martedì 9 aprile 2019

Il Gracie di adozione


Anche senza portare il cognome della più conosciuta dinastia di lottatori del mondo, Pedro Hermeterio Araujo de Castro, è stato indubbiamente “uno di famiglia”.

I piccoli Rolls, Rorion e Rickson, racconta fieramente in una intervista, hanno mosso letteralmente i primi passi davanti a lui e secondo un curioso aneddoto, smettevano di piangere quando l'allora giovane Pedro li prendeva in braccio.

Dopo aver conosciuto il jiu jitsu nel 1943, all'età di diciannove anni, grazie ad un camp intensivo tenuto da Carlos Gracie nello stato di Ceara in Brasile, Pedro, grazie al talento ed alla straordinaria dedizione mostrata, divenne in breve tempo assistente del suo maestro ed iniziò sin da subito a fare dell'arte marziale di origine nipponica anche un modo per guadagnarsi da vivere.

Successivamente, invitato da Helio Gracie a vivere a Rio de Janeiro, trascorse quattro anni nello studio intensivo dell'Arte nel cuore della famiglia ed a contatto con i suoi membri di spicco, prima di trasferirsi su richiesta di Gastao Gracie ad insegnare a San Paulo dove si stabilì in via definitiva.

Fiero sostenitore dei suoi maestri, visse nel rispetto di chi gli aveva insegnato e fu araldo della famiglia nella buona e nella cattiva sorte anche quando si trattò di difendere il prestigio dell'accademia dalle sue stesse rivalità interne.

Pedro Hemetério Vs. Waldemar Santana

Nel dicembre del 1953 infatti Pedro Hermeterio detto “Homen-Quiabo”, fu costretto a scendere in campo come campione di Helio nell'increscioso affare di famiglia che lo vide contrapposto a George Gracie, una sfida per decidere quale versante della dinastia esprimesse il miglior jiu jitsu.

La questione si chiuse  dopo 26 minuti e 34 secondi di intensa lotta quando George “Gato Ruivo”, fu costretto alla resa da uno strangolamento sotto monta e Pedro rivendicò il primato del suo amico e maestro davanti agli occhi del pubblico.

Dopo una lunga vita dedicata all'Arte, Mestre Hermeterio si spegnerà all'età di 86 anni con l'unico rammarico di aver dovuto lasciare il tatami nell'ultima parte della sua vita a causa dei problemi di salute.

Il suo lascito al mondo del jiu jitsu brasiliano e della lotta in generale, oltre al ricordo delle sue sfide ed alla sua eredità tecnica di insegnante, è una ricca collezione di ricordi sulla storia dell'arte marziale che ha tanto amato formata e custodita in oltre quarant'anni di attività nella sua accademia di San Paulo.


Di Simone “Muso” Caruso, autore per la pagina KONG

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