giovedì 27 febbraio 2014

No alle discipline lottatorie nelle scuole



così Alexander Alexandrovic Karelin, il più grande greco-romanista della storia ed oggi deputato nella DUMA Russa scrive a proposito della Lotta: "La Lotta è l’attività ideale per forgiare sia il corpo che lo spirito. Aiuta a trasformare ragazzi ed adolescenti fragili e impacciati in giovani adulti forti, determinati e consapevoli delle loro possibilità. La Lotta è una passione che può dare un senso alla vita e che postula il rispetto del prossimo. Per ricordare i versi di un Poeta “ La Lotta spinge sempre ad andare più lontano, a sapere quello che eri ieri ed a creare ciò che sarai domani. La Lotta è un motore permanente che determina il miglioramento di ciascuno di noi. La Lotta insegna gentilezza, onestà, buon rapporto con se stessi (autostima). So che tutti i miei colleghi concordano con queste parole e con questi valori.Il celebre scrittore russo Vissarion Beliski ha detto che “la Lotta è un modello di vita”.


Parole condivisibili ma non se servono a proporre l'introduzione obbligatoria delle discipline lottatorie nelle scuole. A differenza di Karelin e di chi auspica che la Lotta, il Judo o il jiu-jitsu dovrebbero essere inserite obbligatoriamente nei programmi scolastici di Educazione Fisica, sostengo che è nell'interesse dei giovani che queste discipline vengano tenute il più lontano possibile da qualsiasi scuola o istituto.

Lasciamo gli obblighi fuori dal jiu-jitsu ce n'è già abbastanza da rispettare nella vita di tutti i giorni. I giovanissimi non devono associare il piacere ludico della lotta con le imposizioni che ricevono a scuola.

In Giappone, ad esempio, si sono interrogati sul Judo praticato nelle scuole medie e sui potenziali pericoli della pratica, e lo hanno fatto nel momento in cui il ministero dell'educazione ha deciso che diventerà un'attività obbligatoria per i ragazzi del primo e del secondo anno delle scuole medie. Per le ragazze invece sarà possibile scegliere tra queste tre discipline e la danza.(La danza per i ragazzi non è prevista i Giapponesi di Billy Elliot non ne vogliono).

Centoquattordici morti e 281 lesioni gravi e permanenti. Questo è il bilancio di 28 anni di Judo nelle scuole medie e superiore Giapponesi quando il Judo era ancora un'attività opzionale e con un numero di partecipanti in decrescita di anno in anno!

Ora, con la partecipazione obbligatoria, ai piccoli gruppi di studenti si sostituiranno intere classi difficilmente gestibili da un solo maestro di Judo, in particolare per quanto riguarda le condizioni di sicurezza. In un simile scenario gli incidenti sono destinati ad aumentare drammaticamente.

Il sistema scolastico in Giappone, così come nel resto del mondo, è in crisi (alla piaga del bullismo si associa quella dei suicidi in età scolare) perché è in crisi l'intera società, e l'idea di voler trovare una pezza inserendo nei programmi obbligatoriamente discipline come la lotta e il Judo o addirittura il Jiu-Jitsu è votata al fallimento. Come unica conseguenza potrebbe avere quella di far odiare anche queste discipline alle giovani generazioni, e non è quello di cui noi abbiamo bisogno.

Far conoscere le discipline lottatorie, con programmi di avvicinamento e in collaborazione con le scuole, potrebbe essere una strada interessante da percorrere ma dovranno essere poi i giovani liberi di decidere se gli piace lottare o magari danzare.

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