mercoledì 29 aprile 2015

Quando i Gracie finirono in carcere



Come tutti sanno la storia è scritta dai vincitori e per quanto ci riguarda i Gracie sono gli indiscussi vincitori. Quello che per un secolo ci hanno raccontato è la loro storia che spesso tende a farsi leggenda. Se da un lato noi tutti gli dobbiamo riconoscenza per quello che hanno fatto per la diffusione del jiu jitsu fuori dal Brasile dobbiamo anche resistere alla tentazione di credere al mito della loro famiglia.

A Marcial Serrano, col suo "O livro proibido do Jiu jitsu" e a Roberto Pedreira, col suo "Choque: The Untold story of Jiu-Jitsu in Brazil" va in parte il merito di avere portato all'attenzione dell'opinione pubblica diversi fatti documentati che ci danno della famiglia Gracie un immagine meno agiografica. Nei loro libri, questi due autori, ci mostrano come in Brasile il Jiu Jitsu non era solo appannaggio dei Gracie e di come le radici del Jiu Jitsu fossero ben più ampie e ramificate fatte di decine di maestri, semisconosciuti o misconosciuti, caduti col passare del tempo nell'oblio e finiti nel dimeticatoio della storia. 

Per due decenni, tra il 1930 e il 1950, Rio de Janeiro fu teatro di aspre contese tra vari stili; i pricipali erano la Capoeria, la Luta Livre, la Lotta greco Romana il Pugilato e il Jiu Jitsu.


Il 22 agosto 1931 Carlos Gracie, incappò in un avversario molto coriaceo, un certo Manoel Rufino Dos Santos maestro di catch wrestling. L'incontro terminò con la vittoria di Rufino, per abbandono di Carlos. Carlos, contro il parere dei giudici sostenne che il vincitore fosse lui e che Rufino si fosse arreso, ragion per cui lasciò il ring prima della  conclusione del match, e se né tornò a casa.
la lettera di Rufino
Manoel Rufino Dos Santos, che all'epoca era il miglior combattente di Catch di Rio, non contento di come fosse finito il match, l'anno successivo sfidò  Carlos con una lettera aperta pubblicata sui giornali in cui gli poneva 13 domande. Nell'articolo si poteva leggere: 

"Perché il signor Carlos Gracie insistette col dottor Renato  Pacheco [presidente della confederazione sportiva brasiliana] affinché il risultato della lotta venisse annullato un mese dopo il suo svolgimento? Perché il signor carlos Gracie non accettò la sfida che il mio allievo Manuel Lima le fece? Perché il signor Gracie non accetto le ripetute sfide di Roberto Ruhmann".

I fratelli Gracie non gradirono l'articolo e la loro reazione ebbe una grossa eco sui giornale e nell'opinione pubblica. 

Nel giornale "Diario de Noticias" si poteva leggere come nella notte del 18 ottobre 1932, "i fratelli Gracie aggredirono brutalmente lo stimato professore di educazione fisica Manoel Rufino Dos Santos" e di come quest'aggressione gli procurò diverse fratture.

Manoel Rufino Dos Santos dopo l'aggressione
Secondo il verbale e le testimonianze il primo ad aggredire Dos Santos fu Helio Gracie con un colpo alla testa sferrato con un bastone di ferro, ma questo non è tutto. La vittima fu immobilizzata e Carlos Gracie pote così vigliaccamente spezzargli il braccio con un armbar. I tre fratelli Gracie lo lasciarono sanguiante e gravemente ferito sul selciato.

Molti anni dopo, in un'intervista alla rivista Playboy Helio Gracie si rammaricò di quell'episodio e ne diede la sua versione: "Fu 66 anni fa che commisi uno dei miei più grandi errori. Un famoso atleta brasiliano (un ex campione di lotta libera) Manoel Rufino dos Santos, dichiarò pubblicamente che stava per mostrare al mondo come i Gracie non valessero niente. Il fatto avvenne presso il Circolo Tennis Tijuca di Rio. Io risposi "Sono venuto a rispondere alla dichiarazione che hai fatto." Gli diedi un pugno e lo gettai a terra, procurandogli due fratture alla testa, e una alla clavicola. Ma fu un atto folle. Oggi non potrei mai ripetere un atto simile."






Carlos, Hélio e George si fecero qualche giorno di carcere e finirono sotto processo, al termine del quale furono condannati a due anni e mezzo di reclusione.   Un paio di ore dopo la decisione della corte distrettuale, Getúlio Vargas (dittatore del Brasile dal 1930 al 1945) amnistiò tutti e tre i fratelli Gracie coinvolti nell'aggressione. I Gracie dovettero ringraziare il fratello di un loro allievo, molto vicino a Vargas, che intercesse per loro e si fece latore di una lettera firmata da 5 ministri ed altre personalità in vista.  All'epoca nell'accademia dei Gracie si allenavano diversi membri del governo tanto che Helio, tra il serio e il faceto, diceva che la sua accademia serviva per riunioni ministeriali  segrete lontane dalla stampa. 



fonti
Marcial Serrano - "O Livro Proibido Do Jiu Jitsu"
Marcial Serrano - "Geo Omori 'O Guardião Samurai'"
Roberto Pedreira - "Choque: The Untold Story of Jiu-Jitsu in Brazil 1856-1949 (Volume 1)"

1 commento:

  1. https://agbook.com.br/books/search?utf8=%E2%9C%93&what=marcial+serrano&sort=&commit=BUSCA

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