Ieri sera ho visto l'ultima fatica artistica del trio Aldo Giovanni e Giacomo. Il film si intitola Il ricco, il povero e il maggiordomo, Il film è stato distribuito nelle sale l'11 dicembre 2014. Ad un certo punto nel film Aldo, nello spogliatoio, fa un discorso ai suoi giovani giocatori della squadra dell'oratorio che lui allena:
"Cos'è un vincitore senza lo sconfitto, il vinto è l'altra faccia della medaglia l'eroe nell'ombra che brama la luce, si dice "HO PERSO" voce del verbo avere, perché la sconfitta la possediamo, è nel nostro DNA e ne andiamo fieri. Sconfitti si, ma non perdenti. Il perdente rinuncia a combattere perché ha paura della sconfitta lo sconfitto, invece, da' battaglia. E voi oggi senza paura avete dato tutto e dare tutto non è poi così lontano dal vincere".
Il 10 maggio del 2013 scrissi un post dal titolo "Elogio della sconfitta" nel quale si può leggere:
"il vincitore deve ringraziare lo sconfitto senza di lui non ci sarebbe competizione, questi rappresenta l'altra faccia della medaglia quella all'ombra ma che per sua natura brama la luce".
"Si dice “ho perso” come qualcosa che si possiede, infatti, si usa il verbo “avere” è qualcosa che ci appartiene che diventa una nostra natura è una malattia in grado di avvelenare la nostra vita agonistica".
Gli sceneggiatori del film non solo hanno usato mie considerazioni sulla differenza tra l'essere "SCONFITTO" e avere "PERSO" ma hanno usato nel monologo le stesse parole e se devo essere sincero l'effetto che fa sentire un allenatore di un oratorio dire: "brama la luce" a dei bambini non è comico ma ridicolo!
Cari Aldo, Giovanni e Giacomo se vi sono piaciute le mie considerazioni sul perdente e lo sconfitto potevate chiedermi il permesso di inserirle nel film, quello che avete fatto si chiama plagio e di solito riccorrono al plagio gli artisti che non hanno idee. Di questo film si salva forse solo quel monologo, non lo dico io lo dice la critica, ("La morale del film fa invece un distinguo fra denaro e identità, e rifiuta la dicotomia perdenti/vincenti, in quanto categorie soggettive e riduttive..."un fantastico Aldo-motivatore di una squadra di calcetto multietnica").
Ho sempre apprezzato la vostro comicità però sapere che andate in cerca di idee in rete e che ve le attribuite mi ha profondamente deluso.
Questo è il post da me scritto il 10 maggio del 2013 dal titolo "Elogio della sconfitta".
"Cos'è un vincitore senza lo sconfitto, il vinto è l'altra faccia della medaglia l'eroe nell'ombra che brama la luce, si dice "HO PERSO" voce del verbo avere, perché la sconfitta la possediamo, è nel nostro DNA e ne andiamo fieri. Sconfitti si, ma non perdenti. Il perdente rinuncia a combattere perché ha paura della sconfitta lo sconfitto, invece, da' battaglia. E voi oggi senza paura avete dato tutto e dare tutto non è poi così lontano dal vincere".
Il 10 maggio del 2013 scrissi un post dal titolo "Elogio della sconfitta" nel quale si può leggere:
"il vincitore deve ringraziare lo sconfitto senza di lui non ci sarebbe competizione, questi rappresenta l'altra faccia della medaglia quella all'ombra ma che per sua natura brama la luce".
"Si dice “ho perso” come qualcosa che si possiede, infatti, si usa il verbo “avere” è qualcosa che ci appartiene che diventa una nostra natura è una malattia in grado di avvelenare la nostra vita agonistica".
Gli sceneggiatori del film non solo hanno usato mie considerazioni sulla differenza tra l'essere "SCONFITTO" e avere "PERSO" ma hanno usato nel monologo le stesse parole e se devo essere sincero l'effetto che fa sentire un allenatore di un oratorio dire: "brama la luce" a dei bambini non è comico ma ridicolo!
Cari Aldo, Giovanni e Giacomo se vi sono piaciute le mie considerazioni sul perdente e lo sconfitto potevate chiedermi il permesso di inserirle nel film, quello che avete fatto si chiama plagio e di solito riccorrono al plagio gli artisti che non hanno idee. Di questo film si salva forse solo quel monologo, non lo dico io lo dice la critica, ("La morale del film fa invece un distinguo fra denaro e identità, e rifiuta la dicotomia perdenti/vincenti, in quanto categorie soggettive e riduttive..."un fantastico Aldo-motivatore di una squadra di calcetto multietnica").
Ho sempre apprezzato la vostro comicità però sapere che andate in cerca di idee in rete e che ve le attribuite mi ha profondamente deluso.
Questo è il post da me scritto il 10 maggio del 2013 dal titolo "Elogio della sconfitta".
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