Molti maestri sono orgogliosi dei loro
allievi quando questi vincono una competizione e questa è una
legittima soddisfazione, ma quale più grossa soddisfazione per un
insegnante di jiu jitsu che sentire un proprio allievo che ti
racconta di come si sia difeso da un aggressione usando una tecnica appresa in palestra.
Affrontato da un gruppo di bulli, un
mio allievo ha neutralizzato un gancio chiudendo la distanza e, in
maniera sicura, ha controllato il suo aggressore. Questi, sorpreso
dalla reazione, e testata l'abilità tecnica della sua presunta
vittima, per non fare una brutta figura di fronte al branco si è
complimentato con lui e l'azione è finita senza nessuno strascico.
Se il mio allievo avesse appreso, come reazione
spontanea, a colpire, probabilmente avrebbe procurato qualche danno ma
allo stesso tempo avrebbe alzato la soglia dello scontro e, trovandosi
in inferiorità numerica, avrebbe rischiato di venire sopraffatto con
tutte le conseguenze del caso.
Il vero Jiu-Jitsu non insegna la self-offence perché è al 100% pura difesa personale. L'obiettivo nel caso specifico era non prendere colpi e venire lasciato in pace dalla gang di bulli. L'obiettivo è stato raggiunto senza doversi imporre sul suo aggressore, non è era questo il suo obiettivo, e dimostrando di avere sangue freddo ha fatto scendere a più miti consigli il suo aggressore spalleggiato dai suoi compari.
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