lunedì 29 agosto 2022

Usiamo il Jiu-jitsu come strumento per educare i nostri impulsi di violenza

Noi del Jiu-jitsu - scrive sul suo profilo Instagram la cintura corallo Yvone Duarte -  sappiamo che i veri combattenti... non incoraggiano la violenza... usiamo il Jiu-jitsu come strumento per educare i nostri impulsi di violenza... per disciplinare i nostri istinti.

Purtroppo non tutti quelli che praticano Jiu-Jitsu sanno che il Jiu-jitsu è uno strumento per educare i propri impulsi di violenza e per disciplinare gli  istinti. Dico questo perché l'assassino di Leandro Lo era un praticante di Jiu-Jitsu ma anche perché Leandro Lo un anno fa è stato denunciato per lesioni personali, reato per il quale rischiava dai tre mesi a un anno di carcere.

Il 3 giugno 2021 Leandro Lo era in compagnia di un cugino, uno zio e due amici e stavano uscendo da un locale al termine di un concerto clandestino (nel mezzo della 2° ondata di Covid), quando un motoboy gli suona  il clacson per sollecitarli ad attraversare la strada.

Il gruppo interpreta il suono del clacson come una provocazione e subito inizia un'animata discussione che poi degenera in un pestaggio. Nelle immagini registrate dalle telecamere si vede il fattorino che viene inseguito e una volta caduto a terra picchiato vigliaccamente dal gruppo; poi è Lo che continua a colpirlo ripetutamente. Il caso è stato portato alla corte penale speciale e il pubblico ministero ha denunciato Lo per lesioni personali.

Il filosofo Lorenzo Magnani a proposito della violenza dice: "Siamo tutti intrinsecamente “esseri violenti”: tale consapevolezza potrebbe migliorare la nostra possibilità di essere almeno dei “violenti responsabili”. Avere più conoscenza della violenza potrebbe forse suggerirci metodi di monitoraggio delle nostre reazioni emotive e razionali e aiutarci a prevenire la violenza. Capire la violenza non significa perdonarla o giustificarla, e può essere di aiuto, ad esempio, ad evitare di cadere in una situazione violenta".

Il praticante di jiu-jitsu, e in primo luogo il maestro, devono fare i conti con la propria aggressività e impulsività e usare il jiu jitsu per coltivare l'autocontrollo e la temperanza.

A proposito di cattivi maestri  questo è quello che Mike Tyson ha detto del suo allenatore e padre adottivo Cus D'Amato:

"Il suo unico obiettivo nel combattimento era ferire, distruggere, in ogni combattimento che ho avuto Cus mi diceva di rompere le costole, fare esplodere il fegato, spingere il naso del mio avversario nel suo cervello. Cus mi ha fatto credere che ferire le persone era nobile. Cus era una bestia feroce e irascibile. Voleva che io fossi il combattente più cattivo che Dio avesse mai creato". 

Oggi Mike Tyson ha scoperto la voglia di riscattarsi dal passato e diventare una persona migliore ed è impegnato nel match più duro che ognuno di noi combatte nella vita: quello contro sé stessi.

      

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