venerdì 7 ottobre 2011

Il guerriero


 Chi è  Don Juan , uno sciamano Yaqui  o un parto della fervida fantasia di Carlos Castaneda? In diverse citazioni, tratte dal libro "una realtà separata", sembra di rivivere le avventure di Eugen Herrigel che nel suo libro del 1948 racconta il suo viaggio di formazione zen in Giappone alle prese con un maestro di kyudo. Castaneda sul suo maestro sciamano ha sempre mantenuto il più stretto riserbo e molti dubitano della sua esistenza. Non è questo il luogo per stabilire se Castaneda sia stato il puntuale cronista degli insegnamenti del suo maestro yaqui o se dietro la figura dello sciamano tolteco non si celi l'autore stesso dei dodici volumi dedicati a Don Juan. In entrambi i casi alcuni dei pensieri scritti nei suoi libri, meritano di essere letti.





Dice Castaneda in una sua intervista: "Gli sciamani come don Juan sono essenzialmente pratici. Per loro esiste solo un universo predatorio in cui intelligenza o consapevolezza sono il prodotto di sfide di vita o di morte. Per navigare nell'ignoto si ha bisogno di pragmatismo illimitato, sconfinata sobrietà e fegato d'acciaio".


Ciò che gli sciamani come don Juan cercano è uno stato di fluidità dove il "me" personale non conta. L'opposto di ciò che succede nel mondo quotidiano dove abbiamo di fronte solo persone ... piene fino all'orlo di "io, io, io". Lasciamo ora la parola “a” Don Juan:
"Ci vuole lo stato d'animo del guerriero per ogni singolo atto. Guardati. Tutto ti offende e ti turba. Ti lagni e ti lamenti e senti che tutti ti fanno ballare alla loro musica. Sei una foglia in balia del vento. Non c'è potere nella tua vita. Che brutta sensazione deve essere. Un guerriero d'altra parte deve essere un cacciatore. Il guerriero calcola tutto. Questo è controllo, ma una volta terminati i suoi calcoli, agisce lascia andare. Questo è abbandono. Un guerriero non è una foglia in balia del vento. Nessuno lo può spingere; nessuno può fargli fare nulla contro la sua volontà o contro il suo giudizio. Un guerriero può essere ferito ma non offeso. Per un guerriero non c'è nulla di offensivo negli atti dei suoi simili finché lui agisce nello stato d'animo appropriato".



"Essere preparati a morire? Non considero che tale sentimento sia necessario: Penso che sia un inutile lasciarsi andare. Un guerriero deve essere preparato alla lotta. Lo spirito del guerriero non conosce né il lagnarsi, né il lasciarsi andare, né conosce il vincere o perdere. Lo spirito del guerriero conosce solo il lottare. Quindi il risultato conta per lui molto poco".




"Un guerriero non è preparato a morire, egli è preparato solo a combattere. Lo spirito del guerriero non tende all'indulgenza e alla lamentela non tende alla vittoria né alla sconfitta. Tende unicamente alla lotta, e ogni lotta è la sua ultima battaglia sulla terra".



"Un guerriero può preoccuparsi e riflettere prima di prendere una decisione, ma una volta che l'ha presa, va per la sua strada libero da timori e preoccupazioni."




"Si va verso il sapere o in guerra con paura, con rispetto, consapevoli di andare in guerra, e con assoluta fiducia in se stessi. Per diventare un uomo di sapere è necessario essere un guerriero non un bambino piagnucolone. Ci si deve sforzare senza arrendersi, senza lamentarsi, senza tirarsi indietro, finché si "vede", solo per realizzare alla fine che nulla ha importanza."



"Essere sconfitti è una condizione di vita inevitabile, l'uomo comune vince o perde e, a seconda dei casi, si fa persecutore o vittima. Il "vedere" disperde ogni illusione di vittoria, sconfitta o sofferenza."



"Un guerriero sa che cosa sta aspettando, e pur aspettando non vuole nulla, così che ogni piccola cosa che ottiene è più di quanto gli serve."


"La differenza tra un guerriero e un uomo comune è che l'uomo prende tutto come una benedizione o una sciagura, mentre il guerriero prende tutto come una sfida, e le sfide non sono né buone né cattive: sono semplicemente sfide”.


3 commenti:

  1. Grazie per aver postato queste interessanti riflessioni di Castaneda. Ciao.

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  2. Belle fotografie. Le fotografie n. 3, 5, 8, e 9, partendo dall'alto, da dove sono state prese, per favore?
    *
    Per capire a fondo la filosofia pragmatica di don Juan bisognerebbe proprio leggere tutti i libri di Castaneda e sospendere il giudizio. E magari anche quelli scritti dalle due "streghe" del suo seguito.
    Ciao. Ci conto per quelle fotografie. Anto

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  3. http://en.wikipedia.org/wiki/File:Cajeme2.jpg

    http://it.wikipedia.org/wiki/File:Yaqui_indians.jpg

    http://evakolenko.blogspot.com/2008/12/yaqui-brothers.html

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