martedì 20 marzo 2012

Lottatori a termine



Vi sono giovani che si esaltano per quello che il Brazilian Jiu Jitsu può dar loro, ma che ben presto perdono l'entusiasmo non appena il loro ego viene stropicciato. Tra loro ci sono giovani "convinti agonisti" che si lamentano come in palestra l'allenamento non sia abbastanza duro e  poi alla seconda sconfitta in gara non hanno il coraggio di ricominciare con umiltà il duro lavoro con se stessi per comprendere i loro limiti e lavorarci sopra.

Abbiamo poi gli "entusiasti" che, non pronti per gareggiare, si sentono in difetto con gli altri compagni, non accettano la loro condizione, e trovano la prima scusa per abbandonare tutto, anche se avevano delle potenzialità.

Vi sono poi gli "assenteisti" che dopo un periodo di lontananza dal tatami si accorgono come gli amici siano migliorati a tal punto da metterli sempre in difficoltà. Questa verità è per alcuni insopportabile tanto da spingerli ad abbandonare a causa di un ego ipertrofico.

Questi sono i giovani con data di scadenza che si presentano incendiari a settembre e ben presto rinascono pompieri a tal punto da sopire quell'ardente fuoco guerriero che li spingeva a scrivere convinte e convincenti frasi su FB.
Quanti gi nuovi di zecca che rimangono appesi su una gruccia del guardaroba invece di consumarsi sul tatami. Quanti gi fanno la muffa negli armadi di lottatori a termine.

Il lottatore senza data di scadenza è di poche parole, dentro e fuori il tatami, non si scoraggia per le difficoltà che incontra sul suo cammino, non è facile agli entusiasmi né alle rapide delusioni, su questi atleti che gli istruttori concentrano i loro sforzi perché sanno che li ripagheranno con buoni risultati (non solo agonistici). Agli altri, che conoscono perché ne hanno visti passare tanti, danno sempre una chance, ma non ripongono in loro tanta fiducia perché sanno per esperienza che sono solo fuochi fatui.

I motivi per abbandonare la pratica sono innumerevoli e a volte non dipendono dalle persone: lo studio, Il lavoro, la famiglia, un infortunio, l'importante è essere sinceri con se stessi e con gli amici e non sentirsi in colpa per le scelte prese perchè il bjj è divertimento e se non lo è più e bene non farsene una malattia. Il rammarico resta nel vedere degli allievi  abbandonare, ma questa è la vita, l'importante è che al maestro e agli amici  non si raccontino giustificazioni o scuse che non si meritano di sentire.

1 commento:

  1. poi ci sono io che non trovo pace con il corpo. che faccio un mese e mi scasso. ritorno per due mesi e crack sono dinuovo fuori. ma appena sto bene torno sempre. il bjj, il combattimento è vita, e credo che alla fine nessuno di quelli che capiscono il vero significato della parola lottare sia un atleta con data di scadenza. ci sono solo persone che hanno bisogno di più tempo.

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