C'è un mercato i cui protagonisti sono uomini e donne sfortunati esibiti come esempio della vittoria della volontà. I loro successi nello sport veicolano messaggi promozionali e in questa trappola è facile cadere. Questi super eroi difettati, in possesso di non comuni doti di forza morale e tempra fisica, hanno anche il sostegno di intere equipe di medici, ingeneri, sponsor, media che li aiutano nel realizzare le loro imprese. la miglior cosa rimane ammirare certe peformance senza rivestirle di pietismo.
E sin troppo facile usare le imprese di persone con handicap per lanciare messaggi motivazionli del tipo: se lo può fare lui tu non hai scuse per non allenarti! Non cascheremo in questo facile tranello emotivo nel presentare Adilson Higa che non mette il suo handicap al servizio dell'industria del fitness, ma che allo stesso tempo non gli impedisce di fare quello che ama di più: il jiu jitsu.
Dopo un tragico incidente nel settembre del 2009, nel quale perse il braccio sinistro, Adilson Higa, cintura nera di Campo Grande, fu sottoposto a 5 interventi chirurgici. Alcuni mesi dopo l'ultimo intervento tornò ad allenarsi.
Per sopperire la mancanza di presa sul suo lato sinistro, Higa ha dovuto reinventarsi un nuovo gioco, sviluppare nuove tecniche e adattarsi ai cambiamenti che il tragico caso gli ha imposto: "La necessità mi ha portato a sviluppare una serie di posizioni, come quella in cui tiro verso il basso la testa del mio avversario per farlo camminare. Quando cammina, entro con una classico posizione di guardia De la Riva ."
"Si realizzano belle cose quando si è felice, e io sono felice in questa nuova fase della mia vita. Il lavoro è ben fatto, ben diretto e ben controllato." Higa dice anche che compete non perché si sente obbligato ma piuttosto perché considera la gara come una sfida personale.
"Ho provato tutto quello che c'era da dimostrare. la cosa più importante è esserci, salire sulla materassina. Questa è la mia vittoria."
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