mercoledì 10 novembre 2010

Immobilizzazione vs Controllo


Quando a un principiante si dice di immobilizzare l'avversario nella 100 kg, questi, spontaneamente, farà ricorso a due strumenti: il peso e la forza. Se è più grosso del suo avversario, cercherà di imporre il proprio peso ma non sapendo come distribuirlo correttamente, tenderà a sbilanciarsi e così sarà meno pesante. Se è più muscoloso, cercherà l'immobilizzazione stringendo con la forza delle braccia e così facendo lascerà libere le anche dell'avversario permettendogli così di muoversi.

Con l'allenamento l'atleta impara a pesare in maniera più efficace, impara a ridurre l'uso della forza. In una parola impara a mettere pressione. In questa fase dell'apprendimento immobilizzare vuol dire costringere l'avversario a stare immobile, bloccato al suolo, quindi ogni volta che l'avversario riuscirà a uscire dalla presa  l'atleta  si sentirà di aver fallito e per impedire che questo avvenga, sprecherà preziose energie nel cercare di immobilizzare di nuovo l'avversario. 

Nel momento in cui gli avversari imparano a difendersi e a fuggire, l'idea di schiacciare, per mantenere la posizione, sembra svanire. L'atleta si accorge che immobilizzare non vuol dire letteralmente impedire qualsiasi movimento dell'avversario ma controllarlo. Controllare l'avversario non significa tenerlo immobile ma fare in modo che passi da una posizione a un'altra peggiore.

Nel video si vede chiaramente quanti passaggi occorrano per rendere la 100 kg una posizione di controllo efficace e sicura e come il corpo dell'avversario sia costretto in una posizione sempre più scomoda andando ad agire sull'allineamento del corpo e sulla testa cioè sulla spina dorsale.

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