sabato 9 giugno 2018

Anche nel BJJ il talento è solo la punta dell'icerberg?

"Il talento è solo la punta dell'icerberg quello che conta di più è il duro lavoro fatto ogni giorno in palestra." 

Quante volte avete sentito questa frase? Ma per eccellere in qualsiasi campo sarà proprio vero che il talento è solo la punta dell'iceberg?

Il talento è l'inclinazione naturale di una persona a far bene una certa attività. Il talento quindi ha molto a che fare con la genetica. Nella perfomance sportiva e anche nel jiu jitsu quanto conta la genetica? Per rispondere a questa domanda vi invito a leggere gli scritti di Domenico Aversano i cui link potete trovare nella nota a piè di pagina. In questo post riporto alcuni stralci dai suoi scritti:

"Non tutti possiamo diventare ciò che vogliamo a prescindere dall'impegno, quello che ci ha donato la natura è quello che con cui possiamo lavorare e sfruttare al massimo. E' evidente guardandosi in giro nella vita di tutti i giorni che non tutte le persone sono uguali in quanto a talento base, c'è chi nasce molto portato e bravo in qualcosa e chi meno, e nei casi più estremi alcuni soggetti estremamente dotati senza allenarsi sono più bravi di altri poco portati che si allenano duramente in qualcosa... per nulla meritocratico ma è semplicemente così.

In generale si pensa che i risultati ed i miglioramenti in qualcosa siano direttamente proporzionali all'impegno profuso nell'allenamento e che quindi due soggetti che partono dallo stesso livello saranno differenziati nei miglioramenti e nel livello raggiunto solo dal loro impegno... chi si impegnerà di più avrà più risultati. Se cioè è bellissimo da credere perchè racconta di una meritocrazia pura a cui tutti aspiriamo, purtroppo non è sempre così in natura. 




Quelli super dotati e quelli super sfortunati sono davvero pochi, il 99% può migliorare molto dal suo livello base di partenza, così come meno dell'1% della popolazione ha le qualità per diventare un genio o un fenomeno in un dato campo. Ma in tutto lo spettro di variabilità che c'è tra il super dotato ed il super sfigato, ci sono infinite sfumature di grigio in cui la variabilità è molto alta.

Quale è l’importanza del duro lavoro e della perseveranza quando i geni in realtà sono “il fantasma nella macchina” su cui non si ha alcun controllo? A prescindere da quanto sia buona o scarsa la loro genetica, la costanza in allenamento, dieta etc.. ottimizzerà la loro risposta ma tutti noi dobbiamo lavorare con quello che ci è stato donato (dalla natura). Molte persone hanno una genetica “nella media” che significa che tramite allenamento e dieta costanti e buoni vedranno risultati ai loro sforzi ma difficilmente saranno i nuovi Arnold o Bolt, e che poichè non abbiamo ancora test per identificare i super responders, l’unico modo per scoprire se lo si è, è provare!"

La propria natura si può "combattere" solo fino ad un certo punto, dopo il quale la cosa migliore da fare è accettarla con serenità ed evitare di fare continui paragoni con gli altri.

La genetica conta, ed anche tantissimo. Noi possiamo migliorare e sviluppare al massimo quello che ci è stato donato dalla natura. E poichè non possiamo sapere apriori se siamo destinati alla grandezza o alla mediocrità, l'unica cosa da fare è provare, con impegno, costanza, dedizione, qualità ed intelligenza."



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