"È necessario allenarsi con quelli di cui abbiamo imparato ad avere fiducia, perché la tua vita è nelle loro mani. Non essere quello che accidentalmente scalcia mentre tira l'armabar, sgomita mentre cerca la Kimura, e che tira leve a strappo senza dare la possibilità al compagno di arrendersi. In un team abbiamo bisogno gli uni degli altri, e costruire rapporti basati sulla fiducia reciproca è la cosa più importante."
Queste le parole della cintura nera Tom deBlass che dimostrano come il problema della sicurezza sia sentito in tutte le accademie e in tutti i paesi.
A tal proposito vorrei parlarvi di un'altra cintura nera Dan Lukehart che da diversi anni lotta quotidianamente con gli effetti di una commozione cerebrale e una sindrome postcommozionale: "Lotto quotidianamente con gli effetti di una commozione cerebrale e una sindrome postcommozionale che mi sono procurato facendo Jiu-Jitsu. Non solo mi ha tolto la possibilità di lottare come cintura nera per il resto della mia formazione professionale o di competere, ma mi crea problemi nella vita di tutti i giorni.
Di tanto in tanto, posso passare attraverso periodi in cui la commozione cerebrale, non fa parte della mia vita, ma a volte anche sorprendentemente piccole cose mi frenano. A volte posso giocare con i miei figli senza problemi, ma sono costretto a muovermi lentamente come Frankestein perché non sono fisicamente in grado di correre.
...gli atleti che presentano un evidente disinteresse per la sicurezza dei loro avversari dovrebbero essere squalificati. Essi dovrebbero essere squalificati per lunghi periodi di tempo. Propongo 2-3 anni. Se un modello di comportamento del genere è prerogativa di una scuola, in particolare, la scuola dovrebbe vedersi vedere revocare la licenza dall'IBJJF."
L'educazione al controllo e alla sicurezza va istillata negli allievi a partire dal primo giorno e, in gara, quelle manifestazioni che possono arrecare danni gravi, andrebbero stigmatizzate e pesantemente sanzionate, non solo nella IBJJF ma da tutte le federazioni.
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