"Quello che sto davvero cercando di fare con il mio ultimo post è sviluppare nuove categorie o una nuova terminologia per quanto riguarda la lotta.
Le tecniche non sono i veri elementi fondamentali negli sport da combattimento, tuttavia credo fermamente che avere una sorta di quadro concettuale dello sport sia vantaggioso.
Cerco di individuare e concettualizzare i fondamenti in modo basato su principi o funzionalità, invece di concentrarmi semplicemente sulla denominazione delle tecniche.". Andy, School of Grappling
Il combattimento, il grappling, lo sport e il corpo umano sono sistemi incredibilmente complessi. Tentare di categorizzarli in modo definitivo è, in un certo senso, destinato a fallire. Tuttavia, osservare questi aspetti da una prospettiva più ampia e semplificata può essere estremamente utile, a patto di non confondere la mappa con il territorio.
Come già accennato in precedenti discussioni, una mappa o un modello funziona proprio perché omette i dettagli della realtà, rendendo l'interpretazione più accessibile e pratica. Questo aspetto, se da un lato rappresenta il suo valore, dall’altro ne evidenzia i limiti.
Uno di questi modelli è ciò che definisco il Grappler Vitruviano, un concetto che ci permette di suddividere il corpo umano in segmenti, articolazioni, unità funzionali e spazi di movimento essenziali per la pratica del grappling.
Attraverso questa lente, possiamo comprendere come le innumerevoli tecniche e movimenti che incontriamo siano, dal punto di vista funzionale, variazioni dello stesso principio, sebbene la loro forma possa differire radicalmente. Come si suol dire: “la forma segue la funzione.”
Il Problema della Mereologia
La mereologia è la disciplina filosofica che studia le relazioni tra le parti e il tutto. Essa esplora come i componenti interagiscono all'interno di un sistema, cercando di comprendere come ogni parte contribuisca al funzionamento dell’insieme.
Ogni elemento può essere scomposto in parti più piccole, ma allo stesso tempo può anche essere visto come parte di un sistema più grande. In un certo senso, ogni cosa è sempre sia parte che intero.
Quando analizziamo un oggetto, tendiamo a trascurare gli elementi che lo compongono o le interazioni che ha con altri sistemi. Non esiste quindi un modo giusto di concettualizzare qualcosa, ma solo il modo più appropriato a seconda del contesto.
Ad esempio, pensare a un’auto come a un insieme di ingranaggi e viti non serve a molto per chi deve semplicemente guidarla per andare al lavoro. Tuttavia, per un meccanico intento a ripararla, questa visione dettagliata è essenziale.
Il Modello del Grappler Vitruviano
Per comprendere meglio la biomeccanica applicata al grappling, possiamo immaginare di scomporre il corpo umano in sei segmenti principali:
- Il torso
- La testa
- Il braccio sinistro
- Il braccio destro
- La gamba sinistra
- La gamba destra
Se consideriamo la testa come un quinto arto, come suggeriscono molti coach di grappling, possiamo identificare cinque articolazioni principali che collegano gli arti al tronco:
- La spalla sinistra
- La spalla destra
- L'anca sinistra
- L'anca destra
- Il collo
Grazie alla simmetria bilaterale del corpo rispetto all’asse spinale, possiamo ulteriormente semplificare il nostro approccio riducendo la complessità della terminologia e pensando in termini di “un braccio” o “una gamba,” anziché differenziare costantemente tra lato sinistro e destro.
L’Utilità di un Modello Semplificato
Scomporre il corpo in queste unità essenziali ci consente di approcciare il grappling in modo più intuitivo, concentrandoci sulle connessioni tra i segmenti e le relative articolazioni. Questo approccio semplificato è utile per:
- Analizzare le dinamiche di controllo e movimento nel grappling.
- Individuare i punti di leva e di rotazione per migliorare le strategie di attacco e difesa.
- Ottimizzare l’allenamento focalizzandosi sugli aspetti funzionali piuttosto che sulle infinite variazioni tecniche.
Questo modello, sebbene semplificato, aiuta a rendere il grappling più accessibile e comprensibile, fornendo una base solida su cui costruire la pratica e la comprensione avanzata della disciplina.
Il Grappler Vitruviano è un approccio pratico che ci permette di affrontare la complessità del corpo umano in modo strutturato, senza perdersi nei dettagli. Comprendere il grappling attraverso questa prospettiva ci aiuta a riconoscere le somiglianze funzionali tra le tecniche e a migliorare la nostra capacità di adattamento e controllo sul tatami.
Infine, sebbene le mappe come questa siano strumenti preziosi per orientarsi, è importante ricordare che la realtà del combattimento è sempre più complessa di qualsiasi modello teorico. Tuttavia, proprio come un bravo guidatore non ha bisogno di conoscere ogni singolo bullone della sua auto, un grappler efficace può beneficiare di una visione chiara e funzionale del proprio corpo e dei suoi movimenti.
I Pentranti della Lotta
Nel post precedente ho introdotto lo schema del Lottatore Vitruviano e le sue sei sezioni principali.
Naturalmente, possiamo tracciare cinque assi all'interno del Lottatore Vitruviano e denominare i cinque spazi tra questi assi.
Chiamiamo questi cinque spazi pentranti, analogamente ai quadranti del sistema di coordinate cartesiane.
Va notato che ogni arto funge da asse e che i segmenti della testa e del torso costituiscono l'asse spinale.
Ricollegandoci al Problema della Mereologia, ogni asse può essere suddiviso in unità più piccole. Il concetto di Asse Spezzato è così importante che dovremo affrontarlo in un futuro post.
Finora abbiamo introdotto segmenti, assi e spazi, quindi proviamo a concettualizzare alcune situazioni comuni di lotta in questi termini:
Gli spazi III e IV sono i pentranti più importanti, poiché sono quelli più contesi.
Sia nella lotta libera che nel jiu-jitsu, il controllo di questi spazi è quasi sempre un prerequisito per ottenere un takedown, uno schienamento, un passaggio, una sottomissione o qualsiasi altra posizione dominante.
Dunque, l'obiettivo primario della lotta è controllare il torso o l'asse spinale, occupando in qualche modo gli spazi III e IV. Se tale controllo viene stabilito, il controllo degli arti (ad esempio, estendendo l'occupazione agli spazi I, II o IV) può portare a una sottomissione.
Controllare gli Spazi
Proprio come negli scacchi, la lotta è principalmente un gioco di spazi.
L'obiettivo è avanzare e mantenere il controllo dello spazio, fino a ottenere un vantaggio schiacciante e rendere inevitabile lo scacco matto o la sottomissione.
Ma cosa costituisce esattamente il controllo nella lotta?
Il controllo di uno spazio consiste innanzitutto nell'occupare e riempire detto spazio. Ecco alcuni esempi:
Un Underhook controlla lo spazio III o IV.
Uno Strangolamento dalla schiena controlla gli spazi I e II.
Una Cintura di sicurezza o un Triangolo al braccio controllano gli spazi I e IV (o II e III).
Una Single-leg controlla gli spazi V e III (o V e IV).
Posizioni come Mount, Back-control, Bodylock, Double-leg controllano tutti gli spazi III e IV!
Approfondimento: i Loop
Un modo molto importante per controllare gli spazi è attraverso i loop.
I loop permettono di controllare due spazi avvolgendo gli arti attorno all'avversario e intersecandoli. Un loop è quindi sempre un blocco chiuso. Tuttavia, preferisco il termine loop rispetto a blocco, poiché quest'ultimo viene usato in modo più ampio nella lotta. A volte si riferisce a una presa di sottomissione (come nel caso di Armlock o Leglock), mentre altre volte si riferisce al blocco degli arti (come nel caso di Bodylock o Headlock). I loop appartengono alla seconda categoria.
Qui sotto sono illustrati i cinque loop più comuni:
Ogni loop ha caratteristiche specifiche. I loop intorno al collo e alle braccia sono utilizzati principalmente per le sottomissioni (Armlocks e Strangleholds), che tratteremo in un futuro post. Per ora continueremo la nostra analisi con i tre loop rimanenti:
L’Imbracatura (Harness)
L'Harness è un loop (o blocco) che occupa gli spazi I e II ed è forse il più versatile. Alcuni esempi comuni di Harness sono:
La Seatbelt
L'Over-under
Il Triangolo
L'Arm-triangle
La Ghigliottina con un braccio
Il Darce choke
Ciò che rende speciale l'Harness è la sua doppia funzione di controllo e finalizzazione, oltre al fatto che ruota attorno a un asse diverso rispetto all'asse spinale. Poiché il suo asse non è allineato con l'asse spinale, eccelle nel limitare la rotazione dell'avversario intorno a quest'ultimo, mentre permette ancora di ruotare da davanti a dietro lungo il suo asse secondario.
Un esempio di sequenza che utilizza l'Harness senza mai aprire il blocco:
Clinche Over-under > Pinch Headlock > Mount con Crossface-Underhook > Arm-triangle > Transizione alla Seatbelt per attaccare la schiena.
Anche la serie della Ghigliottina con un braccio è un ottimo esempio!
Il Bodylock è un loop che differisce notevolmente dall'Harness.
Mentre l'Harness non è efficace nel movimento verticale ma eccelle nel fermare la rotazione attorno all'asse spinale, il Bodylock è l'opposto:
non è efficace nel fermare la rotazione, ma è eccellente nei movimenti su e giù lungo l'asse spinale.
Per questo motivo, il Front Bodylock, Rear Bodylock e la presa Double-leg formano un complesso funzionale.
A differenza dell'Harness, il Bodylock offre pochissime capacità di finalizzazione, ma agisce spesso come un vincolo abilitante per altre sottomissioni. Ad esempio, nel nostro contesto, la Rear Body-triangle e la Closed Guard rientrano nei Bodylock, poiché controllano gli stessi spazi.
La Single-leg
Il loop della Single-leg, in un certo senso, è simile al Bodylock.
Esso permette di muoversi liberamente su e giù e intorno all'asse della gamba, a patto che l'asse non venga spezzato (vedi Asse Spezzato). Tuttavia, offre un controllo limitato sulla rotazione dell'avversario.
Il controllo di un arto offre generalmente meno dominio rispetto al controllo della colonna vertebrale o della testa, quindi è consigliabile passare rapidamente al Bodylock/Double-leg o combinare la Single-leg con un'altra presa più a monte.
Esempi di loop della Single-leg includono la Saddle o alcune varianti di Half Guard, che creano anch'esse loop di Single-leg.
Più Loop e Nodi
Molti altri loop e blocchi esistono, e alcuni possono persino formare intricati nodi (come il Double-wristlock). Inoltre, ci sono altri modi per creare connessioni o occupare spazi, come ganci o impugnature.
A volte funzionano in modo molto diverso, ma altre volte possono essere trattati come loop.
Come sempre: Il contesto è tutto e la mappa non è il territorio.
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