venerdì 18 dicembre 2020

Didattica lineare o circolare?

 

Ci sono due approcci didattici diversi: la didattica lineare o unidirezionale e la didattica circolare o bidirezionale. 

Il metodo unidirezionale e il modello tradizionale di insegnamento lineare (ex cathedra o frontale). L'apprendimento è il risultato dell'insegnamento. L'alunno/allievo è il ricevente di un messaggio che viaggia sempre nella stessa direzione a partire dall'insegnante. Seguendo questo metodo ci si affida a programmi didattici in progressione, che partono da ciò che è ritenuto "semplice" per giungere a ciò che è ritenuto "complesso".

Il metodo bidirezionale  o circolare è un approccio più flessibile che inserisce una componente dialogica tra docente e studente. Non avremo una semplice trasmissione di conoscenze ma una comunicazione di esse, perché comunicare non è solo trasmettere è anche ascoltare e ascoltando l'insegnamento si modifica.  L’insegnare e  l’apprendere non sono due processi distinti, in un rapporto diretto nel quale l'insegnamento è causa e l'apprendimento l'effetto, ma due poli di un rapporto circolare che da vita ad una interazione dialettica nella quale i due ruoli si rovesciano l'uno nell'altro, si alternano, si intrecciano, si  combinano, poi si separano per poi tornare  a convergere.

Questo metodo non si affida a programmi didattici in progressione,  ma ad una struttura reticolare che non ha un inizio e una fine, non si divide in moduli didattici che prevedono tecniche per principianti e allievi avanzati, ma moduli interconnessi che possono essere esplorati partendo da ogni punto del reticolo.

Non esiste così un obiettivo finale, non esiste ne può esistere nel Jiu-Jitsu un programma che ha un inizio semplice ed una fine complessa. Collegare tecniche a determinate cinture e seguire un programma lineare ha più  a che fare con altre motivazioni rispetto alle pure e semplici esigenze didattiche.

Il metodo circolare, bidirezionale, reticolare nasce  per cercare di sopperire i limiti del classico metodo di insegnamento lineare. Il docente assume il ruolo di guida, lo studente da ricevente passivo si fa protagonista attivo e all'insegnamento ex cathedra si sostituisce il lavora di gruppo per stimolare il ragionamento critico.

Non a caso spesso i migliori atleti sono quelli che hanno avuto la possibilità di integrare la palestra tradizionale con un maestro che segue un metodo lineare con allenamenti bidirezionali e circolari con fratelli o amici in un rapporto di scambio alla pari nel quale i ruoli di insegnante e allievo sono sfumati o del tutto assenti a tutto vantaggio di un apprendimento libero e maggiormente stimolante. Mi vengono in mente i fratelli Ribeiro, Myao, Ruotolo, Terra, Musumeci e tanti altri.

Se attuato in modo appropriato il metodo circolare è superiore all'apprendimento tradizionale proprio perché l'acquisizione di nuove conoscenze è un processo nel quale lo studente è protagonista nell'acquisire nuove informazioni, un processo graduale e continuo che per svilupparsi ha bisogno di un ambiente stimolante, privo di elementi stressanti.

Parafrasando l'assunto della meccanica quantistica che recita: l’osservatore disturba la realtà che sta cercando di misurare, si potrebbe dire che il rischio principale del metodo lineare è che il maestro disturbi l'allievo che sta cercando di imparare.

In questo video, nel quale ho trovato alcune gemme di inestimabile valore, Rickson mostra cosa intendo per metodo lineare unidirezionale.

        

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