"Giocare alla lotta è un’attività molto apprezzata dai bambini. Far finta di combattere, senza farsi male, piace molto ai bimbi, sia ai più piccoli che ai più grandicelli.
Giocare alla lotta permette anche di conoscere meglio sé stessi e gli altri. Inoltre, consente di esplorare i propri e altrui punti di forza e di debolezza. Giocando, infatti, i bimbi sperimentano i propri limiti e quelli del proprio compagno di avventure. I giochi dove è presente una certa dose di aggressività, dunque, non esprimono cattiveria, ma un tentativo dei bambini di conoscersi e sperimentare il rapporto con gli altri.
Giocare alla lotta può rivelarsi uno strumento importante per la crescita dei piccoli. Una certa dose di aggressività sana, infatti, rientra in ogni fase dello sviluppo dei bambini, soprattutto prima dei sei anni di età. Il gioco della lotta, quindi, può aiutare a scaricare la tensione, la rabbia e l’aggressività. Tutto questo in un contesto protetto, senza farsi male, perché inserito in una situazione di gioco.
Il gioco della lotta è, appunto, un gioco. Esso permette di sviluppare abilità motorie e cognitive. Giocare alla lotta prevede anche lo sviluppo della creatività. Come per i cuccioli di animali, giocare in questo modo aiuta a dosare la propria aggressività, a gestirla e ad affrontarne le conseguenze. Giocare alla lotta, infatti, serve ad acquisire il controllo sulla propria aggressività incanalandola entro comportamenti socialmente accettabili, in quanto ritualizzati e inoffensivi. Il gioco fisico consente di controllare gli effetti del proprio comportamento sull’ambiente fisico e sociale. Il gioco, dunque, consente di creare uno spazio sperimentale in cui si possono mettere alla prova i propri comportamenti, sospendendone le conseguenze."
Dott.essa Annabella Sarpato
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