venerdì 2 agosto 2013

La trappola della truffa


"Per me e i miei il Jiu Jitsu, nella sua complessa semplicità, si è trasformato nella maniera più profonda per imparare i fondamenti essenziali della vita. Attraverso di esso ho imparato a rispettare tutti, principalmente i più deboli, e ad essere tollerante con gli intolleranti. Ho appreso soprattutto la grande lezione di imparare a conoscere me stesso profondamente." M. Carlos Gracie

"Credo che sia importante rispettare i praticanti di tutti i tipi di arti marziali, indipendentemente dallo stile. Restare umile con una mente aperta è l'unico modo per il miglioramento continuo. Si può imparare qualcosa da quasi tutti. Spesso dico ai miei studenti, "se funziona per voi, è buono". Tim Cartmell

La pratica di qualsiasi arte marziale o sport da combattimento deve innanzi tutto insegnare il rispetto verso se stessi e verso gli altri, compresi i praticanti di altre discipline. Mancare di rispetto verso altre arti marziali non ci migliora come praticanti.  Accettare diverse realtà, anche quelle che non ci piacciono, è segno di maturità.

Ora che le arti marziali siano un terreno fertile per ogni tipo di pseudo maestro è risaputo e passare il tempo a dare del truffatore a Tizio e Caio senza un briciolo d’ironia, sa tanto d’invidia, rancore, meschinità. Lasciamo ai frustrati, invidiosi, meschini il compito di "smascherare" le cosiddette truffe e non ci mischiamo a loro perché sono come le sabbie mobili, hanno la proprietà di trascinarci sempre più giù.

Di fronte ad uno pseudo maestro qual è la cosa migliore da fare? Metterlo alla gogna, fare il suo nome e cognome, mostrare e dimostrare che non può fregiarsi dei titoli che millanta o piuttosto ignorarlo o tutt'al più fare della sottile ironia? Io propenderei per la seconda soluzione, ed è presto detto!

Un maestro farlocco se può mettersi la sua cintura rossa decimo dan è perché ha intorno a se allievi che danno a quella cintura un valore. Spesso un attacco frontale ad un pseudo maestro ottiene l'effetto contrario, facendo compattare i suoi allievi, che invece di prendere coscienza della cialtroneria del loro "maestro", si sentiranno in dovere di difenderlo ad oltranza: a nessuno va di prendere coscienza di essere guidato da un finto maestro. Questo diventa un problema di ordine antropologico che sta alla base dei rapporti d’interdipendenza tra guru, santoni, profeti e i loro discepoli. Non si è mai vista una setta sparire perché qualcuno ha dimostrato, prove alla mano, che era una truffa ben ordita e poi, chi ama farsi truffare, è bene che trovi il suo truffatore: perché privare costoro del piacere di farsi abbindolare da finti maestri.

Chi si da pena di scoprire o smascherare le truffe marziali ha di sicuro del tempo da perdere perché, per ogni truffatore smascherato, ci sono pronti migliaia di truffati felici di esserlo e, nel migliore dei casi, fa solo della pubblicità gratuita a gente di cui s’ignorava l'esistenza.

L'unico consiglio che mi sento di dare ad un neofita, che si avvicina a qualsiasi arte marziale è di fare ciò che gli piace ma di essere consapevole  dell'unico principio fondamentale delle Arti Marziali: "Arti [1] senza combattere non possono per definizione essere considerate marziali" (questo vale per tutte le arti marziali e non ho dovuto fare nessun nome e cognome o la lista dei maestri o delle arti marziali buone e cattive).

Concludo con alcune considerazione del maestro Marco Strauch a proposito dell'Aikido, che prendo come esempio di tutte le A.M. che non praticano lo sparring: "La cosa principale che manca nell'allenamento dell’Aikido è lo sparring. Nella realtà il tipo di persone che si allenano nell'aikido non hanno voglia di fare questo tipo di allenamento, ma questo è il loro problema, non un difetto delle tecniche di aikido. Se siete abbastanza bravi col vostro aikido per fare ad un attaccante impazzito, quello che riuscite a fare al vostro compagno di allenamento cooperativo, allora l'aikido funziona, altrimenti no".


note.
[1] La parola “arte” è usata con un'accezione pratica nel senso di abilità: ars luctatoria, sta ad indicare l'abilità di lottare. In un incontro marziale posso anche vedere dell'arte nell'accezione estetica quando le tecniche usate e le contro-tecniche danno vita ad uno scambio di colpi in grado di creare uno spettacolo piacevole da vedere.

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