martedì 17 settembre 2024

Il combattimento è imprevedibile l'allenamento dovrebbe esserlo altrettanto

 

Grant Bogdanove, cintura nera di Brazilian Jiu Jitsu e Judo e lottatore di MMA ha recentemente condiviso un'esperienza che mi ha fatto riflettere sul fatto che i nuovi approcci didattici che riducono o eliminano del tutto l' insegnamento tecnico attraverso sequenze di movimenti su compagni collaborativo e i drills statici siano necessari per un' evoluzione  del Jiu Jitsu.


Bogdanove racconta di come sia stato sorpreso da uno studente in prova nella sua palestra. Questa esperienza non solo ha sfidato le sue aspettative, ma ha evidenziato quanto sia fondamentale un approccio all'allenamento che vada oltre la semplice ripetizione tecnica.

Bogdanove ha spiegato come abitualmente testasse i nuovi studenti con un esercizio standard, chiedendo loro di tentare di uscire dalla posizione di montata. Normalmente, i nuovi arrivati non riuscivano a fuggire, stancandosi rapidamente sotto la pressione di praticanti più esperti. Tuttavia, questa volta è stato diverso. Quando due dei suoi studenti avanzati hanno tentato di mantenere la montata su un nuovo allievo, quest'ultimo è riuscito a scappare facilmente, sorprendendo tutti.

Ciò che ha colpito Bogdanove è stato che lo studente in prova non aveva alcuna esperienza in wrestling o grappling, ma veniva dal mondo del powerlifting e della ginnastica. Nonostante la sua mancanza di esperienza nelle arti marziali, l'atleta ha dimostrato una capacità fisica tale da mettere in difficoltà anche un esperto come Bogdanove, che ha ammesso di aver fatto fatica a mantenere la monta. Questa rivelazione ha evidenziato quanto sia importante essere preparati per qualsiasi tipo di avversario, indipendentemente dal background tecnico. 

Va così in crisi il dogma su cui si fonda il jiu jitsu: la tecnica vince la forza bruta?

Sono i metodi tradizionali di allenamento nel Jiu Jitsu la risposta migliore per prepararti ad affrontare qualsiasi tipo di avversario?

Nella maggioranza delle accademie l'allenamento tecnico  è basato sulla ripetizione di sequenze e drill statici, con un compagno di allenamento collaborativo che permette di eseguire la tecnica in modo controllato. Tuttavia, questo approccio non prepara adeguatamente a confrontarsi con il caos reale di un incontro, dove nulla è prevedibile e ogni situazione è unica.

L'eccessiva enfasi sulla memorizzazione dei movimenti crea una falsa sensazione di padronanza. Quante volte capita che una tecnica, eseguita perfettamente durante l'allenamento, risulti difficile da applicare in un vero combattimento? Memorizzare movimenti non prepara davvero all'imprevedibilità. Nel combattimento reale, non c'è un compagno collaborativo; c'è un avversario che resiste attivamente e cerca di creare difficoltà.

Per l' approccio con vincoli o Constrains led approach il vero segreto per padroneggiare il Jiu Jitsu non sta nel ripetere migliaia di prese e tecniche diverse, ma nel concentrarsi sugli "invarianti"—quei principi che rimangono costanti in ogni situazione. Un esempio classico è lo strangolamento: sia che venga eseguito con le braccia o con le gambe, il principio è lo stesso, ovvero comprimere entrambe le arterie carotidi per causare l'incoscienza. Invece di memorizzare una serie di movimenti specifici, è più utile esplorare i modi diversi per raggiungere questo obiettivo in situazioni imprevedibili e contro avversari non collaborativi.

Questo tipo di allenamento porta a un apprendimento implicito, cioè un'acquisizione di abilità basata sull'esperienza diretta e sulla scoperta, piuttosto che sulle istruzioni esplicite. Imparare ad adattarsi e a risolvere problemi in tempo reale permette di migliorare rapidamente e acquisire una padronanza più profonda delle tecniche.


L'approccio ecologico dinamico, basato sul legame tra percezione e azione, insegna a rispondere alle sfide del combattimento in modo adattivo. Invece di concentrarsi su movimenti predeterminati, si impara a percepire le opportunità e a rispondere al momento. Questo rende l'allenamento più efficace nel preparare i lottatori a combattere in ambienti imprevedibili, dove la capacità di prendere decisioni rapide e precise fa la differenza tra successo e fallimento.

Un altro punto chiave è l'individualità degli atleti. Ogni praticante ha una flessibilità, una forza e una creatività uniche, e non tutti eseguono le tecniche allo stesso modo. Il compito di un allenatore non è insegnare una tecnica "perfetta", ma guidare gli studenti verso ciò che funziona meglio per loro. Evitare un eccesso di istruzioni e lasciare spazio alla creatività permette agli studenti di esplorare e adattare le tecniche alle proprie caratteristiche, migliorando la loro capacità di risolvere problemi in modo autonomo.

L'esperienza di Grant Bogdanove rappresenta una lezione preziosa per tutti i praticanti e istruttori di arti marziali. In un mondo dove il combattimento è imprevedibile, anche l'allenamento deve esserlo. Concentrarsi su principi fondamentali e allenarsi in ambienti realistici e caotici consente di sviluppare una padronanza più profonda delle tecniche e una maggiore capacità di adattamento. In definitiva, l'obiettivo non è solo eseguire movimenti perfetti in un contesto controllato, ma imparare a navigare l’imprevedibilità del combattimento reale, dove ogni avversario può rappresentare una sfida unica.

È chiaro che non basta ripetere meccanicamente tecniche apprese in un ambiente privo di variabili per sentirsi davvero preparati. Il vero allenamento avviene quando ci si mette alla prova contro avversari che oppongono resistenza, in situazioni caotiche e imprevedibili. Questo tipo di preparazione sviluppa non solo la capacità tecnica, ma anche quella mentale di adattarsi, improvvisare e risolvere i problemi al volo, qualità fondamentali in ogni situazione reale di combattimento.

L'approccio ecologico permette di trasformare l'allenamento in un’esperienza di scoperta continua, in cui le abilità emergono in modo naturale attraverso il confronto con difficoltà reali. 
 
Come allenatore, non si tratta di insegnare la tecnica "perfetta", ma di guidare gli studenti a trovare ciò che meglio si adatta a loro. Evitare l'eccessivo coaching permette alla creatività di prosperare mentre gli studenti si concentrano sul raggiungimento dei risultati, non sulla copia di movimenti fissi.

Per i lottatori e gli istruttori esperti, questo potrebbe sembrare radicale. Ma chiediti: i tuoi allievi stanno imparando ad adattarsi in ambienti imprevedibili o stanno solo ripetendo movimenti in un contesto controllato? Il combattimento è imprevedibile l'allenamento dovrebbe esserlo altrettanto.
 
 








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