sabato 27 febbraio 2021

Chi pagherà i costi della riforma dello sport?


L'assenza di un ministero dello sport  non ha fermato il governo dall'approvare, senza i pareri delle commissioni sport di Camera e Senato, i cinque decreti legislativi per l'attuazione della riforma dello Sport presentata dal ministro 5stelle Vincenzo Spadafora, quando era in carica il governo Conte-2 .


C'è però una sorta di "clausola pandemia" per differire l'entrata in vigore della riforma. In pratica, nel prossimo decreto “sostegno” (ex ristori) sarà approvata una norma che sposterà di un anno l’entrata in vigore delle norme.

"Dopo tanti anni la riforma dello sport è fatta e aprirà una strada di cambiamento per tutti e solo in meglio. Chi la osteggiava è perché non voleva il cambiamento. Finalmente tantissime cose diventano realtà tra le quali la tutele per i lavoratori sportivi", ha affermato soddisfatto l'ex ministro Spadafora.

Contrarie alla riforma molte Federazioni : ieri Figc, Federbasket e Federvolley avevano scritto una lettera al premier Draghi, pregando di rinviare l'approvazione, viste le difficoltà che ha il mondo dello sport in questo periodo.

Il presidente della Federbasket Giovanni Petrucci, parla di una legge "che mette in ginocchio il mondo dello sport" e aggiunge:"Si riforma un mondo che da quanto si evince non si conosce. Lo sport ha attraversato tanti momenti difficili ma un tale caos e confusione come quello che si sta vivendo con queste leggi e proliferazione di organismi non si era mai visto. Adesso oltre al serio e grave problema della pandemia assistiamo anche a leggi che non fanno altro che mettere ulteriormente in ginocchio un sistema sport al collasso. È troppo facile legiferare e disporre che a pagare siano le Federazioni che stanno perdendo soldi e tesserati e società in grave crisi. Altri saranno contenti? Io assolutamente no".

Una riforma che sembra andare verso la regolarizzazione del settore sportivo dal punto di vista fiscale e contrattuale. Così sulla carta sembrerebbe un'ottima cosa: più veri professionisti e meno dopolavoristi... ma a che prezzo!

Molte realtà, piuttosto che regolarizzare i dipendenti, ne faranno a meno ed altre chiuderanno, soprattutto le piccole ASD che hanno un bacino di utenza irrisorio e bassi introiti.

I lavoratori del settore non potranno più essere tenuti con contratto di collaborazione sportiva, ma dovranno avere un contratto regolare che prevederà anche i contributi. Pare che ci sia anche una parte che riguarda le asd ma al momento non sono state date informazioni a riguardo.

Ad avvantaggiarsi della riforma le grosse palestre o le grosse catene del fitness low cost senza personale tecnico. Chi vorrà un istruttore o un personal trainer dovrà pagarselo privatamente e dovrà cercarselo tra i liberi professionisti con partita IVA perché le palestre si affideranno ad essi dal momento che non gli converrà mettere sotto contratto del personale al quale pagare i contributi.

E per quanto riguarda tutti i corsi di sport di combattimento e arti marziali? Tempi duri all'orizzonte. Quali palestre si potranno permettere di regolarizzare gli istruttori con contratti regolari?  Ad occhio e croce mi sembra che questa riforma, così come è stata pensata, colpirà le piccole asd e lo sport di base, in particolar modo gli sport di squadra e di contatto dal momento che non è accompagnata da una vera riforma del lavoro.
 
Ci sono 24 mesi ancora per apportare modifiche alla legge a garanzia dei lavoratori del settore, delle asd e delle federazioni e mi auguro che il nuovo delegato dello sport coinvolgerà ed ascolterà molto di più di quanto abbia fatto Spadafora il mondo dello sport.

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