistica, per raggiungere la quale, oltre ai grandi meriti occorre anche una grande fortuna. Il massimo successo è un evento talmente raro che fattori quali, i meriti personali spesso non sono sufficienti.
La vita non si cura del volontarismo e di tutte le ideologie che indirizzano il singolo essere umano verso il successo e che sono anche diffuse da slogan pubblicitari di note marche, le quali recitano: Just do it! impossible is nothing! Piuttosto è il caso a farsi beffa dei destini degli uomini, con buona pace dei volontaristi estremi. Basta una crisi economica, un'alluvione, un terremoto, ecc. perché i singoli individui prendano amaramente coscienza di essere soggetti al caso e a macro fenomeni da loro indipendenti ma in grado di influenzare tutte le loro esistenze.
Tutte le nostre decisioni sono sempre sottoposte a influenze esterne che spesso non sono da noi, in alcun modo, condizionabili. Ogni nostro passo è un percorso pieno di ostacoli che sono in grado di rallentare il nostro cammino, di deviarlo o anche di fermarlo. Di certo c'è solo il passato dal quale traiamo il più delle volte solo occasioni per i rimpianti.
Quante e quali sono le circostanze che non devono mettersi di traverso perché una nostra decisione si possa realizzare compiutamente? Se non siamo padroni del nostro tempo, e se le nostre determinazioni solo casualmente sono portate a buon fine, a cosa aggrapparci per non cadere nel fatalismo? Non esiste una risposta assoluta. A mio modesto parere occorre almeno prendere coscienza che il singolo individuo, in quanto tale, è soggetto al caso ma l'esperienza, la conoscenza di ciò che lo circonda fornisce gli strumenti per diminuirne gli effetti. Senza considerare che un po’ di fortuna non guasta, e cioè che il caso non ha sempre conseguenze negative, anzi!
bellissima riflessione,a volte bisogna prendere atto dei propri limiti e delle avversità che ci possono capitare,ed accettarli e stare bene con se stessi.Mauro
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