Giocare alla lotta è un’attività molto apprezzata dai bambini ma "i genitori - scrive la Dott.essa Annabel Sarpato - non sempre apprezzano questo tipo di gioco, che viene visto come violento e pericoloso e che possa favorire l’insorgere dell’aggressività nei piccoli, determinando comportamenti violenti anche in contesti non ludici.
Spaventati da un gioco che può rivelarsi violento, spesso gli adulti bloccano la lotta tra bambini per paura che i piccoli possano farsi male.
Spesso i genitori si preoccupano che giochi che permettono di esprimere aggressività possano influire a far crescere bambini aggressivi, ma in realtà può essere vero il contrario. A volte, infatti, reprimere forme di aggressività sana può essere controproducente. Ad esempio, si potrebbe rischiare di fomentare la rabbia e la frustrazione che, a loro volta, possono amplificare l’aggressività. I bambini, dunque, sanno che è un gioco e, come tale, lo vivono e lo sperimentano."
"Sperimentare lo scontro in un luogo sicuro, con un maestro che mamma e papà hanno scelto per lui e che come loro rappresenta una “base sicura affettiva e regolativa” - scrive la Dott.ssa Teresa Pomponi - è certamente per il bambino un esercizio non solo utile, ma indispensabile per imparare a relazionarsi con gli altri in maniera corretta traendone grandi benefici sia in ambito personale che relazionale ed educativo.
Succede spesso infatti che gli scontri tra bambini vengano repressi, a scuola come a casa, per paura che il bambino si faccia male e per timore che ne faccia agli altri. Così facendo il bambino non impara a tollerare l’opposizione degli altri e nelle situazioni critiche non saprà come reagire, avrà esplosioni di rabbia quando le cose non vanno come dice lui. Per questi motivi diventa fondamentale che il bambino sperimenti, nei luoghi adatti come la palestra ... l’opposizione degli altri e la diversità.
Imparerà quindi a saper gestire al meglio le proprie potenzialità e reazioni, le reazioni e le relazioni dell’altro e con l’altro e svilupperà una personalità aperta al confronto, tollerante nei confronti dell’altro e non totalmente centrata su di sé.
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