"Il 99% delle persone a questo mondo si sarebbe arresa a quella sottomissione, ma tu hai qualcosa dentro che poche persone hanno e che è incredibile da vedere. Ignora i commenti e le persone negative perché nessuna di queste merita la tua attenzione! Tu, io e tutti coloro che ti conoscono da vicino, sa che questo infortunio è solo un altro piccolo sassolino sul tuo cammino! Grazie di tutto e conta sempre su di me! Sono il tuo fan numero 1!"
Questo è quanto ha scritto Felipe Pena "Preguiça" sulla sua pagina facebook a proposito della decisione di Barral di non battere.
A parte la facile ironia che si potrebbe fare sulla frase: "tu hai qualcosa dentro che poche persone hanno" detta da chi è stato beccato positivo a un altro che non ha fatto una smorfia mentre gli veniva girato un piede di 180° gradi, non si capisce cos'avrebbe Barral dentro che è incredibile da vedere. Sarà un mio limite ma io non vedo nulla di incredibile nel suo gesto, a meno che non voglia dire che Romula Barral avrebbe dimostrato coraggio a non battere e che questo lo renderebbe migliore del 99% delle persone a questo mondo che, trovandosi nella sua stessa situazione, si sarebbero arresi. Pessimo messaggio per i fan! Non abbiamo bisogno di emuli di Barral pronti a farsi rompere braccia e gambe in accademia e sui tatami di gara al grido: "apaga mas nao bate".
Preguiça ha perfettamente ragione quando dici che il 99% per cento delle persone a questo mondo avrebbe battuto (è l'unica cosa da fare in casi come questi) il problema sono quell'1% di cui Barral fa parte e che non battono.
Romulo non dovrebbe ignorare i commenti critici che gli vengono rivolti da chi ha trovato fuori luogo il suo gesto, semmai dovrebbe ignorare il commento di Preguiça e di tutti quelli che gli dicono che per non aver battuto ha dimostrato di essere: "um grande guerreiro" di "inspiração pra todos" e che per questo merita "respeito" e "admiração".
Lo scrivo in portoghese: um grande, um verdadeiro guerreiro aceita a derrota e mostra respeito por seu adversário. Quem não bate não é um exemplo, não é de inspiração, ele não demonstra humildade.
Qua un po' di commenti presi su Facebook critici verso la decisione di Barral perché in Italia, per fortuna, la maggioranza sembra non aver apprezzato il sacrificio di Rominho.
"Queste "vittorie morali" alla Helio Gracie non servono a nulla e sono deleterie per l'immagine di questo sport."
"È la sagra dell'"Usque ad Finem", "no pain no gain", " non ci fermiamo mai", ecc... che poi questi motti, contestualizzati hanno pure un loro senso, ma vengono snaturati fino all'estremo, inutile, sacrificio di Barral."
"Il problema è che legioni di SpartaniDaTastiera si fomentano con queste cose, ma poi sotto i riflettori Barral non ci mette quanto tempo starà senza allenarsi e quanti soldi spenderà per tornare a lottare ai suoi livelli..."
"Tap today train tomorrow?? bruttissimo esempio a mio parere per le generazioni future. Il saper perdere e il non arrendersi mai devono convivere e dove finisce una comincia l'altra. Saper perdere fa parte del gioco come il sapersi rimettere in pista dopo una sconfitta. Se si insegna a vincere ad ogni costo non si insegna ai ragazzi qualcosa di realmente applicabile anche nella vita di tutti i giorni."
"Da un punto di vista pratico è un professionista quindi bisogna chiedersi cosa ci ha guadagnato? Pubblicità? Fama? In termini di denaro lo stop sportivo paga sul piano economico? Detto questo fare il duro e farsi spezzare un piede con addosso il pigiama lo trovo assurdo."
"Che brutta scena :( Io pensavo che quando uno si rompe perde. Del resto, se l'origine del gioco fosse "marziale" - e lo è - è ovvio che una rottura, su un vero campo di battaglia, equivarrebbe a una sconfitta, perché non permetterebbe di proseguire nella battaglia stessa."
"Bisogna preservarsi in salute. Una medaglietta raccatta polvere. Le ossa rotte ti romperanno le scatole per sempre. Saper soffrire è un conto, farsi rompere le ossa così per vincere un incontro è come minimo discutibile..."
"Dal mio punto di vista (che è soprattutto sportivo più che marziale) non battere è una subdola forma di antisportività; porti il tuo avversario, che peraltro la finalizzazione l'ha ottenuta pienamente, a dover decidere se romperti una caviglia o perdere una gara. Del resto non biasimo chi davanti a questa scelta decide di mollare. Ha comunque vinto e dal mio punto di vista ha vinto 2 volte, umanamente e sportivamente. Le medaglie sono pezzi di metallo. Poi se ci sono assegni di mezzo che valgono le proprie e le altrui articolazioni, allora purtroppo il discorso cambia!!!"
Scena purtroppo figlia di quella idealizzazione del jj nonché mito del superuomo che troppo spesso impregna anche l'accademia sotto casa... Ma la verità è che la realtà è testarda, scandalizza, ferisce e, qualche volta, spezza anche le caviglie...
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