domenica 24 dicembre 2017

Fabio Gurgel confessa il suo più grave errore

Fabio Gurgel un anno fa pubblicava sul suo blog un articolo che aveva come argomento un tema che suscita dibattito e polemica nell'ambiente del Jiu-Jitsu, ovvero il corridoio polacco o "faixada". Dice Gurgel:

"Il mio più grande errore e quello che mi è costato centinaia di studenti è stato il Corridore polacco. Tutto è iniziato come uno scherzo nella mia palestra ... non sono sicuro da dove ho avuto questa terribile idea, ma il fatto è che l'ho usato per molto tempo e si è diffusa nel Jiu-Jitsu a una velocità spaventosa, forse altri insegnanti come me hanno iniziato da soli ... sta di fatto che questo rituale è entrato a far parte nell'ambiente delle accademia di Jiu-Jitsu, gli allievi lo hanno sopportato e persino apprezzato, sembrava un test come quelli che vediamo nei film di guerra dove le caserme militari preparano i loro soldati per affrontare le difficoltà che devono venire, gli studenti si sentono meritevoli di quella nuova cintura e di aver sopportato quelle cintate che in fondo non avevano nessuno scopo.

Il tempo passava e le accademie di Jiu-Jitsu si rivolgevano sempre più alla competizione e sempre dando la priorità alla partecipazione degli allievi "casca grossa" non si sentiva il bisogno di cambiare la festa di graduazione, dopotutto essere "casca grossa" era quasi un obbligo e cosa era un semplice corridoio per un ragazzo abituato a soffrire negli allenamenti  per le competizioni?

Un bel giorno ho avuto un'esperienza che mi ha fatto ripensare a tutto questo ... a una festa di graduazione abbiamo avuto la presenza della madre di un allievo che si sarebbe diplomato quel giorno, era inizialmente molto orgogliosa probabilmente in attesa di una cerimonia glamour (alias come dovrebbe essere) quando improvvisamente il "corridoio" si è formato, le urla di "Uh morirai" cantate da tutti i quasi 100 allievi che erano sul tappeto, e c'era il ragazzo che stava attraversando quella pazzia, sua madre era terrorizzata e disse a suo padre che avrebbero dovuto segnalarlo in una stazione di polizia! Il padre era diviso tra l'orgoglio di vedere suo figlio vincere la situazione e conquistare la cintura sognata e quella di calmare la madre, il figlio si era laureato e la sua felicità faceva sì che la madre rinunciasse a presentare denuncia e accettasse solo di congratularsi con il figlio, ma quella per me fu la goccia che fece traboccare il vaso e la prova che stava accadendo qualcosa di molto sbagliato e che era necessario cambiare.

Non ho mai più permesso che tutto ciò accadesse di nuovo nella mia palestra, al contrario oggi il test non è più sulla resistenza [al dolore] ma sulla tecnica, gli esami hanno preso il posto del corridoio polacco e il risultato è discutibilmente migliore, i miei allievi sono sottoposti ad un equo esame  che li mette di fronte a ciò che conta veramente: se la mia scuola riesce a insegnare loro un buon Jiu-Jitsu.

Questo non è stato l'unico cambiamento che ho apportato quindi non posso attribuire la crescita della mia accademia a lei sola... ma una certezza che ho è che Il corridoio polacco dovrebbe essere abolito da tutte le scuole di Jiu-Jitsu del mondo."

Oggi Gurgel ha pubblicato un video in cui ribadisce questi concetti e aggiunge altre considerazioni.

"Ho  usato il corridoio nella mia accademia è lo identifico come un mio grande errore. Non vedo nessun aspetto positivo nella pratica di questa consuetudine" . La faixada - dice Gurgel - non fa parte della tradizione del Jiu Jitsu,  lui ad esempio non passò attraverso il corridoio quando fu graduato ad ogni cambio di cintura e ricevette applausi non frustate.

"Il Corrido fu visto come una forma di rito nel quale provare il proprio coraggio, il sacrificio per aver raggiunto il traguardo della cintura quando in realtà è tutto il contrario. Gli sforzi che un allievo ha fatto per arrivare a prendere la cintura devono essere premiati non deve essere sottoposto ad un'azione violenta. Quello che realmente è importante è lo sforzo e l'impegno che l'allievo ha messo non il fatto di passare attraverso un corridoio dove si metta a rischio la sua incolumità. La gente dice che basta usare moderazione. Ma come si fa a controllare 50 persone, l'istruttore non può controllare i rischi che un simile azione comporta.

Qual'è il beneficio per l'allievo? Non ce n'è alcuno! Esiste la codardia di molte persone che fanno a gara a chi colpisce più forte il suo compagno senza scopo, questo  non ha alcun beneficio."

Ci sono - dice Gurgel -  tra i suoi allievi, quelli che loro chiamano i "dinosauri", che ripiangono quel rito. Lui li capisce ma bisogna anche capire che per la salute della propria accademia questo rito non ha alcun vantaggio. Non è un vantaggio né per l'allievo graduato, né per chi colpisce con la sua cintura e né per l'accademia.

Nel video Gurgel invita tutti ad abolire il corridoio polacco, è inaccettabile - aggiunge -  che un allievo debba passare questo tipo di situazione che si può trasformare in una grave mancanza di rispetto, in un atto di bullismo, di umiliazione. E' necessario che l'allievo graduato riceva l'applauso delle persone che presenziano il suo passaggio di cintura e che queste comprendano  e partecipino allo sforzo che l'allievo ha impiegato per arrivare a ricevere quel riconoscimento.

Passare il corridoio non è sinonimo di bravura, non prova che l'allievo è un "casca grossa", non bisogna associare il corridoio, che è  pura violenza, con qualcosa legata alle arti marziali.
"Non è old scholl, non è tradizione, non è niente di tutto questo, fu un equivoco che feci, che ogni maestro della mia generazione fece e che si diffuse nell ambiente del Jiu-Jitsu. Sono qui per confessare un gravissimo errore che ho commesso come maestro ma è importante che la gente comprenda questo e  che abbia la determanzione e l'umiltà di cambiare. Ho abolito il corridoio e oggi sono un difensore dell'abolizione di questo metodo che non è dignitoso per il Jiu-Jitsu."


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