lunedì 21 settembre 2015

Il Jiu Jitsu deve vincere non convincere


Il BJJ non deve convincere gli MMA fighters a mettersi il Gi o accreditare lo stile affermando che ci siamo solo noi per la lotta di sottomissione, altrimenti ci si ghettizza. 


Il Jiu Jitsu sugli altri stili di lotta ha un vantaggio: ha dimostrato ad alcuni  e ricordato ad altri l'importanza della lotta di sottomissione al suolo ma oggi rischia di restare arroccata a vecchie certezze e, come nobiltà decaduta, vivere del ricordo degli antichi fasti.

Per fortuna, come ha dimostrato il "Polaris 2", un torneo che non assegnava nessun punto alle posizioni, ci sono Jitseri, come Garry Tonon ed Eddie Cummings (allenati da un coach versatile, geniale e lungimirante che si chiama John Danaher*) che hanno vinto con chiavi al tallone (tecnica proibita in quasi tutte le federazioni) contro due atleti esperti nelle leve alle gambe.

Questo dimostra, non che il Jiu Jitsu sia lo stile migliore, ma che in futuro nei tornei "Interstile" e "Sub Only" potranno prevalere solo quei Jitseri, o lottatatori di nuova generazione, allenati in maniera versatile a 360° a dispetto di regolamenti e punteggi. Regolamenti che potranno pure sulla carta privilegiare una progressione posizionale, ma che alla prova dei fatti non spingono gli atleti ad esplorare aree tecniche fondamentali per prevalere nei tornei dove valgono solo le finalizzazioni... d'altronde non sono queste che il Jiu Jitsu predilige?

* John Danhaer, che non ha mai potuto competere perché soffre di osteoartirte all'anca, nel panorama del Jiu Jitsu è uno dei massimi esperti di attacchi alle gambe.

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