In
Rete, spesso l’aggressività domina tra tweet, post, status e stories. È
vero che i social media sono luoghi virtuali, ma è vero che le persone
che vi si incontrano sono reali, e che le conseguenze sono reali.
"Virtuale è reale", per
questo oggi, specie in Rete, dobbiamo stare attenti a come usiamo le
parole. Questo manifesto può cercare di responsabilizzare ed educare gli
utenti della Rete a scegliere forme di comunicazione non ostile e far
prendere coscienza che l’ostilità in Rete ha conseguenze concrete, gravi
e permanenti nella vita delle persone.
"Il Manifesto della comunicazione non ostile per lo sport sono dieci semplici principi di stile a cui ispirarsi per ristabilire un contatto diretto, sincero e fondato sui valori nobili dello sport,
così da evitare un linguaggio ostile nel tifo e nella comunicazione." Associazione no-profit Parole O_Stili
Sport è dare sempre il meglio di sé. Per questo sia in gara, sia nella vita e nel mondo virtuale, sostengo i valori della correttezza, della condivisione e del rispetto.
2. Si è ciò che si comunica
Da atleta, da tifoso o da commentatore, so che i miei discorsi dicono chi sono, e quanto credo nello sport che amo. Faccio sì che siano forti, leali, onesti e gentili.
3. Le parole danno forma al pensiero
Cerco sempre parole giuste. Governo l’adrenalina e l’emozione con il rigore del mio pensiero. Controllo i toni perché lo spirito sportivo vinca anche nella sconfitta.
4. Prima di parlare bisogna ascoltare
Mi alleno ad ascoltare. Ascolto l’allenatore, l’arbitro, i compagni. Ascolto le lodi, e ascolto le critiche. Ascolto il mio corpo. Ascoltando divento più forte e migliore.
5. Le parole sono un ponte
Lo sport è un linguaggio che tutti capiscono e il messaggio dello sport è potente: faccio sì che sia positivo, pieno di speranza. Che ispiri le persone. Che le unisca.
6. Le parole hanno conseguenze
Le mie parole hanno peso e valore: possono influire su molte persone rendendole peggiori o migliori. Dunque, anche in piena emozione agonistica parlo con misura.
7. Condividere è una responsabilità
Sono responsabile dei contenuti che condivido. Esalto la sapienza tecnica, la bellezza, l’armonia, le storie che rincuorano. Condanno il tifo cieco, cattivo e ostile.
8. Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare
Nello sport non esistono nemici, ma solo avversari: li rispetto perché, senza di loro, non c’è gara. Rispetto regole, arbitri e giudici: sono i garanti della mia passione.
9. Gli insulti non sono argomenti
Ricordo che lo sport è fair play: gioco leale. L’agonismo è confronto positivo, mentre l’insulto è debole, vigliacco, incivile. Aggredire è il contrario di competere.
10. Anche il silenzio comunica
Il silenzio vince: è concentrazione e autocontrollo. Evito le parole vuote e inutili. Quelle violente non mi servono: so dimostrare la mia forza e il mio valore con i fatti.
Se credi che le parole abbiano un peso e un valore condividi questo decalogo su Facebook, Instagram e sugli altri social che usi.
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