mercoledì 19 maggio 2021

Brazilian Jiu-Jitsu - Valido strumento per le forze di Polizia

Nel numero di aprile del Periodico ufficiale degli operatori della Polizia di Stato c'è un articolo sul Jiu-Jitsu Brasiliano scritto da Salvatore Ferrante cintura nera di BJJ e assitente capo di Polizia.

Scrive Ferrante: "Inserire un curriculum di Jiu Jitsu Brasiliano per gli operatori delle forze dell’ordine, porterebbe vantaggi enormi sia per gli operatori che per la comunità stessa, tecniche di atterramento, di lotta a terra, blocchi articolari e tecniche di percussione, andrebbero a formare in modo completo, l’operatore di Polizia. Avere una buona conoscenza e padronanza del Jiu Jitsu Brasiliano, significherebbe ridurre in modo esponenziale gli infortuni tra gli operatori durante le colluttazioni, con relativi ridimensionamenti degli equo indennizzi, delle cause di servizio, di assenze per malattia da infortunio in servizio, ecc. Una  importante  formazione  iniziale, un blocco di almeno  40  ore,  accompagnata   successivamente  da una formazione  continua di tre volte al mese, nonché una formazione semestrale di “reparto” e una ricertificazione annuale, porterebbe all’operatore di Polizia una fiducia di azione sul campo molto importante. 

Le tecniche basate sulla realtà e l’enfasi sulle tecniche di controllo dell’opponente, rendono il Brazilian Jiu-Jitsu perfetto per il personale di  pubblica  sicurezza.  Gli schemi tecnici strategici del BJJ, ti mettono in una posizione in cui il tuo avversario non può colpirti, ma potresti, se  vi è la necessità, arrivare a colpirlo al fine di sopraffare una violenta resistenza. Ciò offre ai professionisti della sicurezza pubblica  un’opzione indispensabile per contenere violente escalation di forza, manifestata da soggetti aggressivi.


Molti artisti marziali e istruttori di tattiche difensive dicono ai loro studenti di  “non andare mai a terra” con un soggetto a causa dei pericoli che si trovano lì. Tuttavia, i praticanti di BJJ mirano all’esito opposto, il loro obiettivo è quasi sempre portare la lotta a terra. Sia  le statistiche della Polizia che quelle della famiglia Gracie, affermano che tra il 70 e il 90% delle colluttazioni finiscono al suolo. Portare una  persona agitata e violenta a terra, permette di contenere e limitare azioni e movimenti che in piedi sarebbero teoricamente infiniti. 

Nel confronto in piedi il “combattimento” può essere invertito istantaneamente dal tuo avversario quando ti colpisce con un pugno o anche un  semplice calcio fortuito, ma a terra tutto rallenta e l’avversario non può generare molta forza dietro i suoi colpi. Attenzione però, se è vero che in piedi le possibilità d’azioni violente sono indefinibili, una volta a terra bisogna avere il completo controllo della situazione,  bisogna   obbligatoriamente essere addestrati ad operare in quella condizione, al suolo non bisogna mai improvvisare i movimenti e le azioni. "


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