domenica 8 agosto 2021

Questo non è il Jiu-Jitsu che mi piace

 

Competere è il percorso più difficile per vivere di Jiu-JitsuGordon Ryan, che è uno dei più pagati ha detto: "la competizione è un ottimo modo per COSTRUIRE IL TUO MARCHIO, ma poiché il grappling è uno sport partecipativo in cui la maggior parte di coloro che guardano sono coloro che partecipano, la maggior parte delle tue entrate proverrà dall'insegnamento. Usa la competizione per costruire un marchio e usa l'INSEGNAMENTO per fare soldi."

Se Gordon Ryan suggerisce l'insegnamento per vivere di Jiu-Jitsu, Craig Jones invece indica un'altra strada.  Craig Jones è un grappler a tempo pieno che si guadagna da vivere col jiu-jitsu pur non avendo mai vinto un campionato mondiale e pur non avendo una sua accademia. Questo però non gli impedisce di essere richiesto per i seminari, per le serie dvd con Bjj Fanatics e non da ultimo come coach dell'Ultimate Fighter.  Craig Jones è venuto alla ribalta per la prima volta dopo aver eliminato il favorito Leandro Lo nell' edizione del 2017 dell'ADCC ma non è famoso per i suoi traguardi sportivi il suo maggiore successo sportivo è una medaglia d'argento nell'edizione del  2019.

Cosa distingue Craig Jones dai suoi colleghi più blasoanti che non riescono a vivere di Jiu-Jitsu? Jones dice che lui ha imparato a vendersi. "Devi commercializzare la tua personalità".
 
Come cantava Renato Zero? Voglio allargare il giro dei clienti miei... sì, mi vendo...sì mi vendo, e già. Craig Jones come Renato Zero gioca con l'ambiguita e gli piace scandalizzare. Cosa ha a che fare tutto questo col Jiu-Jitsu? Niente, ma a lui tutto questo serve a creare il personaggio.

Alla fine della giornata - dice -  sei il tuo marchio: "Interagendo con la tua base di fan e creando un'immagine di te stesso da cui le persone vogliono davvero imparare e da cui acquistare prodotti, puoi guadagnarti da vivere nello sport quasi indipendentemente dal successo competitivo (ovviamente è necessario un po' di successo, ovviamente)".

Craig Jones ha le idee chiare anche su quale sia la specialità da allenare: "a nessuno interessa davvero il gi jiu jitsu dal punto di vista dello spettatore. Ho visto ragazzi passare tutta la vita a dedicarsi al gi e hanno una cosa in comune, sono al verde – nessuno ne ha mai sentito parlare e quindi non vengono pagati per i seminari. È come se solo lo 0,001% dei ragazzi effettivamente guadagnasse nel gi jiu jitsu". Di un'ultima cosa Graig Jones è certo: essere educati e seri non paga. 
 
Ai media di settore e ai promoters piacciono i personaggi e raccontare delle storie, a nessuno interessa la storia di un atleta serio ed educato e che no si sa vedere,  piacciono i trash talkers, i trolls, i freaks.

Se il Jiu-Jitsu degli esordi si diffuse nei vari paesi grazie ai circhi itineranti, dove gli uomini forzuti e i lottari in calzamaglia si mischivano alle donne irsute e ai  clowns, il BJJ di oggi per attirare l'attenzione del suo pubblico deve dare spettacolo, uno spettacolo,  carnevalesco e bizzarro, che sempre più spesso si fa fiera del trash. Donne forzute e irsute, clowns e lottaori in calzamaglia o perizomati non mancano, ma mentre ai tempi di Maeda ognuno faceva il suo (i lattotori facevano i lottatori e i clown facevano i clown) oggi  i lottatori e le lottatrici per attirare l'attenzione dei fans e dei media devono fare entrambe le cose.

E' superfluo che vi dica che questo non è il Jiu-Jitsu che mi piace e a voi questo "circo" che sta invadendo il Jiu-Jitsu vi piace?                                  

    

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