venerdì 15 luglio 2011

Il bjj è una jam session


Guardando il video alla fine del post, mi sono venute alla mente alcune considerazioni di carattere metodologico inerenti la didattica nel bjj. Premesso che i video che Cane Prevost posta regolarmente sul tubo sono sempre molto interessanti e che il suo blog è una pietra miliare per quanto riguarda la didattica, vi sono alcune considerazioni critiche che vorrei discutere in questo post.

Il bjj si distingue dalle altre arti marziali dell'estremo oriente per essere meno informale, sia nell'etichetta sia nella didattica. Le posizioni al suolo sono infinite e il cercare di dare un nome ad ogni tecnica e movimento risulterebbe oltre che un'impresa improba anche di scarsa utilità ai fini dell'apprendimento delle stesse. Al contrario una eccessiva libertà e anarchia nell'insegnamento e una scarsa organizzazione del materiale didattico rischia di far naufragare l'istruttore nel mare magno delle tecniche di cui il bjj è composto.

Nel video si può notare che l'istruttore usi una terminologia esoterica compresa solo dagli appartenenti al gruppo a cui appartiene, ossia lo Straight blast Gym. "Fundamental five" e "shoulder of justice" non dicono molto a chi, pur praticando il bjj, non conosce questo linguaggio autoreferenziale. Questo modo di cercare di razionalizzare e dare una organizzazione metodologica al bjj rischia di creare linguaggi affatto comprensibili a chi non fa parte di una ristretta cercia di iniziati che ne fanno uso. Un linguaggio specialistico rischia di allontanare da una corretta comprensione e divulgazione dell'arte.

Non è un caso che molti praticanti di bjj che provengono dalle fila del jkd di matrice Inosantiana hanno la tendenza a numerare le tecniche e a creare schemi e pseudo forme così come è in uso negli stili filippini et similari (in completo contrasto con la filosofia di Bruce Lee molto più vicina alla filosofia del bjj di quanto si possa pensare). Chi ha visto i video di Michael Jen di Roy Harris e Roy Dean sa di cosa parlo.

Se il tentativo di dare una sistemata al grosso volume di materiale che compone il bjj è lodevole il rischio è quello di creare metodologie didattiche rigide e formali in grado solo di ingabbiare le menti dei praticanti che saranno assorbiti dal loro apprendimento in funzione degli esami.

In futuro anche il bjj vedrà la comparsa di esami di grado, vuoi per motivi economici vuoi per il sempre maggiore numero di praticanti che riempiranno le accademie. In America il trend è già in atto

Per me Il bjj è più una jam session che un'opera lirica con libretto gia scritta una volta per tutte.

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