così Alexander Alexandrovic Karelin,
il più grande greco-romanista della storia ed oggi deputato nella
DUMA Russa scrive a proposito della Lotta: "La Lotta è
l’attività ideale per forgiare sia il corpo che lo spirito. Aiuta
a trasformare ragazzi ed adolescenti fragili e impacciati in giovani
adulti forti, determinati e consapevoli delle loro possibilità. La
Lotta è una passione che può dare un senso alla vita e che postula
il rispetto del prossimo. Per ricordare i versi di un Poeta “ La
Lotta spinge sempre ad andare più lontano, a sapere quello che eri
ieri ed a creare ciò che sarai domani. La Lotta è un motore
permanente che determina il miglioramento di ciascuno di noi. La
Lotta insegna gentilezza, onestà, buon rapporto con se stessi
(autostima). So che tutti i miei colleghi concordano con queste
parole e con questi valori.Il celebre scrittore russo Vissarion
Beliski ha detto che “la Lotta è un modello di vita”.
Parole condivisibili ma non se servono a proporre l'introduzione obbligatoria delle discipline lottatorie nelle scuole. A differenza di Karelin e di chi auspica che la Lotta, il Judo o il jiu-jitsu dovrebbero essere inserite obbligatoriamente nei programmi scolastici di Educazione Fisica, sostengo che è nell'interesse dei giovani che queste discipline vengano tenute il più lontano possibile da qualsiasi scuola o istituto.
Lasciamo gli obblighi fuori dal
jiu-jitsu ce n'è già abbastanza da rispettare nella vita di tutti i
giorni. I giovanissimi non devono associare il piacere ludico della
lotta con le imposizioni che ricevono a scuola.
In Giappone, ad esempio, si sono
interrogati sul Judo praticato nelle scuole medie e sui potenziali
pericoli della pratica, e lo hanno fatto nel momento in cui il
ministero dell'educazione ha deciso che diventerà un'attività
obbligatoria per i ragazzi del primo e del secondo anno delle scuole
medie. Per le ragazze invece sarà possibile scegliere tra queste tre
discipline e la danza.(La danza per i ragazzi non è prevista i
Giapponesi di Billy Elliot non ne vogliono).
Centoquattordici morti e 281 lesioni
gravi e permanenti. Questo è il bilancio di 28 anni di Judo nelle
scuole medie e superiore Giapponesi quando il Judo era ancora
un'attività opzionale e con un numero di partecipanti in decrescita
di anno in anno!
Ora, con la partecipazione obbligatoria,
ai piccoli gruppi di studenti si sostituiranno intere classi
difficilmente gestibili da un solo maestro di Judo, in particolare per
quanto riguarda le condizioni di sicurezza. In un simile scenario gli incidenti sono destinati ad aumentare drammaticamente.
Il sistema scolastico in Giappone, così
come nel resto del mondo, è in crisi (alla piaga
del bullismo si associa quella dei suicidi in età scolare) perché è in crisi l'intera
società, e l'idea di voler trovare una pezza inserendo nei programmi
obbligatoriamente discipline come la lotta e il Judo o addirittura
il Jiu-Jitsu è votata al fallimento. Come unica conseguenza potrebbe
avere quella di far odiare anche queste discipline alle giovani
generazioni, e non è quello di cui noi abbiamo bisogno.
Far conoscere le discipline lottatorie,
con programmi di avvicinamento e in collaborazione con le scuole,
potrebbe essere una strada interessante da percorrere ma dovranno
essere poi i giovani liberi di decidere se gli piace lottare o magari
danzare.
conrcordo con te
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