"Non siamo un ente di beneficenza. Investiamo sul futuro e dove si vince. Non ci dobbiamo occupare di far fare movimento alla popolazione, ma della programmazione olimpica - questo dice Liz Nicholl
la Lady di ferro dello sport nel Regno Unito, l'amministratrice
delegata (Ceo) di Uk Sport che decide a chi dare il
finanziamento dello Stato e prosegue dicendo - Paghiamo direttamente gli atleti e forniamo loro tutto quello di cui hanno bisogno in termini di assistenza tecnica, logistica, medica.
Ognuno di loro è sottoposto a continua verifica. E se i risultati non sono in linea con le aspettative, escono dal programma. Noi non dobbiamo essere politicamente corretti o fare buone azioni, ma costruire una leadership sportiva. Noi non partiamo dalla base per andare alla ricerca del risultato, facciamo l'opposto, partiamo dal risultato, e mettiamo in campo tutto il necessario per sostenerlo. Altrimenti azzeriamo gli aiuti.
Se molti sport di squadra come volley e basketball non hanno possibilità, io perché devo finanziarli? Per sentirmi buona a Natale? Non puoi fare sport ad alto livello, a spese dello Stato, se non hai risultati. Io devo programmare il costo della vittoria, non quello della sconfitta. Noi analizziamo i risultati mondiali, cerchiamo di capire dov'è il futuro. E se non sono da medaglia per me sono out".
Fiona May è dello stesso avviso: “Hai talento per emergere? Ti seguo e ti sostengo, investo su di te. Non ce l’hai e nel passaggio da giovane a senior non migliori? Arrivederci e grazie. Se concentriamo le risorse sui migliori giovani che abbiamo, forse li aiuteremo a diventare dei campioni. E’ così difficile da capire? O forse vogliamo continuare ad investire sui quarantenni che al massimo con un miracolo ottengono una finale?"
Una cosa è lo sport professionistico che seleziona ed esclude perché bada al risultato e punta alla vittoria, una cosa è lo sport 'ludico' e 'sociale' che include ed educa all'attività sportiva. Questi due facce della stessa medaglia necessitano di due approcci quasi contrapposti.
Il problema sorge quando l'attività sportiva amatoriale vuole somigliare allo sport professionistico spingendo l'acceleratore sull'agonismo esasperato, unico obiettivo della pratica sportiva, allontanando così le persone da una sana e benefica educazione fisica.
Fiona May è dello stesso avviso: “Hai talento per emergere? Ti seguo e ti sostengo, investo su di te. Non ce l’hai e nel passaggio da giovane a senior non migliori? Arrivederci e grazie. Se concentriamo le risorse sui migliori giovani che abbiamo, forse li aiuteremo a diventare dei campioni. E’ così difficile da capire? O forse vogliamo continuare ad investire sui quarantenni che al massimo con un miracolo ottengono una finale?"
Una cosa è lo sport professionistico che seleziona ed esclude perché bada al risultato e punta alla vittoria, una cosa è lo sport 'ludico' e 'sociale' che include ed educa all'attività sportiva. Questi due facce della stessa medaglia necessitano di due approcci quasi contrapposti.
Il problema sorge quando l'attività sportiva amatoriale vuole somigliare allo sport professionistico spingendo l'acceleratore sull'agonismo esasperato, unico obiettivo della pratica sportiva, allontanando così le persone da una sana e benefica educazione fisica.
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