sabato 27 agosto 2011

Attacco o difesa?


Una delle frasi più celebri di Rickson recita: La mia strategia è proteggermi e avvantaggiarmi degli errori dell'avversario. Una altrettanto nota frase di Marcelino afferma: Più attacchi e più il tuo avversario farà errori. Più attacchi e più dovrà difendersi. Non puoi difenderti tutto il tempo. Ogni volta che ti difendi, stai perdendo l'incontro, perdendo tempo per l'attacco.

Bel dilemma! Rickson afferma la possibilità di avvantaggiarsi degli errori dell'avversario da una posizione difensiva, al contrario Marcelo Garcia afferma che più attacchi e più il tuo avversario farà degli errori.

Per cercare di uscire da questa che appare una contraddizione insolubile ho cercato un aiuto in Karl Von Klausewitz, noto generale prussiano del XIX sec, che nella sua opera "Della guerra" affronta la difficile questione dell'attacco e della difesa.

Esistono, in sostanza, due forme di guerra: la difensiva e l’offensiva. Secondo Clausewitz la difesa è più forte dell’attacco. Questo perché chi lavora in difesa ha maggiori vantaggi rispetto a chi attacca.

Primo, L'uso del terreno che, tradotto in termini lottatori, significa ridurre il deficit di peso a favore dell'avversario più leggero.

Secondo, l'uso al meglio del fattore tempo, che permette al difensore di esaurire le energie dell'avversario e di sfruttare il vantaggio del terreno modificando continuamente la tattica di combattimento, ben al riparo dalla sua posizione di difesa, che nel bjj è garantita dallo scudo difensivo delle gambe e da un sapiente gioco di fianchi. “Tutto il tempo non utilizzato dall’attaccante va a profitto del difensore”.

Si tratta di una difesa intelligente. Il rischio è, però, che la posizione di difesa si trasformi in stallo per il semplice fatto che "è più facile conservare che guadagnare". Momenti di stallo e pausa fanno parte della tattica difensiva, ma non ne rappresentano l'intima essenza che, come l'attacco, si esprime conquistando vantaggi sull'avversario.

La difensiva è la forma di combattimento scelta dal lottatore fisicamente più debole, perchè permette di logorare le forze dell'avversario e ristabilisce l'equlibrio. La difesa deve essere in grado di resistere fino al momento che Clausewitz definisce "il punto culminante della vittoria": nel momento in cui il rapporto di forze si volge a favore del difensore, questi passa al contrattacco. Per Clausewitz questa svolta caratterizza la difesa relativa, contrapposta alla difesa assoluta che prevede solo l'uso di azioni difensive conservative, tattica che non porta guadagni sostanziali sull'avversario, e, in un contesto sportivo, è controproducente.

L'aspetto più determinante della difesa relativa è l'esatta scelta di tempo per volgere il combattimento da difensivo in offensivo. Se un contrattacco sferrato in anticipo può cogliere un avversario non ancora abbastanza logorato, un attacco ritardato corre il rischio di fallire perchè trova un avversario che ha avuto il tempo di recuperare le energie e quindi pronto a sostenere l'attacco da una solida posizione di difesa. L'attacco come il contrattacco non deve mai essere timido ma eseguito con la massima velocità in modo da paralizzare la difesa. 




In questo video Eduardo Telles dimostra che una tattica che sfrutta una posizione di estrema difesa, come la turtle, è un'ottima piattaforma per far partire l'attacco decisivo al momento giusto capovolgendo l'esito dell'incontro, regalandogli la vittoria, pur essendo egli in inferiorità "numerica"(il suo avversario è molto più pesante di lui).

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