mercoledì 20 dicembre 2017

Le persone che ti insegnano meritano di meglio

Robert Follis con Drysdale

Alcuni giorni fa la comunità del jiu Jitsu e delle MMA ha sofferto una grave perdita. Robert Follis a 48 anni si è tolto al vita. Robert Drysdale ha scritto un post critico e autocritico forte ma vero:


 "Spero che questo non suoni troppo duro. Ma è quello che provo. Ho avuto i miei disaccordi con Follis, professionalmente e tecnicamente. Ma oltre a questo, l'ho sempre rispettato. Era chiaro che era un allenatore appassionato che ha messo il cuore e l'anima nel miglioramento sui suoi allievi. Insegnare era la sua vita e identità. Questo è quello che era, un allenatore buono e premuroso. Lamentare la sua morte è inutile. Dovremmo essere stati tutti più presenti con lui quando era tra noi. Un atteggiamento migliore è quello di chiedere a noi stessi, a coloro che lo conoscevano e avrebbero potuto fare qualcosa per prevenire questa tragedia, cosa avremmo potuto fare diversamente (me compreso).

Insegnare è un lavoro di merda. Gli allievi sono spesso ingrati, hanno tutti idiritti e credono di farti un favore chiedendoti di fargli l'angolo o allenarli o presentandosi in palestra per allenarli. Non riescono a vedere che spesso mettiamo le nostre vite e le nostre famiglie nel dimenticatoio per far progredire la carriera di persone che raramente sentono il bisogno di pagare un allenatore o mostrano un livello minimo di apprezzamento per aver dedicato le nostre vite al loro miglioramento.

Gli allenatori capiscono la sua frustrazione. Era il suo modo di dire "sono stanco, ho finito, sono fuori". Per la stessa ragione ho smesso di allenare nelle MMA e per la stessa ragione ho pensato spesso di smettere il Jiu-Jitsu del tutto.

Ho perso il conto di quante volte gli allievi hanno lasciato la mia palestra e più tardi, dopo aver iniziato ad insegnare, sono tornati da me e si sono scusati per essere stati così ingratida quando sanno cosa vuol dire dirigere una scuola e avere allievi.

Questo lavoro è emotivamente estenuante. Ironia della sorte, le persone per le quali ti sacrifichi di più sono quelle che chiedono ancora più "trattamenti speciali e privilegi". I coach non devono nulla ai loro studenti. Lo facciamo per la gioia di vedere le persone che osserviamo crescere sulla materassina (tecnicamente e personalmente) realizzare i loro sogni. Nessun allenatore lo fa per i soldi. Ci sono modi migliori e più facili per fare soldi in questo mondo. Invece di lamentarsi per ciò che non può essere cambiato, forse la comunità di arti marziali dovrebbe prestare un po' più di attenzione a coloro che sacrificano il loro tempo e le loro energie per il miglioramento dei loro allievi. Le persone che ti insegnano meritano di meglio."

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