venerdì 28 luglio 2017

Come riconoscere un'arte marziale funzionale

Prendo spunto da un commento che ho ricevuto sulla pagina Facebook per scrivere questo post. Nel commento si dice: "il bjj è ottimo, ma non si può discriminare ciò che non si conosce".


Ma vediamo come si fa a  CONOSCERE - o sarebbe meglio dire - RICONOSCERE se un'arte marziale che non si pratica è FUNZIONALE.

Ci deve essere il MOVIMENTO di entrambi i lottatori, ovvero chi attacca non deve fermarsi dopo aver lanciato il colpo in attesa di ricevere il contrattacco.

Ci deve essere ENERGIA e RESISTENZA, ovvero i due lottatori non devono essere collaborativi. 

Ci deve essere il TEMPISMO, il TIMING, altrimenti qualsiasi tecniche è valida sulla carta.

Nelle arti marziali si deve usare il metodo scientifico. Ogni tecnica va sottoposta a rigorose prove di "laboratorio" se non le supera va scartata. Se non si percorre questa strada il rischio è quello di allenare tecniche coreografate è INEFFICACI.

Ogni arte marziale deve poter essere sottoposta a critica puntuale per stabilire se è funzionale o di fantasia. Le tecniche che insegna devono superare delle prove rigorose per verificarne l'efficacia in un contesto reale e non collaborativo e i test devono poter essere ripetibili.

Non vale nulla dire che le tecniche che si allenano furono testate in un lontano passato da maestri mitici  contro i mongoli invasori della santa madre Russia, o che non si possono utilizzare nello sparring perché sono pericolose.

Quando ci si allena per combattere realmente  un calcio è un calcio e un pugno e un pugno come disse Bruce Lee e possiamo aggiungere una proiezione è una proiezione, uno strangolamento è uno strangolamento e una leva articolare è una leva articolare. 

Le raffinatezze stilistiche che distinguono tra loro certe AM finiscono nella spazzatura quando si fa sul serio, le tecniche usate devono essere reali tutto il resto è solo coreografia ed effetti speciali con cui stupire i gonzi.

Avendo gli strumenti per valutare qualsiasi arte marziale, stile e maestro è un dovere discriminare perché chi è interessato a praticare un AM o SDC reale non può perdere tempo con coreografie, metodologie e tecniche inefficaci. 

Chi è interessato al COMBATTIMENTO REALE dovrebbe indirizzarsi verso maestri, coach, istruttori che  seguono un approccio pragmatico e scettico e che testano realmente le tecniche con avversari non collaborativi nello sparring e nelle competizioni.

4 commenti:

  1. dai,concedimi un pizzico di contraddittorio,Max.
    sennò che barba!

    Mi spiace per i fan,ma citare Bruce Lee,gran atleta,ma "salamadonna"se a mai combattuto e con quali risultati(girano solo aneddoti assolutamente contraddittori in merito)non è un grande argomento.

    Volendo fare le pulci ai termini,le arti marziali non sono fatte per il combattimento reale.
    Le AM sono il residuo moderno di antichi e validi metodi di addestramento allo scontro,che hanno spesso perso buona parte dei metodi pragmatici di formazione a favore di allenamento volti alla cultura fisica,formazione personale,esercizio motorio complesso....tant'è che il paradosso è che sport da combattimento come boxe,lotta,kick,sambo,grappling(che NON sono AM),mantenendo il lavoro di sparring/rolling o quelchevolete,sono spesso assai più efficaci in casi di confronto violento delle AM propriamente dette.

    Sul combattimento reale....boh,non so che dire.
    Cosa si intende per combattimento reale?
    Mi sembra un universo.
    per lavoro mi è capitato di contenere con efficacia singoli individui agitati(leggi fuori di testa)grazie alle nozioni di grappling....sono un combattente navigato?
    Ma va là!

    Combattimento reale....
    scazzottata da bar?
    Rissa in discoteca?
    Aggressione proditoria con coltello da parte di sconosciuto?
    pestaggio da parte di un branco di teppisti?
    rapina con aggressore armato che degenera in sparatoria?

    potrei continuare.
    oppure ditemi cosa intendete per combattimento reale,e magari si argomenta con piacere la propria opinione.

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    1. Cosa intendo per combattimento reale? Principalmente il combattimento a mani nude uno vs uno negli ambiti sportivo e di autodifesa. In tutti gli altri ambiti da te citati le capacità di combattimento acquistite in palestra possono essere utili ma subentrano troppe variabili, interi forum marziali sono sopravvissuti per anni disquisendo in merito a simili questioni.

      Che oggi molte arti marziali non siano fatte per il combattimento reale è dovuto al fatto che viene a mancare lo sparring, perché è solo con lo sparring che si preserva la realtà del combattimento, altrimenti si fa rievocazione storica marziale.

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    2. ho capito.
      ok.

      Essenzialmente si può concordare nel merito.

      Poi,ammetto che a me piace la pratica fine a se stessa e rimango un curiosone ricercatore aperto a nuovi stimoli e rispettoso del passato.
      Cerco di cogliere e rubare da tutto.
      Esercizi,modalità di allenamento,forme di confronto,che magari poi modifico a mio uso e consumo(e spesso non insegno....sono cavia di me stesso).

      Probabilmente dal punto di vista immediatamente pragmatico il mio atteggiamento non paga,ma ammetto che ho un atteggiamento di pigra curiosità/diffidenza con il discorso dello street fighting e DP.

      Un maestro di Ju Jitsu(non brasiliano ma molto pragmatico,i suoi allievi si confrontavano con ogni genere di lottatori)aveva un interessante visione della difesa personale.
      grande,grandissimo tecnico,interrogato nel merito,asseriva"mah,in una situazione reale non credo starei tanto sul tecnico:con gli anni di pratica ho sviluppato molta forza nelle mani,quindi penso mi verrebbe da afferrare la gola del mio avversario,e quel che succede succede...."
      Cosa posso dirti,Max....sull'efficacia non saprei,ho apprezzato schiettezza e sincerità.

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    3. L'approccio curioso e aperto deve essere alla base di ogni serio ricercatore marziale ma occorre anche tanto scetticismo e molto pragmatismo. In ogni AM e SDC c'è qualcosa di interessante il problema è che in alcune discipline la mancanza di un sano confronto, leggi sparring e competizioni, determina curriculum pieni zeppi di tecniche e sequenze tecniche tanto fantasiose quanto inefficaci, per non parlare di certe aberrazioni quali il "combattimento psicologico senza contatto". In ogni caso non è mio intendimento fare una crociata contro questi sistemi, sarebbe una guerra persa in partenza, se me ne occupo è quando le loro strade si incrociano con il Bjj e le discipline funzionali.

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