martedì 10 giugno 2014

Una leggenda del Jiu-Jitsu Brasiliano che vive in Italia

Yvone Magalhães Duarte oggi vive a Roma
 In Italia  abbiamo l'onore di ospitare  una leggenda del Jiu-Jitsu Brasiliano. Si chiama Yvone Magalhães Duarte ed è la citura nera femminile col più alto grado al mondo (5° grau) e pioniera del jiu-jitsu femminile in Brasile.
 
Dopo aver letto la sua biografia su BjjHeroes l'ho contattata e le ho chiesto se poteva rilasciarmi un'intervista. Ad Yvone è piaciuto il blog e mi ha permesso di farle alcune domande: la sua intervista sarà pubblicata a breve,intanto ve la presento come merita pubblicando questo post per farvela conoscere:

Correva l'anno 1978 e all'età di 14 anni, nella città di Rio de Janeiro, Yvone iniziava il suo cammino nell'arte suave.

Erano  anni di grandi cambiamenti nella società: a Rio De Janeiro nomi come  Marcelo Behring, Rickson, Rilion, Rolls Gracie e Royler erano i protagonisti assoluti degli anni d'oro del jiu-jitsu e in quel mondo dominato da maschi incominciava a fare i suoi primi passi una "pequena guerreira".


"Quando ho iniziato a praticare jiu-jitsu - dice Yvone -  era praticamente limitato al sud del Rio de Janeiro, c'erano poche palestre e ancora più rara era la presenza delle donne sui tatami. Chiesi a Rickson Gracie e Marcelo Behring di includere le lotte delle donne al campionato statale, e un anno dopo fu inclusa anche la categoria femminile." All'epoca le competizioni tra donne erano un tabù ma i tempi stavano cambiando; "
a Royler Gracie piaceva vedermi lottare - dice Yvonne - e Hélio Gracie aveva sentito parlare della nostra squadra formata dalle amiche Laila, Marina, Lucinha, Fernanda e Ana Maria".

Yvone prese le sue prime lezioni col fratello Pascoal Duarte, poi con Sergio Penha e Osvaldo Alves;
ebbe anche la fortuna di prendere lezioni da un'altra leggenda del jiu-jitsu, Rilion Gracie, conosciuto  come 'mamão' (papaya), una delle migliori guardie chiuse nell'arte suave. 

Yvone viene ricordata per aver avuto una forte guardia chiusa e le sue armi preferite da questa posizione erano l'arm lock e lo strangolamento incrociato con i baveri. Per rafforzare la sua guardia chiusa era solita correre  per la Rua Sta che si trova su di  una delle colline più ripide di Rio.

I Campeonato Brasileiro Feminino de Jiu-jitsu  1985, Royler Gracie era l'rbitro
(Foto: Archivio peronale)
 Nel 1985 è cintura blu e partecipa al primo campionato femminile del Brasile organizzato dalla federazione Carioca presieduta da Marcelo Behring alunno di Rickson, uno dei più tecnici di quella genrazione.

Yvonne era la più leggera di tutte le concorrenti, ma confidando nella sua tecnica decise di iscriversi lo stesso. Vinse due lotte e in finale affrontò Monica, un'alunna di Royler Gracie con la quale fece una dura lotta dalla quale uscì vincitrice.
Royler Gracie, a proposito di Yvone disse:"Yvone era e rimane un super-campionessa".
 
La "piccola guerriera" rimase imbattuta durante tutte le competizioni degli anni '80 e '90. I Lottatori dell'epoca dicevano che era molto tecnica, flessibile, veloce e determinata; 
per poter sopravvivere sul tatami in mezzo a tanti maschi doveva essere molto veloce e tecnica e questo gli permetteva in allenamento di finalizzare gli uomini anche cinture nere.

Certificato di campionessa nelle cinture nere, categoria Assoluto,  Campionato Brasiliano 1996

 Nel 1989, quando era  cintura viola e stava lavorando presso l'Università di Brasilia (UNB) in un programma di salute mentale, passò a praticare judo con l'asso Takeshi Miura, medaglia d'oro del 1967 ai Pan Americani di Judo. Miura le insegno prese e proiezioni come se fosse mancina e questo le permise di vincere le competizioni nella categoria e nell'assoluto anche nelle citure nere.

 "Ci si deve comportare come il giocatore di scacchi - dice Yvone -  che ad ogni mossa del suo avversario sa già prevederne tutte le possibili risposte della sua prossima mossa provocandolo così a compiere quella sbagliata. La finalizzazione (scacco matto) può essere una sorpresa per il suo avversario, ma lui sa che è  solo  il risultato di un insieme combinato di movimenti tecnici, eseguiti nella maniera corretta, con abilità e agilità, tra le migliaia  opzioni che offre il jiu-jitsu. Il combattente che impararerà a condurre le sue mosse in questa maniera, affronterà le sfide quotidiane nella maniera migliore."

Quando si trasferì nella capitale, Brasilia, Yvonne aprì una sua accademia, la prima guidata da una donna, ed in seguito fu chiamata ad insegnare difesa personale e jiu-jitsu ai cadetti dell'accademia di polizia militare.

Nel 1994 aveva come allievi circa  200 cadetti, ai quali insegnava come essere preparati per la difesa senza necessariamente fare ricorso all'uso di armi da fuoco, utilizzando le risorse e le tecniche di immobilizzazione, e colpi non traumatici:"Il jiu-jitsu ci permette di difenderci senza dover ricorrere ad altre alternative violente".


Il fratello Pascoal Duarte di  Yvonne dice: " è impavida, e aveva uno stile di lotta molto tecnico, era fiduciosa delle sue abilità. Quando era incinta  continuò ad allenarsi fino al nono mese di gestazione. Aveva 23 anni, e il suo recupero post parto fu fantastico; 7 giorni dopo era tornata nel suo peso (52kg) e dopo 3 mesi riprese a gareggiare. Era un piacere vedere mia sorella combattere, saliva sul tatami per finalizzare, non guradava il pubblico, era molto concentrata nei giorni prima della lotta, era sempre molto attenta all'alimntazione, aveva letto molto su questa materia e aveva adottato una dieta vegetariana."

"Nella vita - dice Yvonne - prendiamo delle strade, si deve essere consapevoli e saper scegliere le alternative adeguate per le nostre lotte quotidiane. Non c'è nessun mistero, impariamo dai nostri errori, ma abbiamo bisogno di affrontare la lotta a viso aperto e fiduciosi delle nostre forze."

Benvenuta in Italia "pequena guerriera".

  
leggi l'intervista a questo link
the interview..... clik on this link
 

fonti

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