martedì 3 giugno 2014

Qualcosa che non torna



Keenan Cornelius al mondiale 2014 è stato squalificato nella sua divisione per un Knee reaping. La IBJJF tiene così tanto alla sicurezza degli atleti che lottano nei suoi tornei che gli arbitri possono interrompere degli incontri per prevenire delle lesioni alle ginocchia,  però permettono ad altri di farsi rompere un braccio e poi con il gomito lesionato li fanno continuare a lottare. Non sono forte in logica ma c'è qualcosa che non mi torna. 



1) Il Bjj è uno sport dove si affrontano atleti e non guerrieri, questo per rispondere ai commenti scellerati di chi plaude il gesto di Tammi Musumeci che pur di non battere si è fatta spezzare il braccio da Michelle Nicolini.

2) L'arbitro sarebbe dovuto intervenire immediatamente dopo la lesione, interrompere il match, chiamare i medici per prevenire gravi conseguenze (l'atleta poteva anche rischiare la vita per un' embolia adiposa) e decretare la  sconfitta dell'atleta infortunata.

3)  L'atleta che ha deciso di farsi rompere un braccio per una medaglia non ha dato un buon esempio, ha solo mostrato ego smisurato, ha messo sulla bilancia la sua salute per un podio è ha deciso per il podio. La prima regola è battere quando si è a rischio sia in allenamento sia in gara.

 

Se la regola del knee reaping è stata inserita nel regolamento per prevenire gravi infortuni alle ginocchia, che senso ha permettere ad un'atleta di continuare a lottare con un braccio rotto? Forse che gli atleti devono seguire le gesta del cavaliere nero dei Monty Python? Cosa aspettano per correre ai ripari, che accada una tragedia?

 

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