venerdì 26 marzo 2021

Born a Champion

 

Il film che vi voglio recensire si chiama "Born a Champion". E' stato presentato da Sean Patrick Flanery, che ne è l'attore principale e l'autore, come una lettera d'amore sul Jiu-Jitsu. Il film è stato accolto favorevolmente dal pubblico e dalla critica: su Imdb il pubblico lo ha votato con 6.9 su 10. Guardando il trailer non ero rimasto particolarmente colpito dal film ma vedendolo mi sono in parte ricreduto.

Dal primo "Arma letale" in poi ci sono molti film che mostrano il "Jiu-Jitsu", su tutti la trilogia di John Wick ma pochi mostrano quando il Jiu-Jitsu possa diventare una parte centrale della tua vita e questo film ha questo merito.

Sean Patrick Flanery, nella vita reale è un nera di BJJ di Renzo Gracie e questo rende alcune scene di combattimento davvero autentiche e non mancano le spiegazioni dettagliate di alcune tecnica che di solito non si vedono nei film di arti marziali.

Sebbene la sceneggiatura sia abbastanza prevedibile, e con un basso budget  secondo me si collaca tra i migliori film di genere marziale. 
Pur restando un B movie gli attori recitano bene, cosa oggi per nulla scontata.

Senza svelarvi la trama, più di quanto faccia il trailer,  mi basti dirvi che il taglio del filo documentaristico cattura in parte l'atmosfera del jiu jitsu e delle MMA nei primi anni '90. la parte marziale del film è la storia di una cintura nera sui quaranta che deve tornare in forma in tempo per sconfiggere il campione di MMA (interpretato da Edson Mendes Barboza Júnior), vendicarsi e rivendicare il suo premio in denaro.

I praticanti di Jiu-Jitsu più giovani magari potrebbero restare delusi dal fatto che vengono mostrate poche scene di combattimento e il fatto che si privilegino quelle tecniche che oggi vengono definite old school, ma resta il fatto che le coreografie sono ben girate: si vede che dietro c'è stato dello studio. Questo film potrà piacerà  anche a chi non va pazzo per il genere dal momento che non è solo un film sul BJJ e sulle MMA è anche una storia d'amore e sull'amicizia.

Tra le cose che non mi sono piaciute c'è la solita retorica a stelle e strisce e il fatto che il protagonista  sale sul ring convinto a farlo per soldi, perché la sua condizione economica lo fa sentire un mediocre che non può dare il meglio alla sua famiglia come se condurre una vita proletaria sia disdicevole. Forse un giorno riusciranno a realizzare un film sul BJJ nel quale il protagonista alla fine non deve combattere di MMA per soldi.

Questo film, che purtroppo non è disponibile in lingua italiana, pur con tutti i suoi limiti, ha un'altro merito che ci viene spiegato bene da un praticante statunitense che ha lasciato questa recensione al film:"A causa della pandemia, le persone non si stanno allenando e alcune scuole di BJJ stanno chiudendo. Dobbiamo mantenere viva questa arte marziale per le generazioni a venire. Si spera che questo film ispiri nuove persone a partecipare e altri a continuare ad allenarsi, nonostante l'età o i limiti fisici".


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