lunedรฌ 17 ottobre 2011

I bimbi non sono gladiatori



Mi รจ capitato l'altro giorno di leggere un post firmato Giulia Violini che parla del bjj. Ci sono delle considerazioni che vorrei commentare. La prima si riferisce al video dei due bimbi che lottano in una gabbia. Scrive Giulia Violini:

"Quelle due creature non stavano assolutamente facendosi del male, non stavano ricorrendo alla forza bruta - in nota Mario Puccioni aggiunge - Erano sul luogo di gara solo per mostrare il proprio valore, ricevere l'apprezzamento dei genitori e dei compagni".


Il video non mostra tutto l'incontro ma da quel che si vede i bimbi fanno l'ingresso come due professionisti con tanto di cappuccio calato sul viso mentre il pubblico li incitano; di bimbi tra il pubblico non ce n'รจ traccia. Infatti, in un pub, come il Greenlands Club di Preston, minorenni non se ne dovrebbero trovare.

Da come lottano si vede che i due bimbi sanno di grappling. Braccia e gambe stirate a dovere; uno si difende da un tringolo con uno slam e ad un certo punto uno dei due zoppica e si tiene un ginocchio: interviene il medico e poi fa continuare l'incontro.

Il giornalista, che commenta il video, vuole vedere colpi: calci e pugni che non ci sono, mentre altri vogliono vedere solo una semplice dimostrazione di lotta tra due bambini e nient'altro. Forse abbiamo visto tutti un video diverso!

Il post cosรฌ continua: "Tutti gli animali lottano e specialmente i cuccioli fin da piccoli." E' vero, ma non dentro una gabbia. Se lo fanno, vuol dire che hanno la sfortuna di stare in uno zoo o, come si chiama oggi, bioparco.

"E se proprio vogliamo tornare indietro nel tempo e inquadrare la lotta in un contesto umano basta pensare alle lotte dei gladiatori nelle arene romane" (!?).

Il paragone non poteva essere meno felice. I gladiatori intrattenevano nei circhi la plebe parassitaria romana. Il loro addestramento era pagato dai ricchi patrizi per interessi politici ed economici. A Spartaco, schiavo costretto a lottare per divertire i liberi romani, non credo che la lotta armata, che i lanisti gli insegnavano nella palestra di Capua, fosse per lui un mezzo di crescita per affermare la forza virile; ne avrebbe fatto volentieri a meno. Di sicuro se ne servi per tenere in scacco le legioni Romane, per due anni, ed รจ per questo che viene ricordato come il primo rivoluzionario della storia. 

Il jiu-jitsu semmai potrebbe essere paragonato alla lotta degli antichi greci e romani che, ricordiamo, era riservata alle รฉlite e comunque ai cittadini liberi che rappresentavano una minoranza della popolazione, sia a Roma che ad Atene. Agli schiavi il privilegio di lottare nei ginnasi non era concesso: era concesso solo quello di farsi scannare nel Colosseo.

Tornando al post: "La lotta รจ invece un ottimo strumento, sport, disciplina marziale, non solo per riavvicinarsi alle proprie origini istintuali ma anche un rimedio allo stress, alla paura, alla monotonia e all’incasellamento in cui ognuno รจ inserito in questa societร ."

"Facendo bjj vorrei allontanarmi dalle origini istintuali, liberarmi dall'egotismo attraverso un percorso catartico e rigenerativo alla scoperta di un uomo nuovo, libero dalle pastoie in cui era avviluppato l'essere ancestrale". Non so cosa ho scritto, perรฒ suona bene ed รจ tanto alla moda!

A parte gli scherzi, non so cosa siano le mie origini istintuali, non so se mi ci avvicino facendo bjj, e, pur traendo molti benefici dalla sua pratica, non credo sia un rimedio all'incasellamento sociale, di cui mi sfugge il significato, forse perchรฉ non mi appartiene.

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