martedì 13 marzo 2012

Gaetano Maria Barbagli sul nuovo jiu-jitsu



L'immortale Gaetano Maria Barbagli, l'eroico portatore di civiltà guerriera, virgulto di italica volonta e futuristica vittoria, dice la sua sul nuovo jiu-jitsu. Dopo aver visionato i filmati dei nuovi astri nascenti del BJJ, Barbagli, trattenendo a stento il disgusto per siffatte dimostrazioni di lotta poco maschia e affatto ardimentosa, così si espresse:


"Il jiu-jitsu oggi  è un covo di lottatori effeminati! Le loro macchinazioni  si sono evolute a tal punto che ora eseguono innumerevoli numeretti comprensibili solo agli esperti di arti marziane! Tutto questo per ingannarci, per confonderci, mentre agitano quelle loro gambette allo scopo di far venire il mal di testa al baldo fiore della gioventù Italica.

Spezzeremo le ginocchia di questi lottatori e li costringeremo  a rinunziare per sempre alle loro tecniche sovversive! Diabolici albionesi, che con subdolo intento depistatorio, rifiutano di mostrare il loro aspetto, esibendo le terga. Tecniche mosce  da pagliazzi effeminati. Il lottatore italico è maschio, e non si abbassa a tali mollezze. La tecnica Romana è rombante, intrisa di ardito slancio e ardore implacabile. l'italico lottatore fronteggia il nemico mostrando il suo fiero e virile volto e il suo petto maschio e villoso, e non si lorda l'onore facendo capriole oscene.

D'ora innanzi non ci piegheremo più alle decadenti e femminee movenze che nulla hanno a che fare con le virili tecniche del jiu-jitsu delle origini, ora prostituitesi alla colonia albionese d'oltreoceano, col beneplacito dei discendenti di quella schiatta Scozzese dal nobile lignaggio. L'imperativo è ritornare al jiu-jitsu delle origini che un figlio dell'Impero del Sol Levante, piccolo come un soldo di cacio, ma  pugnace come un leone, insegnò in terra Carioca.

Non temiamo i subdoli e femminei attacchi, dei Sambisti, alle nostre  gambe perché le nostre articolazioni sono forgiate col più puro acciaio autarchico  e ricoperte dai possenti muscoli di Atlante. Non temiamo le contorsioni dei pagliazzi, provenienti dal decimo pianeta, perchè l'ardito lottatore Italico si spezza ma non si piega.

I nostri muscoli possenti, che paion quelli di plastiche divinità greche, son stati forgiati per  combattere  nei ruggenti fochi delle battaglie, tra il sudor e il sangue fino alla morte ed oltre!

Il pugnace e maschio combattente è azione, dinamismo,velocità e deride gli orpelli tecnici di cui lo straniero si fa vanto. Egli è consapevole del proprio valore, e del valore dei suoi nemici, anche se sa che nessuno  potrà mai prevalere su di lui, perchè albionico e inferiore.

Per rinfrancare l'animo dei suoi, più volte tentati di cedere a guardie invertite, e abbagliati soltanto dai vantaggi, e infondere  nuovo vigore virile, rafforzando il loro animo guerriero, Barbagli ha una sola soluzione: ritrovare lo spirito dei veri lottatori Romani, sepolto dall'oblio, e riportarlo ai fasti di un tempo". 


2 commenti:

  1. Il retorico eloquio di Barbagli (Guzzanti in Fascisti su Marte) si prestava a fare dell'ironia su una certa visione del bjj che non riesce a stare al passo con i tempi e crede di sconfiggere l'evoluzione tecnica moderna con il volontarismo, e dall'altro per sottolineare un eccessiva sportivizzazione del bjj stesso che porta i lottatori ad esibire le terga in movenza poco marziali. Siamo un pò tutti dibattuti tra l'abbracciare le idee espresse dal Barbagli e la voglia di non essere superati dall'incalzare delle nuove evoluzioni degli astri emergenti del jiu-jitsu e quindi provare berimboli e guardie invertite.

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