lunedì 14 marzo 2011

Il jiu-jitsu è per tutti... ma non per molti

Il jiu-jitsu è per tutti... ma non per molti nel senso che è una disciplina adatta a tutti, ma rimane un'arte marziale d'elite perché non promette progressi in tempi rapidi, è sincera, non ti regala cinture, è spietata, ti costringe a testare le tue conoscenze contro un avversario non collaborativo.

Il jiu-jitsu non è un atto "istintivo" è un atto "innaturale"; chi non ricorda il film "The million dollar baby" e le considerazioni del vecchio Frankie :"boxing is an unnatural act, that everything in boxing is backwards: sometimes the best way to deliver a punch is to step back... But step back too far and you ain't fighting at all." Ripensando a questa frase mi venne in mente questa analogia con il bjj e che postai su facebook: "Il jiu-jitsu ti insegna che seguire l'istinto non sempre è la cosa migliore, che quando vorresti allungare le braccia per spingere via il tuo avversario è il momento giusto per tenerle piegate, che quando vorresti abbracciare il tuo avversario, che ti schiaccia, è quello il momento giusto per allontanarti da lui, non spingendolo ma spostandoti tu da lui. Il jiu-jitsu t’insegna a vivere." 
Il jiu-jitsu non è un’arte "naturale". Il bjj ha un qualcosa di scientifico, di ragionato, è un misto di arte e scienza applicata, richiede studio e non a caso è spesso paragonato agli scacchi.

Il jiu-jitsu non è neanche un’arte "istintiva". L'istinto porta a realizzare movimenti pericolosi al suolo. La naturalezza dei movimenti, l'inventiva, la creatività non sono doti che si manifestano all'inizio del percorso marziale del bjj, ma sono preziosi regali che ci sono elargiti a mano a mano che entriamo in profondità nel mondo dell'arte suave.


In questo video ho apprezzato due aspetti importantissimi per il bjj. Il primo è il movimento con le spalle che crea lo spazio sufficiente per riprendere la guardia con economia di movimenti e senza sprecare troppa energia. Da anni penso l'uscita dalla cento kg basandomi su due movimenti: il ponte e l'uscita di fianco.Questo movimento, tutt'altro che naturale, anche se semplice nella sua esecuzione, apre nuovi scenari e aggiunge alla fuga dalla cento kg nuove opzioni.

Il secondo concetto è quello di Pushing vs Framing. La tentazione è di spingere via il nostro avversario quando ci impone il suo peso in una posizione di dominio. Spingendo l'avversario creiamo lo spazio per un contrattacco. "Pushing" è spingere l'avversario mentre "framing" è creare con le braccia piegate una sorta di barriera da cui partire per muoverci via dall'avversario. Il risultato è lo stesso ma mentre nel primo caso abbiamo realizzato un movimento naturale, istintivo nel secondo caso abbiamo applicato un concetto di leva "innaturale" o "artificiale" tutt'altro che istintivo.

Allora il bjj è schematico e non lascia esprimere la naturalezza e l'istintività del praticante? Tutt'altro!
L'istinto e la naturalezza sono figlie della pratica costante perché la qualità è figlia della quantità e un gesto apparentemente naturale richiede migliaia di ripetizioni. Solo con la pratica lunga e costante si può creare e lasciare fluire la nostra istintività.

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