sabato 25 aprile 2020

L'educazione di un fascista


"L’educazione dei bambini parte dal saper insegnare loro a tollerare, a capire, a perdonare, a essere generosi, ad accettare le sconfitte. L’esempio è fondamentale. Non si insegna puntando il dito. Avevo un amico che era la persona più buona del mondo, geneticamente era uno generoso, un santo, però era cresciuto in una famiglia dove ce l’avevano con gli ebrei, dal nonno al papà. E lui diceva che gli ebrei dovevano essere fatti fuori. Perché? Perché lo aveva sentito. Certo, non lo faceva, ma lo diceva, lo aveva ereditato verbalmente, un’eredità acustica. L’eredità fonetica delle famiglie."

Questo estratto del libro "Confessioni ultime" di Mauro Corona credo sia il modo migliore di introdurre il libro di Paolo Berizzi "L'educazione di un Fascista".

Paolo Berizzi è l'unico giornalista in Italia ad avere la scorta, non per inchieste legate alla criminalità organizzata, ma perché da anni indaga la gallassia neofascista e neonazista nel nostro paese. Dopo il suo ultimo libro "Nazi Italia" Paolo Berizzi torna sul fenomeno del fascismo in Italia e lo fa attraverso un reportage che va a scoprire dove l'estremismo di destra va a reclutare i suoi adepti, soprattutto tra i giovani, in quei luoghi di aggregazioni quali le palestre degli sport da combattimento dal Pugilato alla Thai dalle MMA al Brazilian Jiu-Jitsu.

Nel libro, di oltre duecento pagine, Berizzi per capire questo fenomeno incontra e intervista diversi istruttori, alcuni dei quali sono noti perché coniugano la passione sportiva con l'ideologia di estrema destra. Berizzi spiega in maniera dettagliata come i partiti populisti e i movimenti di estrema destra riescono ad affascinare certe frange giovanili con slogan e parole d'ordine e di come lo facciano seguendo due strade: quella gentile, attraverso lo sport e il volontariato e quella violenta, attraverso pestaggi di stranieri, avversari politici, minoranze.

Paolo Berizzi intervista tra gli altri il presidente della FIGMMA Saverio Logo. Longo esprime molto chiaramente la sua posizione e quella della faderazione, contro ogni tentativo di infiltrazione di questi movimenti neofascisti nel mondo delle MMA, del Grappling e del BJJ.

Quelle che seguono sono le risposte che Saverio Longo ha dato nel libro è che sono state pubblicate sul sito federale della FIGMMA

"Io contro questi [gruppi neofascisti] sto facendo un muro contro muro. Dal 2009, quando ho preso in mano la Federazione". La domanda è quella che non posso non fargli per prima. Com’è possibile che l'estrema destra cerchi di prendersi pezzi del loro mondo – suo e di migliaia di atleti, palestre, associazione, circoli – , partendo addirittura dai giovani e dai giovanissimi? Longo sospira: "Faccio una premessa, lo scriva pure: io questi gruppi li detesto. La scorsa estate come FIGMMA – e cioè l'unica Federazione Italiana che opera sotto il controllo del CONI [attraverso le federazioni FIJLKAM e FIWUK] – abbiamo inserito nella pagina federale una norma con la quale condanniamo e vietiamo ogni forma di estremismo politico, di razzismo, di discriminazione di qualsiasi tipo, etnica, sessuale, religiosa. Sto facendo una battaglia ferrea contro i tentativi continui da parte di questi partiti e movimenti di infiltrare il nostro sport. Ci sono tanti estremisti di destra che praticano le MMA, il Grappling, il Brazilian jiu-jitsu: non posso impedirglielo, ovviamente. Come non posso impedire a nessuno di tatuarsi una svastica o una croce celtica sul braccio o su una gamba. Ma sul sito internet della IMMAF – la Federazione internazionale delle MMA – ho espresso tutto il mio orrore e ho ricordato che lo statuto e il codice di condotta della IMMAF-WMMAA condannano fermamente qualsiasi tipo di discriminazione e di violenza criminale. Alcune organizzazioni politiche estremiste spesso cercano di convogliare in modo opportunistico l'esuberanza giovanile. L'estremismo di destra insegna a sopraffare i più deboli. Le MMA insegnano ad aiutare e a difendere i più deboli. Per questo, dal mio punto di vista, l'estremismo di destra è antitetico alle MMA. Non tollereremo nessun comportamento che possa portare ad accostare le MMA a ideologie razziste e nazifasciste. La comunità italiana della MMA ha gli anticorpi necessari per difendersi dal cancro dell'estremismo. Anche in uno stato che, purtroppo, permette ai neofascisti di candidarsi alle elezioni politiche e di occupare impunemente stabili pubblici".

Diecimila atleti praticanti. La metà sotto i 18 anni. 192 società sportive affiliate. 3800 atleti tesserati sono i numeri della FIGMMA.

Cito a Longo casi di associazioni, circoli e atleti che usano lo sport e le gare per fare propaganda. Gli faccio i nomi di Alex "kamikaze" Celotto, il fighter che ha la svastica e il busto di Hitler tatuati su coscia e addome, di Matteo Minonzio, aquila nazista e croce celtica sulla schiena. Delle loro palestre, del loro giro di atleti e allievi, anche giovanissimi. "Alcuni di questi sono atleti professionisti”, precisa il Presidente della FIGMMA. “La Federazione ha un regolamento, gliel'ho detto. Se mi mandano una locandina di Celotto con la svastica sa cosa faccio? La cestino”.

Domanda: "Scusi, ok il regolamento, ok la norma. Ma concretamente, la Federazione può evitare il tesseramento di queste squadre o associazioni dietro le quali si fa propaganda e si usa lo sport come strumento politico?". La risposta di Longo è onesta, ma fa scricchiolare il muro: "Se un'associazione dilettantistica si presenta con tutte le carte in regola, cioè con lo statuto dove non c'è nessun accenno o connessione con gruppi o contenuti politici, io devo seguire le regole: e la devo tesserare. Quale associazione metterà nel suo statuto che è di estrema destra o razzista o altro? Abbiamo una commissione federale che vigila sui comportamenti e sul rispetto del nostro regolamento. Chi sgarra è fuori. Rispetto a 10 anni fa, oggi è molto meglio, abbiamo fatto un po' di piazza pulita. Certo, è un problema e lo combattiamo ogni giorno. Però mi creda, questo sport per gli adolescenti è eccezionale. E’ formativo, è educativo. I bambini all'asilo fanno la lotta. È una cosa sana. Sbagliano le mamme a fermarli quando lottano. Noi invogliamo gli adolescenti a venire in palestra. Si sfogano, canalizzano l'energia e l'aggressività. Che non deve essere castrata, altrimenti è peggio. Tra i 12 e i 18 anni hai il fuoco dentro, hai bisogno di uno sfogo fisico: è quello del combattimento è il più completo. Il problema è chi propone una visione mussoliniana di questo sport meraviglioso. Nel ventennio fascista si esaltava la fisicità, la forza, veniva inculcata nel cittadino la visione del superuomo, e chi era debole non veniva considerato all'altezza. Tutta roba lontanissima da me e dall'impostazione che ho cercato di dare alla Federazione. È una lotta dura, ma la combatto ogni giorno e continuerò a farlo".

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