Dall'8
marzo 2020 il Governo in carica ha assunto i pieni poteri, facendosi
espressione di una corrente preminente di virologi e mettendo in
quarantena l'intera Nazione per rispondere all'emergenza del Covid-19. I
cittadini sono stati obbligati a rinunciare alla libertà di
circolazione e alle più elementari libertà personali, in moltissimi non
possono più nemmeno lavorare. La misura di quarantena non è stata
accompagnata da interventi economici atti a sostenere i cittadini e il
Paese è stato messo in ginocchio.
Oggi vi chiediamo di firmare in massa questa petizioni per chiedere la fine di questa illegittima e inutile quarantena e la rimodulazione delle misure di contenimento legate alla pandemia in corso sulla base dei dati oggettivi e non del panico diffuso attraverso la rete mediatica mainstream. In questo senso i dati da tenere in considerazione sono quelli dell'Istituto Superiore della Sanità che ha analizzato la verità su una malattia che non giustifica affatto le misure prese.
Ad oggi l'ISS ha pubblicato i dati su un campione di 16.000 decessi circa, campione dunque più che mai significativo. L'età media delle persone decedute con o per Covid-19 si attesta sui 78 anni. L'età media dei ricoverati è invece di 15 anni inferiore.
Di queste persone solo il 3,3% non aveva altre patologie e pertanto può essere definita morta per Covid-19, un dato dunque, seppur tragico per chi non c'è più e per i familiari, statisticamente circoscritto e contenuto.
Un 14,8% del campione analizzato presentava una patologia, il 20% due patologie, mentre oltre il 61% aveva più di 3 patologie.
Al 9 aprile erano 197 i deceduti sotto i 50 anni, di cui la maggior parte con gravi patologie pregresse, mentre solo otto persone sotto i 40 anni sono morte senza pregresse patologie di rilievo.
Al fine di rimettere i numeri nelle giuste proporzioni è bene ricordare che in Italia muoiono oltre 600 mila persone l'anno, la possibilità per una persona al di sotto dei 60 anni di morire di Covid-19 è dunque statisticamente bassa se comparata a quella di morire per altre patologie.
Da tali dati oggettivi discende l'assoluta inadeguatezza dell’attuale quarantena e la necessità che i principii alla base della stessa vengano tempestivamente rivisitati.
Si propone pertanto:
- da 0 a 60 anni, in assenza di gravi patologie pregresse, il ritorno alla normalità, ossia alla situazione ante 9 marzo 2020, con obbligo di dispositivi di protezione nei luoghi di lavoro e per gli esercenti del commercio, rispetto e controllo delle norme igieniche essenziali in ogni periodo
- oltre i 60 anni e per chiunque sia affetto da patologie pregresse invalidanti, il proseguimento della quarantena domiciliare, su base volontaria e senza illegittima imposizione della autorità, con il sostegno economico da parte dello Stato, che provvederà alle cure e ai bisogni del cittadino, in modo da assicurare un totale e sicuro distanziamento sociale. Tale facoltà potrà essere estesa ai conviventi e a chiunque, per sicurezza personale, scelga di vivere in uno stato di isolamento totale fino all’annuncio ufficiale dell’impossibilità di entrare a contatto con Covid-19.
La vita deve continuare, la libertà è un motivo per cui morire e non si rinuncia a essa per la paura della morte.
Firmate!
Ilaria Bifarini e avv. Marco Mori
Fine della quarantena
Oggi vi chiediamo di firmare in massa questa petizioni per chiedere la fine di questa illegittima e inutile quarantena e la rimodulazione delle misure di contenimento legate alla pandemia in corso sulla base dei dati oggettivi e non del panico diffuso attraverso la rete mediatica mainstream. In questo senso i dati da tenere in considerazione sono quelli dell'Istituto Superiore della Sanità che ha analizzato la verità su una malattia che non giustifica affatto le misure prese.
Ad oggi l'ISS ha pubblicato i dati su un campione di 16.000 decessi circa, campione dunque più che mai significativo. L'età media delle persone decedute con o per Covid-19 si attesta sui 78 anni. L'età media dei ricoverati è invece di 15 anni inferiore.
Di queste persone solo il 3,3% non aveva altre patologie e pertanto può essere definita morta per Covid-19, un dato dunque, seppur tragico per chi non c'è più e per i familiari, statisticamente circoscritto e contenuto.
Un 14,8% del campione analizzato presentava una patologia, il 20% due patologie, mentre oltre il 61% aveva più di 3 patologie.
Al 9 aprile erano 197 i deceduti sotto i 50 anni, di cui la maggior parte con gravi patologie pregresse, mentre solo otto persone sotto i 40 anni sono morte senza pregresse patologie di rilievo.
Al fine di rimettere i numeri nelle giuste proporzioni è bene ricordare che in Italia muoiono oltre 600 mila persone l'anno, la possibilità per una persona al di sotto dei 60 anni di morire di Covid-19 è dunque statisticamente bassa se comparata a quella di morire per altre patologie.
Da tali dati oggettivi discende l'assoluta inadeguatezza dell’attuale quarantena e la necessità che i principii alla base della stessa vengano tempestivamente rivisitati.
Si propone pertanto:
- da 0 a 60 anni, in assenza di gravi patologie pregresse, il ritorno alla normalità, ossia alla situazione ante 9 marzo 2020, con obbligo di dispositivi di protezione nei luoghi di lavoro e per gli esercenti del commercio, rispetto e controllo delle norme igieniche essenziali in ogni periodo
- oltre i 60 anni e per chiunque sia affetto da patologie pregresse invalidanti, il proseguimento della quarantena domiciliare, su base volontaria e senza illegittima imposizione della autorità, con il sostegno economico da parte dello Stato, che provvederà alle cure e ai bisogni del cittadino, in modo da assicurare un totale e sicuro distanziamento sociale. Tale facoltà potrà essere estesa ai conviventi e a chiunque, per sicurezza personale, scelga di vivere in uno stato di isolamento totale fino all’annuncio ufficiale dell’impossibilità di entrare a contatto con Covid-19.
La vita deve continuare, la libertà è un motivo per cui morire e non si rinuncia a essa per la paura della morte.
Firmate!
Ilaria Bifarini e avv. Marco Mori
Fine della quarantena
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