Odette Giuffrida, medaglia d'argento ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016 e bronzo a Tokio 2020, ha detto: "Lo dico sempre: il judo non è uno sport maschile, il judo è femmina. Non c'è di che stupirsi, in fondo, quanto hanno dovuto combattere le donne, nella storia? Donne con spalle larghe e braccia forti, donne con la femminilità dentro."
Se un Judoka avesse scritto: "Lo dico sempre: il judo non è uno sport femminile, il judo è maschio. Non c'è di che stupirsi, in fondo, quanto hanno dovuto combattere gli uomini, nella storia? Uomini con spalle larghe e braccia forti, uomini virili", sarebbe stato giustamente criticato. Per quale motivo le parole di Odette non hanno ricevuto alcuna critica anzi, al contrario, vengono elogiate e trasformate in slogan?
Oggi, in ossequio al politicamente coretto, frasi misandriche come queste vengono accettate ed applaudite come se fossero una manifestazione dell'emancipazione femminile. La lotta per la parità di diritti tra i sessi non dovrebbe passare attraverso affermazioni che svalutano il genere maschile che poi vengono usate per alimentare campagne ideologiche misandriche. Non si tratta di stabilire chi sia migliore o più forte, se l'uomo o la donna; tra i sessi non dovrebbe esserci competizione, rivalità.
Alla domanda di un giornalista che gli chiedeva come valutava il Judo femminile Isao Okano rispose: "Per me il judo è il judo. Non c'è distinzione tra judo femminile e judo maschile." Il Judo, come qualsiasi altro sport o arte marziale, non è né femminile né maschile è di tutti e a chi lo pratica dona "spalle larghe e braccia forti".
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