Sesta edizione dell’Italian Open UIJJ/IBJJF da paura, con circa 1600 iscritti. Nella prestigiosa cornice del PalaMandela Forum, il 10 ed 11 giugno è andata in onda la più importante manifestazione italiana di questa disciplina, in versione Gi e NOGI.
Location
Il
Pala Mandela è stato sicuramente più adeguato della passata
location in termini di ubicazione in quanto facilmente raggiungibile
dai mezzi da ogni parte della città. Struttura adeguata alle
esigenze, con bagni / spogliatoi puliti e servizi ristoro interni
ottimali. In un clima caldo torrido il sistema di
areazione/ventilazione ha ben funzionato (meno male). Sicuramente, in
tal senso, 'l'investimento logistico' della Unione, capitanata da
Dario Bacci, ha dato i suoi frutti. Date le dimensioni della
struttura, gli spalti sono di conseguenza apparsi come
sovradimensionati per gli intervenuti ma l’effetto scenico è stato
notevole.
Quest’anno, come promessoci l’anno scorso, l’area riscaldamento – punto debole dell’edizione 2016 - è stata più che adeguata ed è risultata troppo ristretta solo nei momenti più concitati e/o durante le categorie più affollate. Tre punti ristoro, un numero adeguato di personale ed il vicino ristorante hanno assicurato il buon rifocillamento degli intervenuti sebbene i prezzi non erano proprio abbordabili.
Altro motivo di vanto per la UIJJ è stato l’acquisto di un tatami, tramite sponsor tecnico, da utilizzare per le gare ufficiali. Le medaglie in rilievo, anch’esse ottenuto tramite sponsor tecnico, sono state molto apprezzate da tutti i partecipanti; ottima quest’anno la scenografia del podio (quella dell’anno scorso era leggermente sfalsata).
Quest’anno, come promessoci l’anno scorso, l’area riscaldamento – punto debole dell’edizione 2016 - è stata più che adeguata ed è risultata troppo ristretta solo nei momenti più concitati e/o durante le categorie più affollate. Tre punti ristoro, un numero adeguato di personale ed il vicino ristorante hanno assicurato il buon rifocillamento degli intervenuti sebbene i prezzi non erano proprio abbordabili.
Altro motivo di vanto per la UIJJ è stato l’acquisto di un tatami, tramite sponsor tecnico, da utilizzare per le gare ufficiali. Le medaglie in rilievo, anch’esse ottenuto tramite sponsor tecnico, sono state molto apprezzate da tutti i partecipanti; ottima quest’anno la scenografia del podio (quella dell’anno scorso era leggermente sfalsata).
Organizzazione
In
generale tutto molto positivo grazie agli organizzatori e
collaboratori – tra cui è doveroso citare il ‘padrone di casa’
Luca Caracciolo - che si sono spesi per la buona riuscita della due
giorni. Il servizio medico, dovuto intervenire numerose volte per
eventi non gravi, è stato sempre puntuale, professionale, direi
ottimo e comunque sempre disponibile a fornire assistenza (nonché
ghiaccio, bendaggi e quant’altro)! Staff di Gara, ultradisponibile,
nonostante i nervosismi e lo stress. Sempre precisi e cordiali i ring
coordinators e la ‘super’ Teresa Pomponi.
Purtroppo Note negative
hanno riguardato le 'utilities' informatiche a supporto della gara,
Il cronogramma non è stato rispettato in molti casi, con ritardi -a
volte- di ore. Gli atleti venivano chiamati non sempre al microfono, con evidenti resse/confusioni/incomprensioni all'area
riscaldamento/area peso. Per alcune categorie è passato troppo tempo
tra un incontro e l’altro, per poi passare ai canonici 10 minuti,
concessi ai finalisti.
In certi momenti, fuori dall’area di gara, regnava lo sconforto e la confusione tra gli atleti mentre, con l’accumularsi dei ritardi, la tensione diventava palpabile anche tra i membri dello staff. Il sistema fightercall nel corso di domenica è stato sospeso. Da quel momento, pian piano, è stato ristabilito un regime che ha permesso di procedere a passo più serrato fino alla conclusione di tutte le categorie e delle premiazioni.
In certi momenti, fuori dall’area di gara, regnava lo sconforto e la confusione tra gli atleti mentre, con l’accumularsi dei ritardi, la tensione diventava palpabile anche tra i membri dello staff. Il sistema fightercall nel corso di domenica è stato sospeso. Da quel momento, pian piano, è stato ristabilito un regime che ha permesso di procedere a passo più serrato fino alla conclusione di tutte le categorie e delle premiazioni.
A parere dello scrivente e di molti intervistati per
questo report, gran parte del ritardo avrebbe potuto essere evitato,
qualora non ci fosse stata la competizione per i più piccolini, la
quale da una parte ha certamente impreziosito lo spirito della
manifestazione, dall’altra però ha sovraccaricato il sistema,
rendendolo poco modulabile nel momento delle criticità. Altre
lamentele riguardavano il sistema dei video in streaming, presente
per la verità solo su alcuni tatami, durante lo svolgimento della
gara ed anche dopo, quando molti non sono riusciti a
trovare/scaricare il video del proprio incontro.
In
definitiva, nonostante quanto scritto, un grosso ‘complimenti’ a
tutta la UIJJ per l’investimento, il coraggio, gli sforzi, certi
che – come l’Unione ha già dimostrato – l’anno prossimo
miglioreranno ulteriormente.
I Numeri
Milleseicento
iscritti costituiscono un nuovo ed invidiabile record dei record per
la nostra penisola (in termini relativi segnano un aumento del 30%).
Dieci tatami (impiegati contemporaneamente solo a tratti), circa 100
membri di staff ed una quindicina di arbitri, compresi alcuni di
caratura internazionale. Quest’anno tra le novità l’inserimento
della Master 3 (solo Uomini) e delle Classi dei più piccolini (da
‘teen’ a ‘mighty mite’, generalmente indirizzati al JIO di
Parma).
Purtroppo
non siamo riusciti ad ottenere i file originali ed abbiamo dovuto
estrapolare, laddove possibile, i numeri a partire dalle liste degli
iscritti presenti sul sito UIJJ; il compito si è rilevato oltremodo
difficoltoso ed ha causato un notevole ritardo sull’uscita di
questo report, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e posso solo
ringraziare Antonio Lisciotto che si è adoperato in tal senso.
Qui di
seguito le elaborazioni grafiche (non sono comprese le categorie al
di sotto della Juvenile).
Quest’anno
ho pensato di inserire una tabella che rappresentasse, in modo
intellegibile, la numerosità delle categorie di peso rapportate alle
classi di cintura: adesso tutti possono vedere e controllare quali
sono le categorie più gremite - in base al proprio livello - senza
ricorrere ai ‘sentito dire’ ed a leggende jitsere riportate dai
propri compagni, al ritorno delle gare.
In
generale, riguardo ai dati rilevati, possiamo dire che i numeri sono
tutti in salita e le relative percentuali delle classi categorizzate
(age, belt, etc) si riflettono sempre a livelli abbastanza
comparabili e che non vi sono discrepanza degne di nota. Dai nostri
numeri appare più che significativo l’aumento di master 2 (se
rapportato anche all’apertura quest’anno delle master 3) e delle
donne partecipanti, specie nelle cinture bianche.
Area Parterre:
Oltre
gli immancabili stand degli sponsor, delle ditte di abbigliamento e
dell’acai, da segnalare la presenza degli amici dell’Area 21 di
Cagliari, lì per sponsorizzare il proprio camp estivo e Gara in
territorio sardo (Bjj Summer Week): Bello vedere la collaborazione
federale e le sinergie atte a promuovere simili iniziative su
territori diversi dai tradizionali capoluoghi del bjj. Daniele Pisu e
compagni hanno teso la mano e regalato un sorriso a chiunque si
avvicinasse alla loro tenda, nonché hanno ‘passato’ bella
musica, utile per distrarsi anche per chi si trovava nella limitrofa
area riscaldamento, in procinto di gareggiare; a tal proposito,
ricordo che alla prima edizione dell’italian open (2012), in tutto
il palazzetto, veniva diffusa una rilassante musica ‘ambient/chill
out’: che fine ha fatto???
Arbitraggio:
Gli
arbitri bravissimi, nonostante le solite inevitabili sbavature, più
o meno grandi. Fermo restando la difficoltà e l’errore umano
ammesso e comprensibile in simili evenienze, l’arbitraggio è stato
certamente positivo. Fatta eccezione per singoli eventi, in molti
casi le questioni arbitrali che ci hanno segnalato hanno riguardato
le solite questioni di “interpretazione” del regolamento del
IBJJF su talune dinamiche di lotta e l’assegnazione dei punti e/o
dei vantaggi, l’attribuzione dei richiami per passività/vittoria
per decisione arbitrale. Mentre in alcuni casi si potrebbe parlare di
semplice errore umano, in altri è stata forse l’inesperienza di
taluni referee ad ingenerare l’errore. Infine, lo ribadiamo,
massimo rispetto verso gli arbitri, che nel complesso, hanno svolto
un lavoro encomiabile.
Livello tecnico
Livello
tecnico degli atleti ulteriormente incrementato, anche grazie alla
sempre cospicua la presenza di stranieri. Date le difficoltà
oggettive nel tracciare un trend lottatorio
della gara, nonostante sia rimasto per due giorni chiuso nel
palazzetto, quest’anno ho chiesto l’aiuto di tanti amici di
diversi team (impossibile nominarli tutti) per avere un loro parere
nel merito. Nonostante le numerose risposte ricevute, anche
quest’anno non è stato possibile, stilare delle vere e proprie
statistiche di proiezioni/guardie/submission (o un rapporto tra
vittorie ai punti vs vittorie per sottomissione): una simile
operazione sarebbe uno strumento formidabile per il nostro jiu jitsu.Qualche
informazione utile siamo riusciti comunque a ricavarla.
In
analogia all’anno scorso in questo campionato non ho registrato un
incremento nel ricorso alle proiezioni come percorso perentorio del
proprio game plan (fatta sempre eccezione per gli immancabili
liberisti e judoka, iscritti nelle cinture bianche e blu). Nel
contesto di questa tematica, numericamente, ci son stati più single
leg e ankle pick, seguiti da qualche bel double. Non è mancata
qualche bel drop seoi nage ed un paio di kataguruma davvero
impressionanti, ma la chiamata in guardia (specie in mezza e/o
direttamente in DLR) ha comunque dettato legge nelle transizioni da
in piedi al ground game.
Quello
che si è certamente notato di più rispetto all’anno scorso è
stata una leggera tendenza a preferire il ‘lavoro da sopra’;
molti incontri son sembrati una guerra nervosa e attendista, tesa
all’imposizione dei propri passaggi di guardia. La consapevolezza
nell’ utilizzo del berimbolo come sweep della DLR è stato ben
visibile a tutti i livelli negli adult (invece, è praticamente uno
sconosciuto, nelle master 2 e master 3).
Anche
quest’anno le guardie aperte tipo DLR/inversa, spider, spider/lasso
sono state, a livelli alti, le più utilizzate. Non ho notato il
ricorso a high guard e rubber guard ma col GI, dalla viola in poi,
si sono viste molte lapel guard e similari (anche se raramente
sortivano gli effetti desiderati).
Nel
NOGI gettonatissime, da sotto, le transizioni di mezza guardia e
mezza profonda con sweep o da mezza guardia a single leg sono state
invece molto comuni a tutti i livelli.
Al
di là delle singole tecniche e delle transizioni, credo di poter
identificare i ‘leit motiv’ strategici, messi in atto, in due
categorie: A) game plan orientati alla presa di schiena (Marcelo
Garcia & Mendes Bro, docet) B) game plan caratterizzati dal
forzare posizioni che favorissero l’attacco alle gambe. Tale ultima
strategia, è stata perseguita, da sopra, durante i passaggi e
lavorando da sotto tramite X/single leg X.
Da
quanto appena scritto, scaturiscono le ovvie considerazioni sulle
sottomissioni più viste. Sempre
più viva la tendenza ad utilizzare leve alle gambe e quest’anno ho
notato alcune sottomissioni/tentativi di sottomissione tramite
‘figura 4’ al piede nelle marroni e nere. Nelle cinture inferiori
si è invece fatto spesso ricorso alle leve ‘dritte’ o ‘belly
down’, specialmente nel NOGI. In questi casi però mi sento di dire
che la percentuale di riuscita è stato nettamente inferiore.
Dalla schiena invece penso tranquillamente di poter dire che il ‘Re e la Regina’ delle submission sono stati il Bow and Arrow e lo strangolamento coi baveri (GI). Nel NOGI, il RNC come sempre è stato sovrano, mentre un po’ più assente è stata la marcelotine che l’hanno scorso avevo notato su più tatami e che quest’anno mi aspettavo in incremento. Non sono mancate delle funamboliche finalizzazioni al volo, ma non direi che potrebbero fare statistica.
Dalla schiena invece penso tranquillamente di poter dire che il ‘Re e la Regina’ delle submission sono stati il Bow and Arrow e lo strangolamento coi baveri (GI). Nel NOGI, il RNC come sempre è stato sovrano, mentre un po’ più assente è stata la marcelotine che l’hanno scorso avevo notato su più tatami e che quest’anno mi aspettavo in incremento. Non sono mancate delle funamboliche finalizzazioni al volo, ma non direi che potrebbero fare statistica.
Menzione d'onore:
A
tutti i livelli, ma specie per le cinture nere e marroni, ci sono
stati tanti bellissimi match, impossibile ricordarli – e anche in
tal caso – descriverli tutti. Sicuramente ‘più di qualcosa ci è
sfuggito’. Ho ricevuto un resoconto a chi ha collaborato a questo
report, abbiamo fatto il possibile ma ciononostante ci siamo resi
conto che comprendere il tutto è impensabile: chiedo quindi
anticipatamente venia a chi non viene citato in questa sezione
nonostante abbia fatto un vero e proprio exploit competitivo a
Firenze.
Cinture
Bianche:
Andrea
Miccio (Matside Milazzo) e Riccardo Faeti, vincono tutti (o quasi) i
loro incontri per finalizzazione in categorie numerosissime ove per
arrivare in finale bisogna fare 5-7 incontri. Faeti vinceva la finale
contro un fortissimo atleta che in precedenza aveva finito tutti i
suoi incontri tramite baseball bat choke ‘da sotto’ (detta anche
‘pegabobo’).
Cinture
Blu:
Oltre
a Davide Scarano, sono rimasto impressionato dalla crescita di Nicola
Castellano e Nicolas Nasso (Aeterna JJ), il futuro della disciplina
in Italia è certamente in buone mani (quelle di Luca Anacoreta).
Ma
nelle Blu la mia attenzione è stata ‘rapita’ dal Jiu Jitsu di
Guido de Gregori Torrini (Tribe JJ): solido, senza sbavatura,
poliedrico, agonisticamente cattivo. Vince anche l’assoluto contro
il formidabile Rabolini (Flow), ‘bestia nera’ della categoria in
Italia. Le cinture blu hanno anche visto la presenza e le vittorie
del lottatore di MMA Carlo Pedersoli (Flow JJ), lo avuto accanto
negli spalti, un ragazzo umile come pochi.
Chapeau
al Master A. Salimbene (RGC), un cyborg che lotta GI e NOGI anche
negli assoluti guadagnando sempre una medaglia, con l’entusiasmo ed
il sorriso di un sedicenne: Il volto sano di questa disciplina!
Cinture
Viola:
Già
in questa categoria il resoconto diventa più difficile, molti
stranieri fortissimi. Giorgio
Saliani che continua a crescere e centrare l’obiettivo, davvero
‘intenibile’ sul tatami. Roby Rick Penalosa (Aeterna JJ),
bravissimo, sempre puntuale nelle gare che contano. Gabriel
Cronemberger (BudoClan) autore come sempre di un bellissimo
campionato con incontri avvincenti fino all’ultimo secondo,
stravince la sua categoria (che includeva anche il taurino Alic
Dzevad). Ottimo Valerio Pistar per il primo posto negli assoluti.
Bravissimo il siciliano Rosario Cataldo (Cyclone), oro in categoria.
Il plauso più grande in questa classe di cintura va al Master
Giuseppe Volo (Matside JJ) che si cimenta nella due giorni e guadagna
con onore, un bel gruzzolo di medaglie anche nella più importante
delle gare nazionali.
Cinture
Marroni:
Oltre
ai sempre bravissimi R. Cassella, G. Popa, J. Madaro (oro in
categoria), S. Costa, che per me sono esempi tecnici da seguire,
quest’anno la scena è stata certamente rubata dal ceco Eldar
‘Yakuza’ Rafigaev, lottatore professionista di MMA e grappling.
Atleta sconosciuto ai più in Italia, ha vinto con una facilità impressionante
i suoi incontri, in modo netto o per finalizzazione con una
padronanza ed una flemma di pochi (consiglio: cercatelo su youtube o
sui suoi account social per capire…)
Cinture
Nere:
Da
segnalare il positivo incremento delle categoria con numerosissime
presenze europee e brasiliane che hanno reso questo open un vero e
proprio spettacolo anche per i non addetti ai lavori.
Uno
‘show’ rivedere Alexander ‘Batatinha’ Vasconcelos (Batatinha
Team) combattere in Italia, sotto i propri occhi; nulla ha potuto il
bravo Gianluca Boni (RGC) contro di Lui in finale.
Finalmente
il popolo jitsero italiano – e soprattutto la frazione femminile -
ha potuto vedere in gara l’arbitro Sada Kurimori, tecnicissimo e
molto a suo agio nella versione ‘atleta’, finalizza il buon
Fabricio Carvalho tramite omoplata in semifinale e vince la finale
contro il nostrano Meneguzzo.
Menzione
d’onore anche al M° Andrea Carotti, arbitro che invece ha sempre
partecipato come atleta nelle stesse gare in cui arbitrava. Combatte
due volte col Maestro F. Nascimento, ma è nell’ultima lotta che da
il meglio di se vincendo con una kimura dalla guardia chiusa,
ottenuta con un interessante set up (che ho già messo nei miei
appunti).
Parlando di Head Coach, che in primis si mettono in gioco, impossibile non citare il ritorno in gara del M° B. Serrini che vince le sua categoria e contribuisce così alla vittoria a squadre della Matside.
Parlando di Head Coach, che in primis si mettono in gioco, impossibile non citare il ritorno in gara del M° B. Serrini che vince le sua categoria e contribuisce così alla vittoria a squadre della Matside.
Sembrerò
ripetitivo ma senza Luca Anacoreta non sarebbe lo stesso Italian
Open; e non solo perché solo guardarlo ti da un idea di un altro
mondo ma perché, dato il fattore territoriale, quando combatte Lui
si ferma il palazzetto e si crea una specie di magia. I suoi incontri
sono uno spettacolo – bellissimo quello contro Bruno Reale e
sanciscono ulteriormente il suo dominio. La sua finale contro Kleber
Silva, iniziata con una splendida proiezione (una sorta di variante
di kataguruma) finisce per squalifica dell’avversario.
(NOTA:
Non ho ricevuto report dettagliati su lottatrici e/o match di donne
da segnalare, ma sono certo che ci sono stati incontri e prestazioni
notevoli anche lì).
La
classifica a squadre ha visto vincere la Matside, seguita Tribe JJ e
Milanimal. Su tale risultato si rimanda all’attenta analisi fatta
da Maxbjj con particolare riferimento al rapporto tra numero di
partecipanti e numero di medaglie.
Note Piacevoli
In
primo luogo, non è possibile non citare gli incontri dei ‘bimbi’
che facevano tenerezza al loro approcciarsi al tatami e che poi, una
volta ingaggiata la lotta, stupivano tutti con movenze e transizioni
degne di agonisti navigati.
Secondariamente,
una cosa che mi ha notevolmente colpito è stata la crescente
diffusione del ‘terzo tempo’ rugbystico anche all’Italian Open,
ovvero l’usanza dell’invitarsi per una birra e un pasto una volta
cessate le ostilità agonistiche. Posso testimoniare di aver visto
numerosi medagliati, scendere dal podio e dirigersi insieme ai
propri avversari verso i punti ristoro per festeggiare insieme. Avevo
già visto simili situazioni in eventi sporadici, ma sono certo che
il tasso di terzi tempi a Firenze sia notevolmente aumentato:
speriamo che l’adozione di questa sana abitudine della palla ovale
diventi presto consuetudine del mondo jitsero.
Autore del reportage è Enrico De Luise al quale va il mio più sentito ringraziamento per questo fantastico reportage.
Grazie per questo reportage e soprattutto per le statistiche, davvero interessante poter monitorare l'evoluzione dei praticanti. A mio parere il BJJ Open di Firenze è stato certamente un successo per il numero di iscritti ma sul lato organizzativo i miglioramenti sono necessari. Detto questo lo staff è stato senza dubbio molto gentile e sempre disponibile. Una nota rispetto rispetto a docce e bagni, credo che l'autore dell'articolo abbia avuto modo di usufruirne molto all'inizio della giornata perchè quando, ahimé, è stato il turno del sottoscritto la situazione era inaccettabile. Questo non dipende chiaramente dalla organizzazione ma dal rispetto della gente però con una utenza di 1400 iscritti più il pubblico bisognava a mio avviso prevedere alcuni giri di pulizia. Fatto davvero inaccettabile e ho letto un post recente che già segnalava la cosa: i risultati non sono reperibili, non si hanno ancora dati completi a quasi un mese e mezzo dalla chiusura della competizione. In ultimo Firenze è una città molto afosa in estate ma si comprendere come i costi organizzaztivi siano minori che a Roma, quindi sarebbe meglio magari ripensare il periodo e anticipare di un mese la gara, affinchè si tenga a inizio maggio perchè nonostante tutto faceva comunque decisamente caldo. all'interno della struttura.
RispondiEliminaSono d'accordo con "anonimo" in tutto. Pnesa re di non dare i risultati mi pare assurdo, dopo l'Open di Torino o quello di Milano in 48 ore si hanno tutte le classifiche
EliminaNon mi vorrei sbagliare ma quelli del milano challenge non escon, mi pare, dal 2014..
RispondiEliminaAllora mi sono sbagliato; il fatto che quelli del Milano challenge abbiano smesso di rendere noti i risultati però non giuastifica l'organizzazione di Firenze. Emtrambe le orgasnizzazioni colpevolmente peccano su questo aspetto
RispondiEliminaAssolutamente; se avrai voglia di approfondire il discorso classifiche ti accorgerai che è un andazzo diffuso. Spesso non escono. Quello che posso percepire da partecipante/pagante da un comportamento del genere è "la gara l hai fatta, i soldi li abbiam presi: ciao e grazie". Peccato; credo che compilare non sia cosi' complicato e si chiuderebbe il cerchio con la pace di tutti.
RispondiEliminaQuesta è la mia stessa sensazione anche perchè sti risultati li devono avere se poi fanno la classifica a squadre per assegnare podi etc. Direi che sia una cosa dovuta. A oggi solamente grazie all'articolo pubblicato qui sappiamo quali siano le prime 3 società classificate, nulla più
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