Alex Dandi in un intervista televisiva ha fatto un ottimo intervento sulle MMA però ha anche dichiarato:"non ci sono decessi nelle MMA questo deve essere
chiaro, ce ne sono stati tantissimi nel pugilato... ce ne sono state 3
in competizioni amatoriali non regolamentate".
Forse voleva dire che non ci sono stati decessi nel circuito dellUFC in questo caso Dandi ha ragione ma l'UFC non sono le MMA.
Comunque dire che nelle MMA o nell'UFC non ci sono stati
morti è un po' mettere le mani avanti per tranquillizzare il
pubblico, ma può ottenere l'effetto contrario d'altronde, come
dicevano i latini: "excusatio non petita accusatio manifesta"
e poi un non esperto si chiederà: "come possano esistere competizioni
amatoriali non regolamentate?", e mettersi in allarme. A volte per
tranquillizzare si rischia di ottenere l'effetto opposto.
Non è al momento possibile fare
paragoni e dire che le MMA siano più sicure perché non ci sono dati
per dirlo: Il pugilato ha 125 anni le MMA solo 22. La verità è che
dal 1993 si sono registrati 10 decessi durante incontri di MMA, tra
amatoriali e PRO, regolamentati o meno (4 sanzionati 6 non sanzionati).
Uno studio del
2006 suggerisce che il rischio di lesioni in generale nelle MMA sia
paragonabile a quello del pugilato professionale e se questo è vero c'è poco da stare allegri dal momento che Il Manuel Velazquez Boxing Fatality Collection
elenca 923 morti durante il periodo di 118 anni dal 1890 al 2007.
Tutti ci auguriamo che in futuro si
prenderanno tutte le precauzioni perché simili incidenti siano pari
a zero, ma perché dire che i morti che ci sono stati sono capitati
in tornei amatoriali? Se fossero di più i decessi nell'amatoriale ci
sarebbe da farsi serie domande sul perché di questa anomalia, dal
momento che i regolamenti amatoriali sono molto più restrittivi.
Le MMA sono uno sport di combattimento e come tale non è privo di rischi per chi lo pratica. E' già tanto che sia regolamentato e che nell'UFC non ci siano stati morti per il resto di pugni, calci gomitate e ginocchiate se ne prendono e dal momento che la fase a terra non piace troppo agli americani, di KO nella gabbia se ne vedranno sempre più, di conseguenza anche i rischi per traumi cerebrali.
Se uno deve morire deve morire. Nel calcio già è peggio.
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