giovedì 28 giugno 2012

Street Jiu-Jitsu vs Sport Jiu-Jitsu



I figli di Rorion, Riron e Rener, in un recente video  ci spiegano la differenza tra street jiu-jitsu e sport jiu-jitsu e ci ricordano che lo sport jiu-jitsu usa distanze completamente opposte rispetto ad un confronto in cui sono coinvolti i pugni e che l'enorme enfasi che oggi in ogni accademia si da all'aspetto sportivo  toglie agli allievi la possibilità di allenare quelle tecniche in grado di fronteggiare un aggressione da strada.


Non si può dar loro torto: anche dal sondaggio apparso su questo blog, al quale hanno risposto 109 persone, emerge che la maggioranza di chi si iscrive a un corso di bjj oggi non è interessato all'aspetto sportivo ed è pari al 57%, (di cui il 23% è interessato all'aspetto difesa personale, il 22% è interessato a stare in forma e l'11% lo pratica in funzione delle mma) al restante 43% interessa l'aspetto sportivo e le competizioni di bjj.

Come si vede un terzo di chi pratica jiu-jitsu è interessato all'autodifesa e alle MMA ovvero a un jiu jitsu che prevede l'uso di colpi.

Oggi un corso di bjj  viene incontro a chi nel bjj cerca qualcosa d'altro rispetto all'aspetto prettamente sportivo? Prima di rispondere a questa domanda vediamo che tipo di accademie di bjj ci sono oggi: potremo sintetizzarle in tre tipi, rappresentate da questo diagramma.



Che sigificato hanno questi tre triangoli? Il primo rappresenta l'accademia dove si pratica solo bjj sportivo. Nel secondo il vertice, evidenziato con il colore rosso, sta a indicare che alla fine di un programma si apprendono quelle tecniche di dp necessarie per superare l'esame. Questo triangolo rapresenterebbe per Riron e Rener il prototipo di accademia concentrata sull'aspetto sportivo ma che formalmente è legata alla tradizione Gracie. Il terzo triangolo, quello rovesciato, rappresenterebbe l'accademia Gracie nella quale il programma di dp è il primo ad essere insegnato.

La soluzione proposta alla Gracie Academy è di seguire il loro programma della durata di 6 mesi nel quale si apprendono 36 tecniche di DP. Così, nel caso di abbandono del loro corso anche solo dopo 6 mesi, almeno si sono apprese tecniche reali in grado di permettere l'autodifesa in un confronto da strada.

Per alcuni questa appare come una politica pubblicitaria come traspare dalle parole di Andy Roberts  che in un intervista dichiara che in California, dove ha la sua sede la Gracie academy, dato l'alto tasso di accademie di bjj, per restare sul mercato l'accademia di Rorion & sons pone maggiore enfasi nella dp per un discorso di marketing, tanto è vero che, egli aggiunge, sino al 2000 l'unico modo per imparare la DP era chiedere lezioni private, perché le lezioni regolari erano simili ad ogni altra accademia e il jiu-jitsu che loro insegnano non è differente da nessun altro.

A parere di chi scrive, c'è da ritenere che sia illudere un allievo promettergli che sarà in grado di difendersi dopo aver praticato  per sei mesi ed aver appreso 36 tecniche. Per apprendere, fino a  sapersi difendere, il jiu jitsu occorre tanta pratica e tante ore di allenamento: non ci sono segreti o scorciatoie nè programmi in grado di insegnare a difendersi in soli 6 mesi!

Quando parlo di combattimento reale o Dp non intendo la ripetizione di sequenze preordinate ma l'uso di colpi e scenari da confronto reale, tipo il valetudo delle origini, così come veniva insegnato nelle accademie di jiu jitsu in Brasile, quello che permetteva ai Gracie e ai loro allievi di poter affrontare i praticanti di altre arti marziali in sfide senza regole dentro e fuori le accademie: in sostanza un jiu jitsu propedeutico al vale tudo come quello che si praticava alla Carlson dei tempi d'oro, il quale nella sua accademia allenava tutte e tre gli aspetti del combattimento, col gi senza gi e con i colpi.

Per ricorrere di nuovo alla statistica, sia Rickson che Roger Gracie si trovano d'accordo sul fatto che oggi il jiu jitsu utilizzabile nelle MMA si aggiri attorno al 20-30% di quello praticato nelle accademie. Ciò vuol dire che la maggioranza del tempo lo si dedica a tecniche utili a vincere una gara sportiva ma inutili in una gabbia o per la strada.

Non è un caso se oggi si nota una certa difficoltà nei campioni del Bjj quando decidono di passare alle MMA, e che può in parte essere attribuita al fatto che per anni hanno allenato solamente un jiu jitsu buono per vincere in gare sportive. Dato l'elevato grado di specializzazione necessario per emergere, sia nel jiu jitsu sportivo che nelle MMA, il problema sembra di difficile soluzione.

Personalmente ritengo che le soluzioni potrebbero essere due:

1) Rendere i regolamenti del bjj sportivo più aderenti alla realtà del combattimento per ridare al jiu-jitsu quella patente di efficacia che aveva un tempo e che oggi sembra si stia smarrendo. All'interno della comunità del jiu-jitsu il  dibattito per un ritorno ad una maggiore efficacia anche in competizione è più vivo che mai. E' anche vero che se parliamo di efficacia è perchè il Bjj è allo stesso tempo Arte Marziale e Sport è multimodale, nel senso che nasce come disciplina lottatoria con il GI, senza GI ed è valida anche per il Vale tudo. Queste caratteristiche riunite in un'unica Arte marziale ne hanno decretato il successo accompagnato dai risultati positivi nei diversi scenari. Se il bjj fosse solo uno sport, come la lotta olimpica, nessuno discuterebbe se la doppia chiamata in guardia è legittima o meno o se è efficace, così come nessuno mette in dubbio l'efficacia di certe difese della lotta,  utili in uno scenario sportivo quanto pericolose in un contesto di Difesa Personale e MMA.

2) Trovare il tempo di insegnare anche tecniche più vicino ad un discorso reale senza dover ricorrere a obsolete soluzioni del vecchio programma di dp dei Gracie, ma considerando le nuove soluzioni tecniche emerse dal panorama delle MMA per svecchiare un aspetto del jiu jitsu oggi accantonato.

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