Nel post precedente abbiamo visto che il consiglio comunale di Rio de Janeiro ha firmato il 12 Giugno 2018 un decreto col quale la famiglia Gracie è stata dichiarata Patrimonio Culturale della città di Rio de Janeiro.
Ben diversa era la considerazione che i carioca avevano della famiglia Gracie nel 1934, due anni dopo il pestaggio del catch wrestler Manoel Rufino Dos Santos. Allora la popolarità dei Gracie era ai minimi storici e l'eco di quell'aggressione non si era ancora spento.
Questo è quello che si poteva leggere sul giornale "Il Diario de Noticia" l'11 agosto 1934: "L'indulto non ha la facoltà di eliminare l'aspetto morale del delitto.
"La lega sportiva della marina rifiuta la richiesta di Carlos Gracie per insegnare il jiu jitsu all'"Armada", e preferisce il giapponese Takeo Yano. Una delle condizioni richieste per esercitare qualsiasi funzione nell'Armada è avere la fedina penale pulità e pare che i fratelli Gracie siano impossibilitati a presentarla in virtù degli avvenimenti recenti, e l'indulto del vecchio dittatore non ha il potere di invalidarlo".
capitano di Corvetta Attila de Monteiro Aché |
Nello stesso giornale si poteva leggere il rapporto ufficiale del capitano di Corvetta Attila de Monteiro Aché che rigettava la richiesta di Carlos Gracie:
"In questa istituzione [lega sportiva] non si insegna semplicemente il Jiu-Jitsu. Sopratutto educhiamo sportiva mente i marinai del Brasile a dar prova di questi insegnamenti in tutte le circostanze. Ora i fratelli Gracie non hanno dato prova di essere capaci, su questo terreno, di dare lezioni a nessuno. Al contrario. Questi ragazzi non sono all'altezza di esercitare la funzione di maestri, né nella Lega sportiva della marina, né in nessuna istituzione del nostro paese. I nostri marinai sono sempre disciplinati è per questo che avrebbero tutto da perdere con tali maestri se dovessere apprendere nelle loro lezioni".
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