Matteo Bassetti, presidente della Società italiana di terapia antinfettiva ha detto: "Questa Italia chiusa ha poco senso. Qualcuno deve aver preso un abbaglio [...] l’epidemia oggi è drasticamente diversa da quella vista in aprile. Abbiamo cinquecento malati in terapia intensiva, ne avevamo più di quattromila. Qui a Genova, Ospedale San Martino, da un mese nessuno è stato più ricoverato in rianimazione per Covid-19. Vediamo persone di ottanta novant’anni che sopravvivono con il virus [...] certi atteggiamenti di chiusura sono incomprensibili [...] Oggi siamo capaci di affrontare questo virus senza complicarci troppo la vita".
La ritirata di COVID-19 continua imperterrita e del tanto temuto ritorno del virus non si vede neanche l’ombra. Non lo dico io lo dice Guido Silvestri il quale esclude scenari apocalittici – ormai palesemente sballati – come quello che ipotizzava 151mila ricoverati in terapia intensiva in Italia entro l’8 giugno in caso di riapertura.
Il professor Gilberto Corbellini, Professore ordinario di storia della medicina presso l’Università La Sapienza di Roma ha detto: "Se c’è una cosa di cui si può star certi è che questo virus non rappresenta una minaccia per la specie, come qualcuno ha detto. Di base la pandemia finisce con l’adattamento reciproco tra virus e specie ospite. Il mondo umano è estremamente capace di adattarsi."
I dati sono incoraggianti e basati su evidenze scientifiche tali da permettere un ritorno alla normalità, che è come dire imparare a convivere con il virus, non averne paura, tornare alla vita.
Per quale motivo, allora, per entrare in una palestra e per allenarsi occorre seguire delle norme più restrittive di quelle che di deve seguire per accede ad un pronto soccorso?
Le linee guida da seguire per la riapertura delle palestre servono solo a dissuadere la gente dal tornare ad allenarsi, per assurdo oggi è più facile andare a bere e riempire le piazze nei fine settimana che entrare in palestra.
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