Ho letto di un’associazione
internazionale di Bjj che propone un programma per diventare cintura blu di 135
tecniche e un sistema di valutazione per l'avanzamento di grado basato su test
per dimostrare le proprie competenze.
Mi chiedo: è
possibile stabilire un programma che racchiuda un determinato numero di
tecniche e che possa dirsi completo sotto l'aspetto quantitativo e
qualitativo? Per passare
di cintura è necessario un test per verificare il livello tecnico raggiunto da
un allievo?
Ritengo che
una delle peculiaritĂ che rendono il bjj unico sia proprio la difficoltĂ , se
non l'impossibilitĂ , di poter sistematizzare l'infinito corpo di tecniche,
posizioni e transizioni che è in grado di offrire. Il bjj è un’arte in continua
evoluzione e ogni tentativo di volerla sistematizzare con programmi, di fatto,
è destinato a fallire per l'oggettiva difficoltà di aggiornarli in tempo reale
alla luce di nuove soluzioni tecniche.
Prendo
spunto dal sito della S.I.E.F di cui è membro un amico e jiutsuka, Claudio
Bianchini, perché ritengo che la distinzione che loro fanno del concetto di
tecnica e metodo si presti a essere applicata anche al Bjj. Secondo la
S.I.E.F: " il termine 'metodo' indica qualcosa di definito ed anche di
compiuto, mentre il termine “tecniche” ha un significato aperto e riguarda
soltanto le modalitĂ di esecuzione.
Tali
modalitĂ restano aperte a modificazioni possibili, se valide e se accettate dal
gruppo degli studiosi che si confrontano e si aggiornano continuamente.
Inoltre i
“metodi” sono generalmente il frutto della mente di uno studioso che li propone
e li elabora e restano fissi dalla loro nascita alla loro scomparsa.
Le
“tecniche” sono invece delle modalitĂ di esecuzione (in questo caso di esercizi
fisici) elaborate da piĂą studiosi; esse possono anche variare nel tempo, in
base agli studi ed ai risultati della loro applicazione.
Il termine
“tecniche”, inoltre e soprattutto, non preclude la ricerca e quindi le
eventuali modificazioni ed aggiornamenti che si rendano via via necessari e
lascia spazio a qualsiasi studioso che desideri impegnarsi nella ricerca, che
voglia rendere partecipi gli altri dei suoi progressi e che accetti di restare
sempre sotto il giudizio degli altri e del risultato che scaturisce dalla
applicazione pratica delle sue proposte.
Il termine
“tecniche” inoltre lascia apertura alla introduzione di obiettivi aggiuntivi,
come pure al perfezionamento di elementi in uso, o alla eliminazione di
modalitĂ superate".
Questo per
dire che il Bjj non è né un metodo di difesa personale né un AM con un metodo.
E’ un enorme serbatoio di movimenti corporei che la fantasia individuale
assembla, crea e modifica in un processo senza fine. Si potrĂ dire che Rodolfo
Viera ha il suo stile o che l’Atos ha il suo metodo che la caratterizza come
scuola, ma in generale il Bjj non potrĂ mai avere un programma tecnico
codificato da commissioni di maestri.
Un programma
è un qualcosa di finito che ha un determinato numero di tecniche che vanno
dalla tecnica n° 1 e terminano con la
tecnica n°N. Il Bjj è altro!
Per
diventare un "maestro", in qualsiasi attività , c'è chi dice occorrano
10000 ore di pratica. Il bjj non fa differenza! La conoscenza è nulla senza la
pratica.
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